Sono una ragazza piuttosto semplice, il mio unico vizio è notare e dare importanza alle piccole cose e soprattutto mettere gli altri prima di me stessa. Vivo a Pittsburgh in Pennsylvania o meglio sono nata qui il 23 ottobre del 1977, una grande città, dove le persone sono molto amichevoli e se ne hai bisogno ci sono, principalmente se sei nuovo, o magari un turista e chiedi delle informazioni su qualche museo, siamo pronti a dare una mano e magari anche a portarvi lì nel posto desiderato. È una città molto famosa per lo sport, i più praticati sono l'hockey sul ghiaccio, il baseball e il football americano.
A Pittsburgh c'è una strepitosa panineria, un posto molto affollato, dove si usa mettere le patatine fritte nei sandwich. La particolarità è la varietà di etnie dell'immigrazione dell'Europa. Passiamo dal quartiere francese a quello tedesco o italiano e molti altri da non perdere; ognuno di loro ha le sue caratteristiche originarie ed è uno spettacolo unico.
Sfortunatamente sono i miei ultimi giorni qui, siamo nel 1995 e domani inizieranno i miei esami finali per prendere il diploma e dire addio oltre che alla mia famiglia e ai miei amici anche alla mia scuola, il classico posto dove fai le prime amicizie o dove incontri il primo amore; ho passato dei momenti pieni di gioia e anche di tristezza qui, ma ho bisogno di prendere la mia strada e partire.
È il 16 giugno, sono le 7.00, il sole è in cielo da poco e sono in preda al panico, tra un'ora devo essere a scuola. Inizio a prepararmi e naturalmente non mi faccio molti problemi su cosa mettermi o sul trucco o addirittura sulla pettinatura, mi accontento di una comoda tuta, una felpa semplice, una coda alta e corro dritta a scuola senza neanche fare colazione.
Sono sull'autobus, al mio solito posto, ovvero il penultimo sulla fila di destra vicino al finestrino con le mie cuffie e la mia Playlist, l'unica pecca è l'agitazione. Una volta arrivata vedo in lontananza tutte le mie amiche con i libri in mano, ovviamente c'è Charlotte, la più carina del gruppo, che durante l'anno non ha combinato un bel niente e piange perché convinta di non superare l'esame e di finire a lavorare in un alimentari; seduta davanti a lei c'è Katy, una delle ragazze più studiosi che io conosca, l'una l'opposto dell'altra.
Appena entro nell'aula di letteratura inglese, davanti a me trovo tutti i professori che attendono con ansia la mia esposizione del Senior Project.
"Buongiorno a tutti, il mio progetto si basa su un romanzo d'amore che tratta di una ragazza con problemi familiari che incontrerà un ragazzo più grande. Questo ragazzo vive in una casa-famiglia del quale si innamorerà, ma la loro relazione sarà molto complicata per via dei genitori di lei e dei problemi di lui."
I professori iniziano a farmi delle domande come ad esempio: "Signorina Walker quante ore ha impiegato per terminare questo lavoro?" oppure "È stato impegnativo per lei?". Nel frattempo stanno pensando al mio percorso durante gli anni, le mie verifiche, i miei voti e i miei progetti per dare una valutazione finale; esco dall'aula e aspetto con preoccupazione domani per avere una conferma, se posso partire per il college oppure no.
Ho notato dai miei compagni precedenti che non impiegano molto tempo per far uscire i risultati, quindi l'attesa è la peggior bestia.
Sono stesa nel mio comodo letto che spero non vedere per i prossimi cinque anni, incrocio le mani dietro la testa e ammiro la mia stanza; è sempre stata un rifugio per me, soprattutto dopo la scuola quando prendevo dei brutti voti e cercavo di evitare le sgridate dei miei o quando ero triste che potevo benissimo chiudermi in me stessa sotto le calde e dolci coperte con un odore di lavanda impressionante. Sono contenta del mio percorso di vita fino ad ora, spero davvero in un buon futuro per me, ho troppi progetti al quale aspirare. Finalmente è il 17, fuori ci sono 46°F, è una giornata solare ed è perfetta per prendere questo diploma; è il grande giorno e sul letto mi aspetta il mio abito accademico tutto nero, non posso chiedere colore migliore, mi preparo. Faccio una doccia tiepida per rilassarmi un po', ma al tempo stesso abbastanza in fretta per non fare tardi almeno oggi. Io e mia madre Daisy usciamo per prime e ci dirigiamo verso la scuola, tra poco ci raggiungeranno anche mio padre John e mio fratello Liam, stanno ancora finendo di prepararsi.
Fuori scuola ci sono tutte le mie compagne che mi stanno aspettando per entrare insieme, ieri abbiamo detto che aspettavamo fino all'ultima per farci coraggio ed affrontare il corridoio che porta alla stanza della consegna dei diplomi insieme; dentro questa sala immensa ci attendono i professori, la preside e tutti gli esterni, ho molta ansia.
Iniziano a pronunciare il nome di ogni singolo alunno presente nella sala quando sento 'Hailey Walker', tutti applaudono, come al solito mia madre piange per l'emozione ed io sono imbarazzata al massimo, su per giù ho la faccia dello stesso colore del cappello ovvero un bel rosso acceso, ma contemporaneamente sono fiera di me stessa. Tra una settimana devo partire per andare al college, non ne frequenterò uno in America, ma uno in Canada; adoro i posti freddi, allora ne approfitto per andarmene via da qua ed iniziare una nuova vita altrove.
Gli scatoloni da portare sono tantissimi: uno per i vestiti, uno per i libri, uno per i miei effetti personali e molti altri. Mia madre non è pronta alla mia partenza, io sì, li sentirò tramite telefono con una scheda prepagata quando il tempo me lo permetterà dato lo studio, le attività e sicuramente i nuovi amici che conoscerò una volta lì.
È passata una settimana dal giorno degli esami, oggi è il gran giorno. Per questo motivo esco prima in modo tale di riuscire a salutare tutti i parenti e lasciare per ultimi i miei genitori, faccio un salto anche nella panineria dove lavorano due mie amiche molte care che a differenza mia frequenteranno un college qui e non ci vedremo per un bel po'; solitamente ci andavamo tutti insieme dopo le lezioni e spero davvero di trovare anche il resto dei miei amici senza dover girare tutta la città.
Le ore passano e finalmente sono a casa dopo tutti questi giri di baci e addii che non finivano più, mi faccio una doccia e mi preparo per partire mentre mio padre carica l'auto; una volta pronta afferro la borsa e scendo le scale velocemente.
Mia madre mi da un bacio e mi abbraccia fortissimo.
"Stai attenta amore mio, divertiti e fatti sentire ogni tanto, ci vediamo presto."
Abbraccio mio padre, mio fratello e salgo in macchina; sono esattamente le 9.00 e il viaggio è lungo.
Questo è l'inizio di una nuova vita.
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Finalmente Noi
RomanceCambiare vita è sempre un passo molto importante: vuol dire cambiare paese, cambiare amici, non avere più la tua famiglia al tuo fianco. Hailey l'ha fatto e per lei non è stato facile, ma grazie ad Aria, a David e a Evan riuscirà ad affrontare la ba...