Capitolo 17

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(Lauren pov.)

Mi sveglio con un mal di testa assurdo.

L'ultima cosa che ricordo di ieri sera è la foto di Camila e Hope, insieme, su tutti i social e su qualunque sito sportivo.

Al solo pensiero mi ribolle il sangue. Non riesco ancora a credere che Camila abbia deciso di perdonare Hope.

La didascalia scelta dal portiere poi lascia intendere, a chi conosce il loro passato, un loro riavvicinamento.

Sicuramente sono stata dura con Camila due giorni fa ma ero così arrabbiata nel vederla scossa dal messaggio di Hope che non ci ho visto più e ho deciso di mettere in salvo me stessa facendole capire, mentendo, di non provare sentimenti per lei.

La verità è che invece li provo eccome quei sentimenti e sono ogni giorno più forti ma non ho intenzione di rincorrere nessuno. Non l'ho mai fatto e mai lo farò. L'amore per me è libertà. Se mi ami, resti. Se non mi ami, puoi andare ma è meglio se non lasci traccia del tuo passaggio.

Improvvisamente un dolore acuto allo stomaco e una forte nausea mi costringono ad alzarmi dal letto e a correre in bagno per buttar fuori tutto l'alcol che ho mandato giù la sera precedente.

Dopo essermi svuotata completamente vado in cucina in cerca di qualcosa che possa aiutarmi a stare meglio.

- Ciao tesoro, ti sei svegliata finalmente – chi cazzo è questa qui?

Una ragazza dai lunghi capelli castani si trova al centro della mia cucina con un bicchiere di latte freddo in mano. Indossa solamente l'intimo.

- Chi sei? Ma soprattutto che cazzo ci fai tu in casa mia? – sembra quasi offesa dalle mie parole.

- Non ti ricordi nulla? Eppure ieri godevi di brutto mentre facevamo sesso nonostante mi abbia chiamato più volte con un altro nome. Callie... o Carmela, non ricordo bene –.

- Camila! – la correggo. Ma cosa ho combinato ieri sera? – Raccontami com'è andata –.

- Oh non è un racconto appassionante. In breve, sono venuta da te mentre affogavi nella vodka, ci siamo guardate e, ancora prima che riuscissi ad aprire bocca, hai detto "ora me la paga quella stronza!". Così mi hai baciata, siamo salite in macchina e mi hai portato qui. Ci abbiamo dato dentro. Adesso permettimi di farti iniziare al meglio la giornata – la ragazza sembra alquanto soddisfatta ma io non ricordo niente di niente.

All'improvviso, proprio mentre la mora si avvicina a me con uno sguardo colmo di lussuria, la brutta sensazione di nausea di poco fa ritorna a farsi sentire ma questa volta non sono sicura sia data dall'alcol. Ora mi rendo conto di quanto questi miei comportamenti, un tempo abituali, siano squallidi e incomprensibili. Specialmente adesso che Camila fa parte della mia vita.

- Ti voglio fuori di qui in 15 minuti. Prendi le tue cose e sparisci – intimo alla ragazza che ho di fronte la quale non prende benissimo le mie parole. Non me ne preoccupo e corro in bagno nuovamente.

Mentre mi lavo i denti e la faccia sento suonare il citofono. Non ho intenzione di vedere nessuno ma con mio grande disappunto sento la mora andare ad aprire la porta.

Non riesco a capire chi sia quindi indossando i pantaloni della tuta e la prima maglia che trovo in giro corro a vedere chi è.

- Camila... -.

Camila è immobile sulla soglia di casa mia che alterna lo sguardo da me alla ragazza mezza nuda che le ha aperto la porta.

- Tu... e tu... - in un attimo sento il mondo intero crollarmi addosso.

- Allora sei tu la famosa Camila – commenta la mora completamene a suo agio. - Sì, abbiamo trascorso la notte insieme. Ma se può consolarti ha ripetuto continuamente il tuo nome – gli occhi di Camila si riempiono di lacrime e il suo viso si dipinge di rosso. Mi guarda un'ultima volta prima di scappare via, di corsa, forse per sempre.

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