-06

6 3 0
                                    

Kate stava finendo di sistemare i piatti nella credenza, quando sentì il telefono che aveva in tasca vibrare insistentemente.
Si asciugò le mani frettolosamente e lo estrasse dai jeans, osservando il numero apparso sul display: sconosciuto.
Dopo un istante di incertezza accettò la chiamata.
<<Pronto?>> asserí, <<Chi parla?>>
<<Katherine Johnson?>>
<<Si, sono io.>>
<<Sono William Jones. Le comunico che è stata presa per il ruolo da protagonista nel film "True Artist". Le riprese si terranno a New York e inizieranno tra due settimane. Lei dovrà essere lì tra una settimana per studiare il copione, preparare il personaggio, conoscere gli altri attori, con i quali dovrà creare un rapporto di intesa al fine della buona riuscita delle riprese, e stabilirsi nella casa in cui dovrà abitare almeno per i prossimi sei mesi.>>
<<Cosa? Partire? Tra una settimana?>> chiese confusa Kate, in stato di trance.
<<Si, tra una settimana.>>
<<Ma devo ancora preparare i bagagli e salutare la mia famiglia ed i miei amici...>> continuò.
<<Ha una settimana di tempo per farlo. Non c'è tempo da perdere, abbiamo bisogno di una risposta immediata. Accetta il lavoro si o no?>>
Kate riflettè un attimo ed all'improvviso le passò la sua intera vita davanti agli occhi: i momenti felici, quelli tristi, le litigate, le risate, le discussioni con i suoi genitori, i pianti, le cadute, le speranze, le delusioni, i provini falliti, la forza d'animo che non l'aveva mai abbandonata, la passione, i sogni, la determinazione. Quello era il suo sogno, il suo destino, non aveva intenzione di arrendersi alla prima difficoltà. Sarebbe andata avanti, fino alla fine. A qualsiasi costo.
<<Accetto,>> rispose infine, sicura come mai lo era stata nella sua vita, certa che fosse la decisione giusta da prendere.
<<Benissimo. Per qualsiasi cosa contatti Ava Price, che sarà la sua manager, al numero che le invierò tra poco.>>
<<Va bene,>> rispose Kate sorridendo, pur sapendo che il suo interlocutore non avrebbe potuto vedere la sua espressione raggiante.
<<Ci vediamo tra una settimana signorina Johnson, arrivederci.>>
<<Arrivederci.>>
Kate chiuse la chiamata e si appoggiò con la schiena al muro della cucina, incredula, non riuscendo a metabolizzare l'accaduto e credendo di stare sognando. Prese un respiro profondo e si rigirò il telefono tra le mani, incerta su quello che avrebbe dovuto fare a quel punto.
Decise di chiamare la sua migliore amica, l'unica che sapeva non l'avrebbe giudicata e sarebbe stata felice per lei.
Cercò il numero nella rubrica e fece partire la chiamata, per poi sentire dopo qualche secondo una voce familiare risponderle:
<<Kate? Che succede?>>
<<Ell...>> iniziò, trattenendo il fiato, <<Mi hanno presa!>>
<<Cosa?!>> strillò la sua amica al telefono, quasi spaccandole un timpano, <<Sono felicissima, non puoi immaginare quanto io sia orgogliosa e fiera di te. Le riprese saranno qui a Toronto?>>
<<No,>> rispose Kate sentendo un nodo crescerle in gola, <<Sono a New York. Parto tra una settimana.>>
<<Tra una settimana?>> ripetè Ellie, avendo la stessa reazione che aveva avuto lei poco prima.
<<Si. Tra una settimana.>>
L'amica sospirò, con una punta di tristezza ben riconoscibile anche dall'altro capo della linea.
<<Mi mancherai tanto Kate, ma so che ne varrà la pena, perché è ciò che ti rende felice e che dà un senso alle tue giornate. So che vivi di questo, di arte, della tua arte. So che non potresti farne a meno neanche volendo, neanche se ci provassi con tutte le tue forze, perché ti attrae come una calamita attrae il ferro. Vai lí e fai capire a chi non ha creduto in te che cosa si è perso.>>
<<Lo farò,>> rispose con occhi lucidi, cercando di trattenere le lacrime di commozione che minacciavano di uscire, provando ad infondersi forza e coraggio.
<<Ellie?>> sussurrò dopo alcuni istanti di silenzio, <<Vieni da me ad aiutarmi a preparare le valigie?>>
<<Arrivo subito.>>

                         *****
Kate chiuse l'ultimo dei suoi tre bagagli, contenenti l'indispensabile per affrontare i sei mesi successivi.
Scese al piano di sotto, cercando di trasportare borse e borsoni per le scale senza cadere.
Una volta sceso l'ultimo gradino e posato a terra la più pesante delle valigie, si consentì di rilassarsi per un attimo, solo un attimo, prima di riprendere la sua meticolosa pianificazione di ogni dettagli delle successive ventiquattro ore.
<<È tardi Kate! Papà è già fuori da un pezzo ad aspettarci in macchina!>> sentì sua madre strillare dal salotto, mentre era intenta a ritoccarsi il trucco.
<<Sono pronta!>> rispose, <<Non c'è bisogno di agitarsi, ho già controllato l'orario dell'aereo dieci volte, e siamo perfettamente in orario!>>
<<Meglio arrivare in anticipo! Non si sa mai succeda un imprevisto che ti impedisca di partire e ci faccia sprecare un altro giorno di ferie oltre a questo,>> si lamentò sua madre, visibilmente non contenta delle sue scelte, come, del resto, suo padre.
Kate si fermò sull'uscio della porta, voltandosi un'ultima volta a guardare la casa in cui era cresciuta e che adesso stava lasciando per inseguire il suo sogno, incerta sulla strada che la sua vita avrebbe preso, per poi oltrepassarla ed uscire fuori in giardino.
Salì in macchina, rimanendo in silenzio per tutta la durata del viaggio.
Arrivata in aeroporto salutò i suoi genitori, a cui sapeva che in fondo sarebbe mancata e che le sarebbero mancati nonostante tutto.
<<Gioca bene le tue carte, Kate. Sai meglio di me che questa è la tua unica possibilità, non ti lasceremo fare un'altra esperienza imprevedibile come questa, perciò, se davvero ti fa così schifo la vita in azienda e non vuoi finire a lavorare dietro una scrivania come noi, non sprecarla. Non ne avrai un'altra.>>
<<Ne sono consapevole,>> rispose, poiché lo aveva, in realtà, sempre saputo.
Abbracciò entrambi e si diresse al check-in, concedendosi di respirare profondamente solo una volta seduta al suo posto, nell'area di prima classe dell'aereo, infilando nelle orecchie le sue inseparabili cuffiette rosa e facendo partire la sua amata playlist.

                                       *
Aggiorno oggi perché la settimana scorsa non ho avuto tempo neanche di respirare, tra compiti, interrogazioni e verifiche.
Se riesco aggiornerò anche mercoledì.
-Vi💙

SERENDIPITY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora