Capitolo 19

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(Lauren pov.)

È passato ormai un mese da quando è accaduto l'irreparabile.

Io e Camila non parliamo più e il nostro rapporto sta attraversando un periodo di stallo nel quale le nostre uniche interazioni sono rivolte solo ed esclusivamente al calcio.

È da un mese che non bacio Camila.

È da un mese che non tocco Camila.

È da un mese che i miei equilibri per cui ho lavorato da tutta la vita hanno ceduto.

Da anni pensavo di poter bastare a me stessa ma dal momento in cui Camila è arrivata nella mia vita è stato come essere investita da un uragano.

Ciò che fa più male però è vedere lo sguardo deluso della bruna ogni volta che incrocia il mio.

Lei non sa quanto ci stia male. Nessuno lo sa.

Perché Lauren Jauregui è una dura che pensa solo a dare due calci al pallone.

Già, un tempo queste dicerie mi hanno aiutata ad erigere la barriera che ho costruito con fatica e che ora è andata in frantumi.

Mi sento ancor più una merda ora che Camila ha espresso ad alta voce i suoi sentimenti. Mi sento una merda perché nonostante la tristezza della situazione io mi sono sentita felice quando mi ha confessato di essersi innamorata di me e mi sento ancora peggio se ripenso a tutto ciò che ho perso mentre non ero neppure cosciente di ciò che stavo facendo.

La cosa ancora più sorprendente è che tutte queste riflessioni frullano nella mia testa durante l'intervallo della terza partita di ritorno di campionato che l'Orlando Pride sta conducendo per 3 a 0 contro il North Carolina.

Camila ha siglato una doppietta mentre il primo gol è stato segnato da Reggy.

Giorno dopo giorno Camila sta acquisendo sempre più consapevolezza delle sue capacità. Le sue giocate sono precise e ragionate, vanta un'ottima freddezza sotto porta e la percentuale di passaggi riusciti a partita viaggia sull'85-90%.

Il secondo tempo riprende con un gioco molto fisico da parte delle avversarie.

Visto il risultato sanno di non avere più niente da perdere e i loro interventi sono duri e spesso pericolosi. L'arbitro ha già estratto quattro cartellini gialli in appena dieci minuti per le giocatrici del North Carolina.

La situazione precipita quando, sugli sviluppi di un calcio di punizione, Camila viene letteralmente travolta da un'avversaria con una tale forza da farla andare a terra in maniera scomposta. Nella caduta sbatte violentemente la testa al suolo perdendo i sensi.

- CAMILA! – corro verso di lei arrivando prima di chiunque altro, scuotendola leggermente per le spalle e tirando fuori la lingua dalla sua bocca per prevenire conseguenze disastrose.

Arrivano immediatamente i soccorsi in campo.

- Jauregui, allontanati – ignoro le voci di sottofondo perché tutto ciò che riesco a vedere è il corpo inerme di Camila.

Dopo dei secondi che a me sembrano interminabili la bruna riprende coscienza provando istintivamente a rialzarsi ma subito una smorfia di dolore si dipinge sul suo volto.

- Cazzo, che male! – Camila si sdraia nuovamente sul terreno, supina, portandosi una mano sul fianco.

- Cosa senti? – domanda in maniera molto tranquilla il medico della squadra.

- Sul fianco. Non riesco a rialzarmi, fa malissimo – il dottore solleva immediatamente la maglia di Camila per controllare la situazione scoprendo un grosso ematoma che inizia a prendere forma sulla pelle candida della bruna.

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