12.
Marta sentiva il cuore salire in gola a ogni passo, mentre gli arti, frenetici e concitati, proseguivano spediti verso la carrozzeria di Salvatore Cirillo. Era così impaziente di raggiungere via Chiavettieri al Porto, che percorse tutto il centro storico quasi correndo.
Rallentò il passo solo quando si ritrovò in via Mezzocannone; quella strada in discesa era così ripida, tra la pendenza e il manto tutt'altro che omogeneo, che avrebbe rischiato di spezzarsi una caviglia e ruzzolare a terra se non avesse prestato la dovuta accortezza.
Il sole stava quasi calando, colorando il cielo di tonalità di rosso e l'aria cominciò a farsi più fredda, portandola a sistemarsi meglio la sciarpa intorno al collo. Era ormai giunta al semaforo di Corso Umberto e quando arrestò il passo, la vibrazione del cellulare attirò la sua attenzione. Lo afferrò d'impeto e nel leggere il nome di Lorenzo sul display, si fermò di colpo, indecisa su cosa fare.
Non voleva rispondergli. Il solo pensiero di sentire nuovamente la sua voce, dopo le parole velenose che poco prima le aveva vomitato addosso, la disturbava enormemente. Non le importava che avrebbe potuto trattarsi di una questione di lavoro urgente, le avrebbe mandato un messaggio nel caso, e di certo non si aspettava che lui la stesse chiamando per porgerle delle scuse.
Una volta scattato il verde, Marta si decise a rifiutare la chiamata e ripose nuovamente il suo cellulare nella borsa.
Che se ne andasse al diavolo Lorenzo Anselmi; lei in quel momento aveva da fare.
Attraversò la strada mischiandosi agli innumerevoli passanti e una volta imboccata via Porta di Massa, avvertì uno strano nodo allo stomaco. Era ormai vicina alla sua meta; il palazzo di vetro, altra sede della facoltà di giurisprudenza da lei stessa frequentata, si erigeva imponente dinanzi a lei e in quel momento le sembrò che le stesse silenziosamente indicando la strada. Lo aveva quasi raggiunto e quando riuscì a specchiarsi in lontananza nei pannelli di vetro, svoltò a destra e finalmente si ritrovò nel diramazione di vicoletti dove avrebbe dovuto trovarsi la carrozzeria del padre di Salvatore Cirillo.
Non sapeva cosa si sarebbe dovuta aspettare: a lei bastava che ci fosse stato anche solo il padre di Salvatore per poter ottenere informazioni su Anna Laurino.
Non poteva certo immaginare di essere così fortunata da trovare non solo il ragazzo, ma la stessa Anna, che parlavano in un angolo più appartato nei pressi della carrozzeria.
Marta si immobilizzò di colpo e sgusciò dietro a una macchina per non farsi vedere. Il cuore le balzò in gola per l'eccitazione e gli occhi, più grandi e liquidi di frenesia, si posarono circospetti sulle figure dei due ragazzi che, anche se lontani, non lo erano abbastanza per le sue orecchie drizzate.
Si guardò intorno e constatò che il piccolo vicolo non fosse eccessivamente frequentato, se non per qualche sporadico passante che recuperava di tanto in tanto la propria autovettura parcheggiata nelle stradine adiacenti. Prelevò dalla borsa gli occhiali da sole per indossarli, nonostante la luce fioca del sole stesse abbandonando il cielo per lasciare spazio all'imbrunire, ma lei non poteva essere riconosciuta. Almeno non prima di aver cercato di capire cosa si stessero dicendo quei due, che, a giudicare dall'espressione arcigna di lui e quella preoccupata di lei, sembravano coinvolti in una discussione piuttosto animata.
Si diede un'ulteriore occhiata nei dintorni e afferrò il cellulare per fingersi impegnata in una telefonata inesistente, mentre, cercando di apparire disinvolta, si avvicinava di più ai due fidanzati. Attraversò la strada per spostarsi nel lato opposto e avere così una visuale migliore, poi si sistemò dietro un'altra auto stretta nelle spalle e cominciò a spiarli.
Salvatore Cirillo era un ragazzo alto con il viso abbronzato e i capelli simmetricamente rasati ai lati, taglio quello, a suo avviso un po' volgare, che andava in voga tra i giovani napoletani in quel periodo. Indossava una divisa blu sporca in alcuni punti di grasso e vernice e Marta dedusse che il ragazzo non fosse uno studente universitario, ma che lavorasse con il padre per portare avanti l'attività familiare.
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Se dio fosse stato donna
ChickLitWATTYS AWARD WINNER ☘️🥳🥳 30.10.2019 #1 femminismo #3 giallo; #59 storie d'amore QUEST'OPERA È COPERTA DAL COPYRIGHT. QUALUNQUE VIOLAZIONE È PERSEGUIBILE DALLA LEGGE E COMPORTA RESPONSABILITÀ CIVILE E PENALE A CARICO DEI TRASGRESSORI. E' nell'ordin...