Kate correva a perdi fiato per recarsi dall'altra parte della città, dove si sarebbero tenute le audizioni a cui, dopo tanta fatica, aveva convinto i suoi genitori a lasciarla partecipare.
In ritardo come al solito, cercava di arrivare agli studi prima che chiudessero le porte, spazzando così via ogni possibilità che aveva, anche la più minuscola.
Ancora non riusciva a credere di stare davvero per farlo, di stare per mettersi in gioco, una volta per tutte, dopo tutti i tentativi falliti e gli scarsi risultati. Perché lei no, non si era mai arresa, non aveva mai mollato. Ed ora stava per realizzare uno dei sogni più grandi della sua vita, che non pensava avrebbe mai avuto la fortuna e l'occasione di conseguire, lei che non aveva mai lasciato nulla al caso, che aveva sempre previsto tutto nei minimi dettagli, non lasciandosi cogliere impreparata da nulla.
Eppure quel manifesto trovato il giorno prima lungo la strada di casa l'aveva completamente spiazzata, togliendole il fiato, senza darle il tempo di riflettere a sufficienza su cosa stesse facendo di preciso.
Le sembrava incredibile come i suoi genitori, dopo la loro iniziale riluttanza, avessero acconsentito a lasciarla tentare, nonostante, come le avevano più volte ripetuto in quelle 24 ore, "non la avrebbero mai presa, era solo un modo come un altro per passare il tempo".
Secondo loro la ragazza sarebbe sicuramente diventata un medico, una dentista, come tutti i membri della sua famiglia, e sarebbe finita a lavorare nello studio del padre, che un giorno sarebbe stato suo.
Questo era stato quello che le avevano sempre ripetuto, giorno dopo giorno, fino alla nausea, fin da quando era appena una neonata.
Ma a lei tutto quello faceva schifo, non riusciva ad immaginare la propria vita rinchiusa in un ufficio, dodici ore al giorno, a curare denti, per giunta. Lei che se c'era una parte del corpo umano che odiava era proprio la bocca.
Suo padre e sua madre erano, come in ogni altro momento della sua vita da quando aveva memoria, "troppo occupati con il lavoro per accompagnarla ad uno dei suoi passatempi", ma a lei non importava, ci era abituata, sarebbero stati solo un peso per lei, con le loro continue prediche su quanto inutile fosse quello che faceva.
Si riscosse dai suoi pensieri quando si rese conto di essere ormai arrivata di fronte all'edificio che stava per metterla alla prova, per stabilire se era abbastanza, se poteva andare avanti o se doveva restare ancora ferma al punto di partenza.
Nel petto sentiva emozioni contrastanti, che le davano una sensazione di nausea e le famose "farfalle nello stomaco", perché lei era innamorata del suo lavoro, dei sui sogni, delle sue ambizioni, li amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, quella era la verità.
Le gambe le tremarono di paura e di gioia, una gioia pura ed incontrollata, di chi ha la consapevolezza che, comunque andranno le cose, avrà vinto lo stesso, perché avrà vinto la battaglia contro se stessa, la più importante di tutte.
Alzò lo sguardo al cielo, che si stava iniziando a scurire e nel quale cominciavano ad apparire le prime stelle, più luminose che mai, o forse solo più luminose per Kate, che sentiva il desiderio di spiccare il volo e raggiungerle, che avrebbe voluto poterle toccare allungando la mano.
Una notifica sul suo cellulare la riportò alla realtà, facendole abbassare gli occhi al piccolo schermo che teneva stretto fra le dita.
Era un messaggio da Ellie:
"In bocca al lupo per l'audizione Kate, spacca tutto. Volevo venire ma non ce l'ho fatta, mia mamma è uscita e sono rimasta a badare a mia sorella. Stasera andiamo a festeggiare in un pub che conosco molto bene, ci sarà anche la musica dal vivo, ci divertiremo. So che puoi farcela amica mia, lasciali a bocca aperta, non potranno non notare il tuo talento.
Ti voglio bene.❤️"
Kate sorrise, spegnendo lo schermo e riponendo l'apparecchio nella tasca del suo giubbotto di jeans, entrando finalmente nel tanto temuto grattacielo e stringendo forte i pugni nelle mani tremanti.
Un cartello la informava: "Per le audizioni del film True Artist recarsi al quarantanovesimo piano".
Entrò nell'ascensore e premette il pulsante che l'avrebbe portata al suddetto piano, ora più in ansia che mai.
Si sedette nella sala d'attesa, dove altri ragazzi e ragazze della sua età aspettavano, chi più tranquillo, chi più agitato di lei, ma tutti, tutti accompagnati da almeno uno dei genitori. Si sentì strana, fuori posto, come se quel mondo non fosse il suo, come se non le appartenesse.
Provò l'impulso di scappare, di tornare a casa e di gettarsi sotto le coperte a vedere una serie tv, dopo essersi fatta una doccia calda.
Proprio in quel momento, però, una voce secca e decisa la richiamò, riecheggiando nella stanza:
<<Katherine Johnson?>>
<<Si?>> rispose lei.
<<È il suo turno>>.*
Eccomi tornata.
Lo so che posto ad orari assurdi e che non aggiorno quando dico che lo farò, ma non ho veramente mai il tempo di scrivere e le uniche ore in cui posso farlo sono di notte, quando dovrei dormire.
Adesso vado a letto perché ho sonno e domani ho scuola, buona lettura.💞
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti se vi va.
Detto questo ci vediamo mercoledì,
-Vi💙
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SERENDIPITY
RomanceSerendipity: "an unplanned, fortunate discovery" Lui irruento, solitario, razionale. Lei testarda, romantica, sognatrice. Due sogni diversi, due passioni diverse, che li porteranno a prendere strade diverse, ma collegate. Ad accomunarli la determina...