Capitolo 5. "Io sono questo..."

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Cammino per le stradine della città, con le cuffie nelle orecchie, finalmente dopo una settimana di pioggia c'è un bel sole oggi, quindi ne approfitto per farmi un giro.
I marciapiedi sono pieni di persone che camminano avanti e indietro, incuranti di ciò che sta succedendo intorno a loro.
D'un tratto spunta davanti a me Drake, più pallido del solito e molto spaventato.
"Corri." Fa lui mettendomi le mani sulle spalle.
Qualche secondo dopo compare davanti a lui una nuvola nera, e da essa una lama che gli trafigge il corpo facendolo cadere a terra.
"Drake... no!!!" Grido piangendo.
"Tanto prenderò anche te." Mi bisbiglia la figura scura.
Essa è impercettibile alla mia vista, poiché poco dopo queste parole, cado a terra perdendo i sensi.
Tutto si fa opaco, come quel giorno al parco, quando Drake mi salvó la vita.
Mi sveglio di colpo ansimando.
"Abigail che succede? Stai bene?" Mi chiede Drake sobbalzando anche lui per lo spavento.
"Tu ... oddio Drake..." Lo indico con le lacrime agli occhi.
"Io cosa?"
"Tu morivi! Qualcuno ti uccideva, ti trafiggeva con una lama e poi diceva che avrebbe ucciso anche me." Dico col fiato corto.
"Lucian...figlio di..." non termina la frase.
"Chi?" Chiedo incuriosita.
"Lucian. Un mio vecchio nemico. Se così possiamo chiamarlo."
"Ah." Rimango attonita.
"Che ci faceva nel mio sogno?" Aggiungo.
"Tra me e lui c'è sempre stata rivalità. Entrambi volevamo le stesse cose. Chiamala fortuna del principiante, ironia della sorte o quel che ti pare.
Fatto sta che le cose che lui desiderava ardentemente le ottenevo sempre io e a lui questa cosa non è mai andata giù." Conclude con un accenno di nervosismo sul volto.
"Ah... ma perché era nel mio sogno?" Domando di nuovo.
"Non posso ancora dirtelo."
"Certo, non puoi ancora dirmelo.
Però puoi spiegarmi perché l'altro giorno, quando quella cosa mi ha attaccato, nel momento in cui sono caduta a terra ti ho visto saltargli a dosso aprendo due ali enormi dietro la schiena?" Dico senza prendere fiato.
Drake sbianca di colpo. Forse non si aspettava che io mi ricordassi dell'accaduto al parco.
"No... ma dai... ti sarai sicuramente sbagliata. Magari lo shock è stato talmente forte che in quel momento hai visto cose che non erano effettivamente reali." Vaneggia.
"Drake, so quello che ho visto... ma soprattutto..." mi guardo intorno confusa "che ci facciamo in una stanza di un motel?"
"E che hai visto?" Fa finta di nulla.
"Non prendiamoci in giro Drake!
È vero, lo shock sarà stato anche forte, perché avevo la caviglia rotta e la testa mi stava scoppiando, ma so quel che ho visto, e so che non me lo stavo immaginando. Di certo non mi immaginerei mai che dalla tua schiena spunti fuori un paio d'ali nere."
Per qualche minuto il silenzio regna nella stanza.
"E va bene, ora ti dico tutto. Ormai sei stata coinvolta, ed è giusto che tu sappia la verità."
Si ferma per un istante, poi si alza all'impiedi, si sfila la t-shirt e, contraendo i muscoli delle braccia, fa uscire le sue grandi ali.
Alza lo sguardo, i suoi occhi sono completamente neri.
"Io sono questo..." Mi osserva sospirando, aspettando che io dica qualcosa.
"...wow."
Segue qualche minuto di silenzio... poi risponde alla seconda domanda. "Ti ho portata qui per proteggerti... questo é l'unico posto in cui nessuno ti cercherebbe mai."
Per un attimo rimango a bocca aperta, non so se sia per il fatto che si sia tolto la maglietta, rivelando così un fisico a dir poco statuario, oppure perché mi abbia appena dimostrato di essere una specie di cupido incazzato.
"S-sei... u-un..." Balbetto rimanendo con lo sguardo fisso sui suoi pettorali.
"Sono un demone." Fa lui.
"Si, esatto, era proprio questo che volevo dire." Mi fingo disinvolta.
"Abigail sono sempre io, non devi avere paura di me, non ti farò mai del male."
I miei occhi sono ancora sui suoi.
Mi alzo dal letto e mi avvicino sempre di più a lui, avanzando lentamente.
Tendo la mano in avanti, per toccare le piume nere delle sue ali, ma mi fermo.
Mi giro verso di lui, e noto i suoi occhi che pian piano da neri tornano blu, il suo respiro si fa sempre meno affannoso.
Poggio la mano sul suo petto, ornato da tribali tatuati, rimanendo a guardarlo per qualche secondo. Poi sul suo viso, carezzandogli la guancia. "Lo so." Gli sussurro.
"Quindi... non hai paura?" Domanda lui.
"Non ne ho mai avuta." La mia bocca si piega in un leggero sorriso.
Il fatto che Drake mi abbia appena rivelato la sua vera identità, anche se è la cosa più assurda che io abbia mai visto, è niente a confronto di ciò che ho passato, dopo la morte dei miei genitori.

 Il fatto che Drake mi abbia appena rivelato la sua vera identità, anche se è la cosa più assurda che io abbia mai visto, è niente a confronto di ciò che ho passato, dopo la morte dei miei genitori

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