Casa dolce casa

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Pov Sam

Tre mesi dopo...

Scrutai la stanza del Motel in cui mi trovavo da ormai due settimane e mi sdraiai sul letto intrecciando le mani dietro la testa.

Avevo dato la caccia a due vampiri nel Pontiac, Illinois e solo poche ore prima ero riuscito finalmente a fermarli.

Senza Dean tutto sembrava più faticoso e ancora non riuscivo a metabolizzare il fatto che lui non ci fosse più.

Dopo la sua morte Lilith aveva cercato di uccidere sia me che Catherine ma senza successo.

Con grande forza di volontà avevo abbracciato Caty per proteggerla dalla luce di Lilith, non seppi per quale motivo ma i raggi di calore non ci avevano fatto neanche un graffio sulla pelle.

Il demone spaventato se n'era andato e l'unica cosa rimasta in quel momento era il vuoto e il dolore nel vedere il cadavere di mio fratello a pochi passi da noi.

Scossi la testa sentendo gli occhi pizzicare e mi alzai dl letto andando in bagno.

Mi guardai allo specchio respirando pesantemente e strinsi le mani ai bordi del lavandino.

Dentro di me provavo dolore, vuoto e rabbia, la caccia sfrenata degli ultimi mesi non aveva aiutato a reprimere le mie emozioni e l'assenza di Catherine rendeva il mio umore alterato.

Non sapevo dove fosse ma soprattutto se stava bene.

Avevamo sepolto insieme Dean ma poi lei in preda ad un attacco di rabbia e di ira se n'era andata via con una moto senza mai tornare indietro.

L'avevo aspettata, l'avevo cercata e avevo anche provato a contattarla, ma senza riuscirci.

Ogni tentativo equivaleva ad un fallimento e sapevo che questo Dean non me l'avrebbe mai perdonato.

Se fosse qui, niente di tutto ciò sarebbe successo.

«Non dovevi salvarmi ... non dovevi!» gridai dando un pugno contro al vetro davanti a me.

Le nocche mi sanguinarono e a causa del dolore allontanai il braccio per poi stringerlo al petto.

In quell'istante qualcuno bussò alla porta e andai ad aprire con cautela.

Ciò che vidi mi fece sobbalzare il cuore di gioia e le gambe quasi cedettero.

Davanti a me c'era Dean che con un grande sorriso stava aprendo le braccia per stringermi in un abbraccio.

La rabbia però prese il sopravvento su ogni emozione e pensando fosse un mutaforma lo afferrai per il collo spingendolo contro al muro.

«Chi cazzo sei?!» urlai premendo più forte le dita sulla sua pelle.

«Sono io, Sammy ... sono io» rispose lui con tono spezzato, evidentemente a causa della poca aria nei polmoni.

Lo fissai assottigliando gli occhi e non credetti a nessuna delle sue parole.

«Non ti credo, brutto bastardo sei un mutaforma vero? Eh?!» urlai nuovamente spingendolo verso l'alto.

Lui boccheggiò a causa del mio movimento e portò le mani contro le mie braccia.

«Quando eravamo piccoli ... siamo andati a fare esplodere ... i fuochi d'artificio in quel campo ... ti ricordi?» domandò lui mentre il suo viso a poco a poco diventava sempre più sofferente.

Pensai a quel momento e mi aggrappai a quel ricordo, dove per un attimo entrambi eravamo felici.

«La collana ... ti ricordi? Me l'hai ... donata tu» continuò il presunto Dean cominciando ad elencare avvenimenti nostri personali.

Sam e Dean •I chose love•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora