Capitolo XXII

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Marta si sentiva strana quella mattina. Non felice, non triste, non nervosa, solo strana.

Non aveva chiuso occhio per tutta la notte e i segni violacei delle occhiaie che senza successo aveva cercato di nascondere sotto chili di correttore furono la prova inconfutabile della sua insonnia. D'altronde, come avrebbe potuto dormire, con quel profumo asprino incastrato tra le narici e le labbra gonfie su cui spasmodicamente aveva passato la lingua per ore, ancora impregnate del sapore di Lorenzo Anselmi.

Con una mano sfregò con forza le palpebre e con l'altra conteneva un sonoro sbadiglio, mentre entrava a passo spedito nel bar alla Riviera di Chiaia per fare colazione con le sue amiche prima di andare a lavoro.

Loredana e Silvia erano già sedute al tavolo e quando si ritrovarono dinanzi un'assonnata Marta Bianco, fu naturale per loro abbandonarsi ai più maliziosi pensieri.

«Che faccia!» esclamò Loredana perplessa.

«Ti prego, dimmi che non hai chiuso occhio perché hai trascorso una notte di passione ardente con Lorenzo Anselmi!» squittì Silvia speranzosa.

Marta rifilò alla bionda un'occhiata seccata e si accomodò con stizza accanto alle sue amiche.

«Io non dovrei più rivolgerti la parola per quello che hai fatto ieri!» minacciò, sfogliando il menù.

«Oh no, cara! Tu dovresti solo ringraziarmi!» ribatté Silvia, prendendo una sorsata del suo cappuccino «Forza, abbiamo poco tempo! Passa alla parte in cui vi siete strappati i vestiti di dosso!»

«Temo che le tue aspettative stiano per essere deluse.» chiarì Marta laconica, prima di ordinare un caffè e una sfogliatella.

Silvia emise un gemito contrariato e Loredana, che osservatrice lo era per mestiere, era certa che non proprio tutte le loro aspettative sarebbero state disattese.

Marta si prese del tempo prima di iniziare il suo racconto e le sue amiche, trepidanti di curiosità, la incitarono con gli occhi a parlare. Si sforzò di ignorare l'insistenza dei loro sguardi e con assoluta noncuranza, tracannò in un solo sorso il suo caffè e addentò la sua sfogliatella.

Stava palesemente prendendo tempo, ma la verità era che non si sentiva pronta a dar voce ai suoi pensieri, ad ammettere che quel bacio le era piaciuto così tanto da desiderarne ancora, a confessare che aveva trascorso l'intera notte a cercare di togliersi quel dannato sapore dalla bocca.

«Allora?»

Marta sospirò sommessamente.

«Ci siamo baciati.» sputò a bruciapelo.

Loredana si illuminò di gioia, al contrario di Silvia che, delusa, si aspettava di ascoltare qualche dettaglio più piccante.

«Solo? Nemmeno una palpatina? Un preliminare?» gemette, frustrata.

«Silvia, sto per andarmene!» l'avvertì Marta minacciosa.

Silvia sbuffò sonoramente e si acquietò per tutto il tempo che Marta impiegò per resocontare la serata precedente.

Marta si liberò di ogni pensiero che la tormentava, di tutte le domande a cui non sapeva dare risposta, di tutte le mille ragioni per cui era chiaro che quel bacio, per quanto bello, fosse stato anche così sbagliato.

«Chi l'avrebbe mai detto! A Marta Bianco piace un maschilista!» la sbeffeggiò Loredana, gongolando.

«Non mi piace!» protestò Marta con veemenza, ma percependo lei stessa l'astrusità di quella affermazione, rettificò «Diciamo che ne sono...ehm...attratta! Ma è stata solo la debolezza di un momento, un errore che non si verificherà più!»

Se dio fosse stato donnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora