Capitolo 7

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Di nuovo in piedi per una nuova giornata, mi alzo e con tanta cautela vado verso il bagno per lavarmi la faccia e mandare via il sonno, mentre al tempo stesso mi passo la mano tra i capelli grattando bruscamente il cuoio capelluto; mi lavo i denti e una volta tornata in camera rimango immobile davanti all'armadio.
La mattina qualsiasi persona rimane immobile per qualche minuto a pensare alla propria vita, a cosa fare ogni giorno che passa, che sia davanti all'armadio come spesso mi sorprendo a fare o magari sdraiati, meglio ancora seduti, sul letto prima di alzarsi del tutto.
La mia faccia in questo momento può benissimo essere paragonata a quella di un cadavere: occhi spenti, capelli spettinati, occhiaie fino al contorno delle labbra e la pelle bianca come il latte.
Passano dieci minuti.
Punto ad un jeans nero stretto con tasche anteriori e posteriori e una felpa rosa chiaro con una scritta piccola color bianco sulla parte sinistra del petto, solitamente non calzo colori di questo genere, ma volevo cambiare un po; indosso le mie scarpe da ginnastica di un rosa simile alla felpa e mi faccio una bella coda alta per poi mettermi gli orecchini a cerchio; prendo i quaderni, prendo lo zaino e vado a scuola, ma stavolta non sono sola, Aria è con me e per la prima volta dopo tutti questi mesi riusciamo ad uscire dal dormitorio insieme, solitamente sono io ad arrivare tardi alle lezioni.
Una volta arrivate all'entrata di scuola ci dividiamo e vado incontro al mio armadietto per prendere i libri necessari per la lezione della prima ora, ma esito un attimo prima di chiuderlo, con una mano ancora poggiata ad esso sento una voce familiare provenire dalla fine del corridoio e sporgendo la testa leggermente indietro vedo Jack... Ebbene si, Jack Lewis... Un ragazzo alto, capelli castani e occhi scuri, un bel fisico si, ma al tempo stesso un grande stronzo e inoltre anche il mio ex ragazzo; sbarro gli occhi e l'unica cosa che mi passa per la testa è 'cosa ci fa lui qui?'.
Sta parlando con altri ragazzi che non conosco. Mentre lo fisso noto che mi ha vista e di conseguenza cerco di chiudere in fretta il mio armadietto voltandomi dall'altro lato dandogli le spalle, cercando di camminare il più velocemente possibile... E al tempo stesso fare finta di niente.
Giustamente non basta, nell'arco di pochi secondi mi giro ed è al mio fianco, sinceramente non so cosa vuole, di certo non può presentarsi così dal nulla dopo tutto questo tempo.
"Hailey? Ma sei... Cosa ci fai qui?" mi domanda entusiasta.
"Jack..."
"Come stai?! È da un po che non ci vediamo eh?"
In realtà sono passati due anni e non ricordo affatto che fossimo rimasti in buoni rapporti tanto da chiedermi come sto... È davvero stupido... Fortunatamente sono solo i miei pensieri a parlare.
"Bene grazie, cosa ci fai qui?" gli chiedo fingendo un'aria non del tutto indifferente.
"Mi sono trasferito da poco, ma solo per frequentare il college, poi credo che me ne andrò da qui."
Ma ce ne sono di college al mondo e ovviamente lui doveva capitare proprio in questo... Non pensavo potesse finire così, le mie giornate saranno peggiori d'ora in poi, ma la cosa più complicata è riuscire a dirlo ad Evan.
" Beh, io ora devo andare, quindi... Ciao."
Me ne vado di corsa verso la mia classe e mi guardo alle spalle di tanto in tanto sperando che Jack non mi stia seguendo, ma sbatto improvvisamente sul petto di qualcuno...
Apro gli occhi spaventata pensando di aver appena sbattuto addosso a qualche estraneo, ma la fortuna al momento è dalla mia parte... È Evan, mi stava cercando.
"Ehi, eccoti finalmente, la lezione inizia tra cinque minuti!" mi prende la mano per portarmi dritta in classe.
"Ehi." mi rivolgo a lui con un tono di voce appena stressata.
Si ferma tutto d'un tratto e si gira versa di me.
"Piccola, c'è qualcosa che non va?" mi domanda con ansia... Mentre tra me e me pensavo 'qualcosa?'.
"Non ho niente, ora andiamo sennò facciamo tardi." gli rispondo distratta e dandomi un'occhiata in giro.
Non convinto mi afferra il braccio ed inizia a trascinarmi per i corridoi del college, vedo Aria entrare in classe, ma lei non vede me.
"Dove mi stai portando? Dobbiamo andare in classe..." alzo lievemente la voce.
"Non ho voglia di fare fisica in prima ora, non so tu che materia abbia, ma non m'interessa... La saltiamo insieme e ce ne andiamo fuori... Per di più devi spiegarmi come mai quest'aria tesa, distratta, sembra che tu abbia visto un fantasma... E poi non alzare la voce con me, non serve praticamente a nulla."
"Quando ho alzato la voce con te?"
"In questo preciso momento."
L'ho alzata giusto un po, non mi sono resa conto che fosse leggermente più alta di quanto mi aspettassi e non immaginavo una reazione così da parte sua.
"Mi dispiace amore, non immaginavo ti desse così fastidio."
Per un secondo mi sale l'ansia addosso, ma ora sono di nuovo tranquilla; siamo usciti dalla porta posteriore della scuola del piano terra e ci siamo diretti al nostro solito posto, al giardino fiorato; ci sediamo sulla panchina vicino a dei bei cespugli, quelli di ieri sera per essere più precisi. Fa davvero freddo, io indosso un cappotto pesante di colore grigio lucido con una sciarpa e dei guanti abbinati, mentre Evan ha solamente una giacca felpata con uno scalda collo, non riesco a capire come fa a non tremare.
Fuori siamo completamente soli, la piazza e il giardino sono vuoti giustamente, mi prende le gambe e in maniera delicata le poggia sulle sue, nonostante i miei pantaloni e i suoi riesco a sentire il calore della sua pelle... Incredibile, davvero...

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