Capitolo 12

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(Camila pov.)

Sono a pezzi.

Sto correndo ormai da 90 minuti, senza mai fermarmi, aiutando in difesa e spingendo in attacco ma senza concludere nulla.

Ho crampi dappertutto, perfino in parti del corpo dove non credo siano presenti fibre muscolari.

Hope vanifica tutti i tiri verso la sua porta, intercetta qualsiasi cross e piazza la difesa in modo impeccabile.

Non sto certo giocando la mia miglior partita. Tutto ciò che è successo ieri sera condiziona la mia prestazione anche se sono consapevole che una professionista dovrebbe lasciare fuori la sua vita privata dal campo di gioco.

Nel finale Dinah recupera un gran pallone e dalla propria area difensiva lancia lungo verso Normani che scatta velocissima alle spalle del terzino avversario.

Il suo aggancio è perfetto e inganna il difensore centrale con un doppio passo.

L'avversaria, probabilmente spinta dall'istinto e condizionata dalla stanchezza, rischia una scivolata in area per evitare di mandare Normani da sola davanti al portiere ma arriva in ritardo con un intervento scomposto sulla sua gamba d'appoggio.

L'arbitro fischia il rigore.

Tutte le giocatrici del Seattle Reign circondano l'arbitro contestando la sua decisione. Tutte tranne Hope che si sistema già sulla linea di porta in piena concentrazione consapevole che ormai non c'è più niente su cui discutere.

- Jauregui, te la senti? – la domanda di rito proviene da mister Cowell ma la risposta di Lauren spiazza tutte.

- No –.

L'arbitro fischia per richiamare la nostra attenzione. La situazione si è stabilizzata ed è tutto pronto per il tiro dagli 11 metri.

- Cabello, vai tu –.

- Io? No, io non... - mister Cowell non vuole sentire ragioni. Il suo sguardo non offre vie d'uscita.

Mi avvio verso il dischetto col cuore in gola. Cerco lo sguardo di Lauren ma lei non sta guardando me.

Ha gli occhi rivolti verso il prato verde, le mani sui fianchi e la testa bassa.

Da lei non riceverò alcuna parola di incoraggiamento.

Le avrò mandato una decina di messaggi ieri notte e sono stata beatamente ignorata. Ho mandato tutto a puttane. Sapevo della sua forte amicizia con Hope e avrei dovuto parlarle della nostra relazione ma penso anche che la sua reazione sia stata esagerata.

Sistemo il pallone allontanandomi quel tanto che basta per prendere la rincorsa.

Hope mi fissa. Non guarda me, guarda semplicemente il mio corpo cercando di intuire come e dove indirizzerò il pallone.

Un altro fischio. È il momento.

Prendo un gran respiro e via.

Hope si butta alla sua destra mentre il mio pallone viaggia alla sua sinistra ma si stampa sul palo esterno per poi uscire dalla linea di fondo campo.

Ho sbagliato il rigore condannando la mia squadra al pareggio.

Ecco il triplice fischio finale.

Fischi. Insulti. Tifosi arrabbiati e compagne di squadra deluse.

Mi lascio andare sdraiandomi supina in mezzo al campo con le mani sulla faccia a nascondere le lacrime che scendono giù liberando tensione e tristezza.

Una mano si posa sul mio stomaco in un gesto che prova a darmi conforto.

Quando tolgo le mani dai miei occhi la persona che mi trovo davanti non è certo chi mi aspettavo e neanche chi avrei voluto vedere.

Soccer Love (Camren Version) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora