Ormai sono in viaggio da quasi quattro ore e sto per fare la prima sosta, sia per andare in bagno sia per comprare qualcosa da mangiare e da bere, l'autogrill non è molto distante, necessito davvero di una pausa se non voglio rischiare di andare a sbattere. Mi parcheggio esattamente davanti alla vetrina del negozio, inoltre devo fare anche benzina altrimenti rimango qui; entro e il profumo dei panini appena sfornati mi invade il setto nasale, ho una fame impressionante.
Mi siedo su uno sgabello ed ordino dal primo ragazzo che vedo dietro al bancone: un tramezzino con prosciutto e formaggio e una bottiglietta d'acqua frizzante.
Finisco di mangiare e sosto al bagno per qualche minuto, faccio benzina e sono nuovamente carica per mettermi in viaggio. Ancora mancano cinque ore all'arrivo, il viaggio è pesante, ma fortunatamente la musica non mi abbandona; credo che appena metto piede nel college, una volta scaricata la macchina e salita in camera, mi appoggerò sul letto e dormirò fino a domani mattina.
Finalmente arrivo, parcheggio e scendo per liberare l'auto dagli scatoloni; apro la sportello e scendo sgranchendomi le gambe e prendendo un po' d'aria, il posto è un incanto. Non faccio in tempo ad aprire il porta bagagli che subito mi vedo venire incontro un ragazzo alto, con occhi scuri e capelli castani, ha un sorriso smagliante ed è decisamente molto carino.
"Ehi, ti serve una mano?" si avvicina a me sorridendo.
"Ciao, no grazie, posso farcela anche da sola."
"Dai insisto, in ogni caso piacere David." allunga la mano.
"Piacere Hailey, grazie mille." ricambio il gesto.
Prendiamo man mano tutti gli scatoloni, le valigie e mi aiuta a portarli in camera; la stanza è grande al punto giusto, ci sono due letti: uno tutto sfatto, con dei vestiti sparsi ovunque e l'altro vuoto, è il mio. C'è un armadio enorme pieno di vestiti da una parte e vuoto dall'altra, una finestra che affaccia sull'immenso giardino colorato del college, dal quale, inoltre, proviene un buon odore di erba tagliata, che a me piace moltissimo. Ci sono due scrivanie, non vedo l'ora di usare la mia per scrivere le mie solite storie d'amore e studiare, l'altra è piena di cianfrusaglie, sono proprio curiosa di conoscere la mia compagna di stanza, l'unica cosa che so di lei è il suo nome, Aria Clark. Appoggio la borsa e la giacca sul letto.
"Ti va se ti accompagno a fare un giro per il college? Giusto per farti un'idea del posto." mi chiede David con ancora il sorriso stampato sul volto.
"Dovrei sistemare."
"Dai, hai tutto il tempo per farlo, ci mettiamo poco."
"Sei molto gentile con me, come mai?"
"Mi piace fare amicizia e poi sembri una ragazza molto gentile e particolarmente timida."
"Si nota tanto? Comunque dai, fammi strada."
Mi accerto di aver chiuso la porta per bene e lo seguo in questo immenso corridoio. Per prima cosa mi fa fare un giro nei dormitori, bene o male sia quelli maschili che quelli femminili sono simili; disposti in quattro piani dove ognuno di essi ha dei corridoi lunghissimi e pieni di camere; ovviamente quello femminile è un po' più ordinato e profumato, ma non importa.
Ci dirigiamo all'edificio dove si svolgono le lezioni durante la settimana, anch'esso è formato da corridoi immensi e da tre piani; in ciascuno ci sono diversi armadietti divisi per ogni anno di studio, sono tutti colorati e personalizzati... Penso di dover fare qualcosa anche sul mio, inoltre classi diverse per ogni materia. Al primo piano, subito sulla destra, c'è una stanza smisurata dove si trova la mensa per la pausa pranzo che da quanto ho letto sul sito del college prima di mandare la domanda, dura dai trenta ai quaranta minuti; è piena di tavoli rossi sia rettangolari che rotondi per un massimo di sei studenti l'uno.
La mensa fornisce qualsiasi tipo di piatto canadese giustamente, a partire dal 'Poutine', lo 'Smoked Meat Sandwich' e per finire la 'Tourtiére', senza tralasciare anche qualche piatto americano che David mi ha elencato in questo momento come la 'Banana Split' che amo, 'Cheesesteak' ossia un panino pieno di squisitezze che mia nonna mi faceva trovare ogni domenica che stavamo a pranzo da lei, i 'Philly Pretzel Factory' e molte altre prelibatezze.
Una volta usciti ci rechiamo verso la palestra, è tutto straordinario, i posti a sedere sono tantissimi e sono utili principalmente per gustare dei popcorn o dei salatini durante le partite di pallavolo e basket. Ci sediamo.
"Durante il pomeriggio dovrai praticare qualche sport o attività per avere dei crediti in più, cosa ti piacerebbe fare?" mi domanda.
"A Pittsburgh mentre frequentavo il liceo ero titolare nella squadra femminile di pallavolo, penso che farò qualche selezione per provare ad entrare nella squadra."
"Bene! Avremo una nuova giocatrice!"
"Tu invece? Fai qualche attività nel pomeriggio?"
"Sì, gioco titolare nella squadra di basket 'Niagara River Lions', siamo una delle squadre più forti per il momento."
"Allora la prossima partita che giocate in casa avvisami, verrò a vedervi e farò sicuramente il tifo per te."
"Ci conto!" entrambi iniziamo a ridere.
Una volta usciti mi porta a vedere il campo di hockey sul ghiaccio, fuori ci sono molti ragazzi che attendono le 15.00 per cominciare l'allenamento; sono tutti abbastanza grossi di corporatura, indossano dei pantaloni attillati neri e una maglia gigante colorata bianca e rossa, inoltre hanno già indosso tutte le protezioni necessarie, ho quasi paura.
Il vento mi accarezza dolcemente i capelli, ci sono la bellezza di soli 59°F e siamo seduti su una piccola collina che si affaccia proprio sul campo; solitamente da fuori non puoi vedere gli allenamenti perché giustamente il campo è al coperto, anche questo lo è, ma per mia fortuna le mura sono vetrate e posso ammirare il gioco anche da fuori senza dover entrare e vergognarmi. Tra tutti ne ho notato uno in particolare, molto carino, è in compagnia di un'altra ragazza, però per curiosità domando lo stesso.
"Chi è quel ragazzo seduto al bar vicino alla ragazza bionda?"
"Si chiama Evan, gioca nella squadra e il suo ruolo è attaccante, hanno vinto molte partite, ma comunque sia non è un ragazzo molto popolare, ha pochi amici, ma giusti, tra cui il migliore che sono io, ci conosciamo da dieci anni ormai, ci siamo sempre stati l'uno per l'altro e fidati è carino, ma ti anticipo che ha un problema all'occhio, e comunque sia quella bionda vicino a lui è Adeline; una ragazza con cui si sente da poco."
"Che problema ha all'occhio?" gli chiedo spudoratamente senza alcuna vergogna.
"Aveva solo otto anni, durante una solita mattina a scuola l'occhio gli diventò rosso e gli causava dolore, così la madre lo portò a fare una visita e gli dissero che si trattava di 'uveite' e da quell'occhio, nonostante abbia provato con un'operazione chirurgica, tutt'oggi non ci vede niente. Fortunatamente è il tipico ragazzo ironico e ci scherza sopra ignorando i pensieri e i giudizi della gente."
Mi dispiace moltissimo per Evan, credo che al suo posto sarei già sprofondata in una depressione impressionante, vorrei conoscerlo, da quanto dice David deve essere un ragazzo simpatico e interessante.
"Me lo farai conoscere prima o poi?"
Ma come mi è uscita dalla bocca questa domanda...
"Ti interessa?"
"No, ma sembra carino e mi piacerebbe conoscerlo."
"Certo, caso mai stasera, io e alcuni miei amici usciamo, c'è anche Evan e inoltre con la scusa conoscerai anche gli altri, giusto per ambientarti un po'."
"Va bene, però ora devo andare, ho ancora gli scatoloni imballati da sistemare e per di più dovrò conoscere Aria, dunque ci vediamo più tardi."
"Se vuoi lasciarmi il tuo numero così verso le 21.00 ti mando un messaggio o magari ti chiamo, come preferisci tu, e ci vediamo fuori il tuo dormitorio."
"Perfetto."
"Solo un secondo... Vai."
"212-435-2311"
"Okay, ci vediamo tra un paio d'ore." mi sorride.
"A più tardi!" ricambio il sorriso.
Mi alzo di corsa e mi dirigo verso il dormitorio sperando di ricordare la strada e non perdermi. Finalmente arrivo, tiro fuori le chiavi e aprendo la porta, con un sorriso a trentadue denti, trovo la mia compagna di stanza ad accogliermi.
"Ciao, mi chiamo Aria, sono felice di conoscerti finalmente, l'attesa non finiva più."
"Ciao Aria, sono Hailey, piacere mio!"
È la tipica ragazza tranquilla a primo impatto, ha dei capelli neri e ricci, un viso paffutello ed è davvero carina; credo che tra di noi le cose andranno molto bene o almeno lo spero, devono per forza andare bene, cinque anni insieme in una camera da condividere e odiarci potrebbe essere un problema.

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Finalmente Noi
Storie d'amoreCambiare vita è sempre un passo molto importante: vuol dire cambiare paese, cambiare amici, non avere più la tua famiglia al tuo fianco. Hailey l'ha fatto e per lei non è stato facile, ma grazie ad Aria, a David e a Evan riuscirà ad affrontare la ba...