Capitolo 2

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" Che tipo di forza?" Chiedo cercando di mantenere la calma

" Una forza più grande di quella di Obscuro" Spalanco gli occhi " Si chiama Dolos"

Sto per piangere. L'anno scorso ho perso chi amavo per una guerra, non sono per niente pronta per un'altra schifezza simile!

" Madre, io... io devo andare."

Sono veramente shoccata. Mi manca l'aria, fisso un punto e non riesco a muovermi. Mia madre continua a scuotermi ma non ho la capacità di alzare lo sguardo e dirle che era tutto okay. Cado terra e scoppio a piangere come poche volte avevo fatto in vita mia.

Mi sblocco e riesco a dire solo: " Ci sarà un'altra guerra?"

Annuisce. Senza troppe spiegazioni mi alzo e recito la formula per tornare al mondo reale.

Sono di nuovo nel bagno. Vado in classe ma nel corridoio sento le solite parole.

" Stavi sacrificando un animale?", " Ti tagliavi, emo?", "Facevi sedute spiritiche?" È il classico gruppo di ragazzi che non hanno una ragione precisa per stare in un edificio pubblico, dato che sanno solo importunare le persone che non sono secondo i loro standard. In altre parole, schifosissimi bulli.

Sono 5 anni che mi attaccano verbalmente, cosa ci perdo ad insultarli un po' anche io?

Oh, Alex, cosa dici?! Tu non la pensi così, tu non ti abbassi a certi livelli.

Il mio corpo si muove da solo, le parole mi escono senza controllo.

" Non ti conviene farmi arrabbiare" dico. Perché l'ho detto? Io non mi sono mai comportata così.

" Oh, la darkettona si sta incazzando!" dice un ragazzo alto circa 5 cm più di me.

"Si, mi sto incazzando." Perché gli ho risposto così? Io non volevo!

" Te lo faccio passare, brutta puttana!"

Alza il gomito e chiude la mano in un pugno prima di colpirmi. O almeno cerca di colpirmi. Gli blocco il pugno con la mano e glielo stringo talmente forte che le dita sono diventate rossastre. Perché faccio così?! Io non volevo fargli del male! Perché non ho controllo delle mie azioni?!

Appena esco dai miei pensieri sento le mie mani calde e scivolose. Perché?

Prima di darmi una risposta, noto le mie nocche sporche di sangue, ma non è il mio sangue, non sento dolore.

Ma perché il professore di educazione fisica mi sta trascinando via?

Solo ora mi rendo conto che mentre ero persa nelle mie domande, ho rotto il naso e fatto saltare un dente a quel ragazzo. Cosa sta succedendo?! Solo ora sono a pieno controllo delle mie azioni.

" Professore! Mi lasci! Io non..." Sto per dirgli che non ho fatto nulla. Teoricamente è vero, io ho perso per alcuni minuti il controllo del mio corpo, ma lui mi deve aver vista mentre picchiavo il ragazzo.

" 'Tu non' cosa, Wilson?" Chiede cingendomi le braccia.

" Non volevo farlo, signore, mi creda! Lui... mi stava per picchiare! È stata legittima difesa!"

Non si può dire che non se lo meritava.

Buon Dio, ma a cosa penso? Non ho neanche controllo dei miei pensieri adesso?! Anche se lui voleva picchiarmi non avrei dovuto reagire così!

" Raccontala al preside, Wilson!"

Ah, che gran bel giorno di merda.

Sono nell'ufficio del preside, lui mi fissa mentre attende una spiegazione.

" Signorina, lei è una brava studentessa, ma vorrei sapere perché ha aggredito quello studente" Dice pazientemente.

" Lui voleva darmi un pugno, è stata legittima difesa!" dico disperata.

" Signore, posso assicurargli che la ragazza in 5 anni non mi ha dato nessun problema ed ha sempre studiato ciò che io e altri insegnanti abbiamo assegnato, ma l'ho chiaramente vista, a cavalcioni su quel ragazzo mentre gli tirava dei violenti pugni. Chi cercava di aiutarlo riceveva un pugno sul naso!" Dice il professore di educazione fisica.

" A questo punto, signorina, non è più legittima difesa."

Non posso certamente dirgli ciò che mi è successo, mi prenderebbero per matta.

" Mi dispiace, mi... sono lasciata trasportare dalla furia" riesco solo a dire.

Alla fine mi lasciano uscire dicendo che lo terranno conto agli esami. Esami?! lo avevo totalmente dimenticata! Oh al diavolo, ho qualcosa di più importante da fare.

Il professore mi riporta in classe e racconta tutto all'insegnante

Passo la fine della lezione seduta sul mio banco, mentre gli altri si scrivono dediche sulle braccia. Finalmente la scuola finisce.

Chi urla e chi piange. Io scappo senza salutare nessuno.

Finalmente a casa! Recito la formula per trasportarmi ad Heu

Ma qualcosa non va, perché comincio a vedere tutto nero ed ho una fitta sulla nuca

Non ho paura di morire ( Sequel Credi in me)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora