13. AMORE IN FUGA

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Siamo qui in aeroporto non so da quanto tempo ci stiamo baciando. Sento le mani di Jason che mi cingono i fianchi, poi una sua mano si sposta sulla mia schiena e l'altra sul sedere... mi avvicino sempre di più a lui e sento la sua erezione che mi preme sulla pancia. Metto le mie mani sulle sue spalle, sento un suono strozzato venire dalla sua gola, così mi ricordo quello che mi aveva raccontato, così le spose tra i capelli. Risento i suoi capelli tra le dita dopo giorni, li tiro, ci gioco, ma allo stesso tempo lo avvicino di più a me, alla mia bocca. Voglio quest'uomo come non l'ho mai voluto prima. Continuiamo finché non sentiamo diversi suoni... Click click click.
Ci metto un po' a capire che sono i suoni prodotti dalle macchine fotografiche ... Mi risveglio dalla mia trans con le labbra che mi fanno male per questo piccolo amplesso, noto che anche Jason è disorientato ma poi prende in mano la situazione. Usa il suo corpo come scudo e io cerco di afferrare la mia valigia.

- signor Connor chi è la sua amica?
- finalmente conosciamo la ragazza che ha messo il guinzaglio al grande Playboy?
- signorina come si sente ad avere accalappiato il più grande scapolo di Seattle?
- signor Connor a quando le nozze?
- signorina dove voleva andare?

Domande domande tante altre domande che si sovrappongono una sopra l'altra diventando incomprensibili, ma tutte, almeno la maggior parte puntano allo stesso argomento, chi sono io e quando ci sarà il matrimonio o se questa storia è una cosa seria. Jason continua a farmi da scudo cerca di far allontanare i giornalisti... È un'ardua impresa calcolando che è da solo, sto per dargli una mano quando a un certo punto vediamo un uomo in giacca e cravatta con alcuni uomini che spingono giornalisti fuori dall'aeroporto.

-Mark portaci via

subito L'uomo in giacca e cravatta si gira verso di noi e fa un cenno con la testa. Prendo la valigia e velocemente ci dirigiamo verso l'uscita...

-Chi è Mark?
-Il mio autista
-Non solo quello vedo
-Si è vero... È anche il capo della mia sicurezza

Quindi Jason ha anche una guardia del corpo, mi chiedo perché. Vuol dire che Jason è in pericolo? Mentre formulo questo pensiero non mi rendo conto che siamo usciti dall'aeroporto e che ci stiamo dirigendo verso una macchina è una Audi R8 spider di colore grigio. Noto che questo è un colore che usa spesso il signorino. La guardo ammirata.

-Deve essere sensazionale guidarla
-Si lo è... E sai che ti dico. Guida tu
-Cosa sul serio?
-Si. Portaci via di qui. Via dai giornalisti

Mi dà le chiavi e subito entra nella macchina ma non al posto del guidatore... Quindi non sta scherzando. Devo guidare io.
Rimango paralizzata per qualche secondo finché non sento il baccano dei giornalisti e delle macchine fotografiche alle mie spalle. Mi sbrigo a salire inserisco la chiave nel quadrante e l'accendo. Sento subito il motore che si avvia e non so perché non sono più nervosa... Mi sento euforica. Non ho mai guidato una macchina del genere, spero di non fare figuracce. Mi immetto nella corsia e incomincio a guidare.
Con la coda dell'occhio vedo che Jason è teso...

-sei sicuro che non vuoi guidare tu?
-no vai.
-sicuro?
-si
-Ok... Dove vado?
- scegli tu. Basta che li semini

Faccio lo slalom tra le strade di Seattle finché non mi viene l'idea di allontanarmi completamente dalla città. Mi dirigo verso la I-5 ed è proprio in quel momento che accelero è sento la vera potenza della macchina.

-Rallenta... Finiremo per ammazzarci.
-Ok.

Vedo alle mie spalle con lo specchietto retrovisore qualche giornalista che non vuole lasciarci in pace.

- Che ossi duri

Guardo Jason per chiedergli il permesso, ci fissiamo per poco, finché non lo sento sbuffare e allacciarsi la cintura di sicurezza.

Cuori in volo (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora