Capitolo 15. "In missione"

12 3 0
                                    

"Cosa stavi dicendo sta mattina mentre dormivi?" Domando confusa.
"Perché cosa ho detto?" Continua lui.
"Ah... non so... parlavi in una lingua strana... "whaea"... qualcosa di simile."
"Significa "madre" in maori.
Ho sognato il momento in cui quel bastardo che dovrei chiamare "padre"  l'ha uccisa davanti ai miei occhi, non glielo perdoneró mai, me la pagherà per questo!" Mi spiega mentre stringe i pugni. Le vene dell'avambraccio si gonfiano, a tal punto di star quasi per scoppiare, vedo la furia nei suoi occhi, che secondo dopo secondo, diventano sempre più neri.
Capisco così che non é più in lui.
"Drake calmati!" Gli urlo.
"Vattene Abigail! Non dovresti essere qui!" Ringhia con voce rauca.
"Io non mi muovo da qui, resto con te!" Rispondo a tono avvicinandomi a lui.
"Ho detto vattene Abigail! Adesso!"
Dal suo corpo inizia ad uscire del fumo  ed il suo sguardo si fa sempre più agghiacciante.
"Drake basta! Mi stai spaventando!" Terrorizzata, idietreggio sempre di più verso il muro, guardandolo con occhi impauriti.
"Ho detto vattene Abigail!!!"
In un secondo si scaraventa addosso a me tirando un pugno al muro, in quel momento le sue ali si aprono dietro la  schiena, permettendogli poco dopo di calmarsi.
Ancora spaventata mi allontano da lui, cercando di evitare qualsiasi contatto fisico e visivo.
"Abigail... scusami... io..." fa per avvicinarsi.
"No, non toccarmi. Non mi devi toccare Drake."
Lo fermo tendendo il braccio verso di lui.
"Non devi permettere al tuo passato di rovinare quello che c'é tra di noi.
Sei troppo importante per me, Drake, ma non posso continuare questa cosa se tu continui a farti schiacciare dalla rabbia che hai verso tuo padre.
Io, ti amo, ti amo più ogni altra cosa al mondo, ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia, e se amarti vuol dire accettare la natura bene, l'ho accettata ma non posso accettare il fatto che per via di essa io debba avere paura di te, perché non voglio avere paura."
Dico tutto d'un fiato col nodo alla gola.
Gli occhi mi sono rossi dalle lacrime, cerco di riprendere a respirare mentre Drake, cade sulle ginocchia accanto a me, senza dire una parola.
"Perdonami Abigail, non volevo spaventarti." Sussurra a testa bassa.
"Io sono qui Drake, davanti a te.
E ti sto dicendo che sono disposta ad accettare la tua natura, anche perché se avessi avuto paura non ti avrei seguito ma sarei rimasta a casa mia.
Sono qui in piedi davanti a te, e ti sto dicendo che non ho paura."
Alza lo sguardo verso di me con le lacrime agli occhi.
"Non voglio, che tu soffra, vederti così mi fa stare male." Mi abbasso, per accarezzargli il viso.
Prende la mia mano e alza il capo lentamente.
"Promettimi che tu non te ne andrai. Promettimi che farai di tutto per non farti uccidere, che resterai con me. Io  ho bisogno di te, Abigail, sei l'unica cosa che mi rimane, non lasciarmi, ti prego."
Mi implora lui quasi singhiozzando.
"Te lo prometto." Rispondo io sorridendogli.
Si aggrappa a me stringendomi tra le braccia, ricambiando il sorriso.
"Strano che il tuo istinto da Banshee non sia sopraggiunto, la tensione era al quanto elevata." Mi fa notare lui.
"Già... strano... si saranno scaricate le pile!" Dico sarcasticamente.
"Forse é così." Risponde dandomi corda.
Qualche istante dopo bussano alla porta, rompendo l'atmosfera che si stava creando nella stanza.
"Vado ad aprire, arrivo subito." Fa lui avvicinandomi a se e baciandomi la fronte.
Drake lascia la camera da letto, dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Un rumore irrompe nella casa, sembra del vetro caduto a terra.
Spaventata scendo di corsa le scale, impallidisco non appena mi accorgo che Drake non é lì, a terra c'é del sangue e la porta é stata lasciata aperta.
"Drake no!!!"
Il mio cuore é dilaniato.
Crollo a terra disperata restando per ore sul pavimento.
Non appena ho il tempo di riprendermi decido di prendere la situazione in mano e mantenere la calma.
"Adesso si fa come dico io." Penso, mentre mi raccolgo i capelli in una coda di cavallo.
Gli ho promesso che non gli avrebbero più fatto del male, ed ora tocca a me proteggerlo.
Armandomi di coltelli e oggetti appuntiti trovati in casa, esco in tutta fredda, sbattendo con forza la porta.
Decisa più che mai mi appresto a cercare Lucian e Darius, cominciando dai posti sotto il loro comando.
Li cerco in ogni dove, ma senza risultato, ciò scatena ancora di più la mia rabbia. 
"Lucian, se mi senti, io sono qui! Vieni a prendermi, hai qualcosa che mi appartiene e lo rivoglio indietro." Grido a pieni polmoni sperando che mi senta.
"Il tuo prezioso demone é con noi, in un posto in cui non arriverai mai, perché nessuno ne conosce l'esistenza."
Sento una voce sussurrarmi all'orecchio.
"So che cosa vuoi, tu vuoi lui, non é così? Ma vuoi anche me, in modo che Darius si impossessi dei miei poteri e tu possa far soffrire Drake andandogli a togliere l'unica cosa che tu non hai."
All'improvviso una strana forza mi attira a se facendomi solamente indietreggiare.
"Cos'é vuoi spaventarmi Lucian? Vuoi intimidirmi? Beh mi dispiace... stai fallendo miseramente! Davvero umiliante per un demone della tua portata no?"
Lo provoco cercando di suscitare in lui una qualche reazione.
"Coraggio, vienimi a prendere, avanti sono qui!" Urlo.
Improvvisamente qualcosa si aggrappa a me, trascinandomi in un buco nero, che mi porta fino ai sotterranei del castello di Darius.
Ora so dove hanno portato Drake, la mia unica missione da adesso in poi sarà trovarlo e portarlo via da qui,
al più presto possibile.

Love in the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora