Capitolo 19. "L'inganno"

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Diversamente da come mi aspettassi, Lucian é entrato nella cella senza dire una parola, semplicemente mettendosi seduto a terra a parlare da solo, come se volesse che io ascolti i suoi monologhi deliranti.
"Sai Biondina? Sono anni che continuo a chiedermi perché nonostante mio fratello, non fosse mai stato quello più forte tra i due, ha sempre ottenuto tutto ciò che qualsiasi creatura di questo regno potesse desiderare, senza nemmeno il minimo sforzo... e allora mi domando... é questo il prezzo da pagare per essere figlio di una cortigiana?"
Mentre lui continua la sua auto commiserazione, io mi riprendo dal "sonno" appena fatto, purtroppo non ritrovandomi in un prato fiorito, bensì ancora intrappolata.
"Ma la vuoi smettere di raccontarmi la tua noiosa vita?"
Penso tra me e me.
Ho intenzione di rimanere viva, perciò lo assecondo.
"Lucian vieni qui." Lo invito a sedersi accanto a me.
"Ascolta, non credere che io sia di parte in questo momento, però voglio che tu sappia che colpevolizzarti non cambierà il tuo passato, tanto meno la tua vita. Anche nel mondo reale a volte capita che un fratello abbia più privilegi rispetto all'altro ma di certo non é perché tu e Drake non siete figli della stessa madre.
Diciamo che forse vostro padre non era il migliore del mondo ecco." Termino, tentando di scavare quel briciolo di umanità rimasta in lui.
"Sono sempre stato io quello che doveva stare ai suoi ordini. "Lucian fai questo" "Lucian fai quello". Fin da bambino ho sempre cercato di obbedire, perché volevo essere io il figlio migliore, non volevo più essere riconosciuto come "il figlio bastardo del re".
Le uniche cose che però uscivano dalla sua bocca erano "Sei un fallimento", "Mi hai deluso" e come dovrebbe sentirsi un figlio quando gli vengono dette certe cose dal padre?"
Gli occhi gli brillano, sembra quasi che stia per piangere.
"É ancora così... non é vero?" Gli domando.
"Si..." risponde lui abbassando il capo, facendo scendere una lacrima.
Vedere Lucian in questo stato quasi mi lascia incredula, come se tutto d'un tratto avesse cambiato personalità, come se la sua intenzione non fosse più quella di voler uccidere me e suo fratello.
"Abigail io..." fa lui guardandomi negli occhi e avvicinandosi.
"Tu...?" Domando assecondandolo.
"Credo di dover fare una cosa... ma so già che non appena la farò mi respingerai e allora mi odierai di nuovo."
Capendo le sue intenzioni rispondo avvicinandomi "Io non ti odio Lucian... e se la tua intenzione é quella di baciarmi non ti respingeró." Man mano i corpi si avvicinano, sento il cuore spaccarsi a metà per quello che sto facendo... ma devo stare al suo gioco, altrimenti potrei non rivedere più Drake."
"Perdonami"
Penso con le lacrime agli occhi, mentre Lucian mi bacia toccandomi i fianchi.
"Adesso ti porto via da qui... Abigail" dice credendo di rassicurarmi.
Fin' ora per lui sono sempre stata "Biondina" ora che mi presto a lui mi chiama per nome... il gioco sta funzionando.
Lucian mi prende per mano e mi porta fuori dalla cella, conducendomi proprio nel cuore del castello, dov'è situata una camera che nessuno usa.
"Qui forse puoi sentirti più a tuo agio."
Mi guardo intorno "...si... qui va meglio." dico pensierosa.
Drake è ancora da qualche parte nelle segrete e non so neanche se sta bene o no.
"Lo so che tu non vuoi me, lo so che il tuo cuore appartiene a mio fratello... d'altronde lui ottiene sempre tutto con molta facilità."
"Lucian io amo tuo fratello,
ma devo dirti che c'è qualcosa di te che mi attrae parecchio." Continuo così il mio inganno.
"Non preoccuparti piccola, stai agendo nel modo corretto, resisti, presto verrò a prenderti."
Risuona la voce di Drake nella mia testa, mi ha voluto mandare un messaggio... vuol dire che ovunque sia è vivo e sta venendo a salvarmi.
"Tu mi prendi in giro Abigail, ammettilo." Grida Lucian tentando di capire il mio inganno.
"Oh no, non lo farei mai, perché dovrei?" Cerco di accarezzarlo ma mi respinge.
"Perché tu ami lui, tu hai sempre amato lui, anche quando hai detto che per te andava bene se ti avessi baciata, ti ho vista che stavi piangendo. Cos'é ti faccio ribrezzo forse? Certo! Tanto é sempre mio fratello quello più amato, é sempre lui il buono, l'eroe della situazione."
Nella stanza inizia a rimbombare il suono di ogni sua parola... creando un caos assordante nella mia testa.
"Lucian... n-non é così, credimi" balbetto in lacrime.
"Smettila di piangere come una bambina Abigail, lo so che mi stai mentendo e credimi questa volta non verrà nessuno a salvarti." Urla battendo i pugni al muro.
Adesso mi sta spaventando, sono sola, ferita e ho paura che possa farmi ancora del male.
"Lucian così mi fai paura..." Indietreggio.
"É proprio quello che voglio fare! Io ho aperto il mio cuore a te e tu mi hai ingannato!"
Vedo il suo sguardo infuriarsi sempre di più.
"Oh credimi bambolina, questa volta ti farò male e non posso neanche assicurarti che ti risveglierai.
I suoi occhi lentamente iniziano a farsi rossi, completamente rossi...
"Pensa a qualcosa in fretta stupida idiota o morirai" mi dico, cercando di calmarmi.
"Posso... farcela... anche... da sola." Dico col fiato corto sfidandolo.
"Io non credo." Risponde.
Raccolgo tutte le ultime forze che ho e grido, tanto da sbattere Lucian contro la parete e fargli perdere i sensi per un po'.
"Abi..." qualcuno bussa alla porta insistentemente.
"Abigail apri la porta!"
Sono ancora troppo scioccata per rendermi conto di chi sta bussando alla porta.
"Abigail!!!"
Sono inerme, seduta sul letto che fisso il vuoto, dalla mia bocca non esce un singolo suono.
La porta si apre producendo un gran rumore.
Qualcuno si precipita verso di me toccandomi insistentemente il viso.
Ma perché non riesco a reagire?
"Abigail sono io! Svegliati!"
Mi riprendo dal mio stato di trans, rendendomi subito conto di chi ho davanti a me.
"Drake... sei tu!" Mi butto tra le sue braccia pronte ad avvolgere il mio corpo ferito e tremante.
"É tutto apposto Abi... sono qui. Andiamo a casa adesso."
Mi prende tra le braccia volando via dalla finestra, poco prima di assopirmi riesco a rendermi conto del sangue che ricopriva gran parte del suo corpo, mi domando se sia il suo.

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