Fuoco e vento

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Era notte.

Il fuoco bruciava, divorando alberi, foglie e terra.

L'aria era pesante, ed era difficile respirare a causa del denso fumo nerastro che saliva in cielo.

Ad un tratto, un lampo squarciò il cielo.

Il fulmine colpì una collina vicina al posto in cui si trovava, illuminando di una luce spettrale tutto l'ambiente circostante.

Un tuono rimbombò tra le nubi.

Quattordici enormi armature si fecero strada tra le fiamme.

Lei si nascose dietro delle rocce, tremando.

Fulmini e tuoni si alternavano, nell'avanzata di quelle sinistre figure.

Le rocce dietro cui si trovava esplosero, scaraventandola ai piedi di quei giganti di fumo, roccia, fuoco e vento.

Ventotto occhi enormi e rossi si posarono su di lei.

Una pesante falce di metallo percorsa da striature azzurre venne illuminata da un altro fulmine, in alto nel cielo.

Un fortissimo tuono, poi l'arma calò su di lei.


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Narwa si svegliò annaspando nelle coperte, alla disperata ricerca di aria.

Era l'ennesimo incubo, da circa due mesi.

Da quando aveva compiuto cento anni.

Non riusciva più a sopportarlo.

Aveva sempre avuto difficoltà a dormire, non le era mai piaciuto.

Ora avrebbe fatto chissà cosa per qualche ora in più di sonno.

Ogni notte dormiva sempre meno, non avrebbe potuto continuare così.

Melkor e Sauron avevano provato di tutto per far smettere quei incubi.

Un grande gelo si fece strada dentro di lei, come sempre dopo un incubo.

Si strinse nelle coperte, cercando di riscaldarsi.

Aveva la corporatura di una bambina di dieci anni, cresceva sempre più lentamente.

Però cresceva.

Si alzò, si lavò e si vestì, poi uscì dalla sua stanza.

Si diresse nelle fucine, il posto più caldo di Angband.

Incontrò qualche Balrog, che si inchinò al suo passaggio.

Molti bracieri rimanevano accesi anche durante la notte, creando così un ambiente caldo e asciutto, l'ideale per tenersi al caldo.

Narwa si avvicinò ad uno di questi, protendendo le braccia.

Le fiamme lambivano le braci, diffondendo una calda luce intorno.

"Non riesci a dormire?" Lei annuì piano.

Una figura di un uomo molto alto si separò dall'angolo della parete, avvicinandosi alla luce.

Era vestito di una lunga tunica marrone scuro con intarsi arancioni e gialli, le manioche arrotolate fino ai gomiti. Sotto portava pantaloni e stivali, anch'essi marrone scuro.

Una fascia di pelle teneva indietro i lunghi capelli arancioni già raccolti in una lunga treccia, lasciando la spaziosa fronte libera.

I lineamenti erano affilati, felini, e gli occhi arancione acceso.

Sauron si avvvicinò piano.

Le prese le mani ghiacciate fra le sue, che erano calde.

"Un altro incubo?" Lei annuì di nuovo, abbassando lo sguardo, mentre calde lacrime di esasperazione iniziarono a fuoriuscire dai suoi occhi dorati.

"E' che io... non ce la faccio più... non dormo di notte, da settimane... appena chiudo gli occhi iniziano gli incubi... mi sembra di impazzire..." sussurrò tra le lacrime, appoggiando la testa sul petto di Sauron.

Lui iniziò a carezzarle la testa,sussurrandole parole di conforto.


Ad un tratto, tra le lacrime, le sembrò di vedere un guizzo nelle fiamme del bracere più vicino.

Si separò dall'abbraccio, e asciugandosi le lacrime ci si avvicinò, come in trance.

"Narwa?" quasi non sentì la voce di Sauron, presa com'era dal movimento delle lingue di fuoco, che sembravano invitarla ad avvicinarsi.

Stesse una mano tra le fiamme, che si innalzarono all'improvviso, risalendole lungo l'avambraccio, bruciando la tunica, senza però ustionarle la pelle.

Con uno strillo fece un balzo indietro, ma il fuoco continuava ad ardere, come alimentato dalla sua carne.

Avvicinò anche l'altra mano al braciere, ma quando le fiamme le avviluparono l'avambraccio, non siu fermarono lì, continuando invece la loro risalita verso la spalla.

Raggiunta la base del collo, si espansero per tutto il resto del corpo.

Quando ebbero raggiunto l'altra mano, un forte boato fece tremare la terra, e lei ebbe solo il tempo di sentire l'urlo disumano di Sauron, prima di essere completamente avvolta dal fuoco.

Udì solo una voce, che le rimbombò nella testa.

"TI HO TROVATA, FINALMENTE!"

Poi sentì il corpo accasciarsi, e vide solo buio.





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