Capitolo 8

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Bella domanda, cos'è successo tra di noi, cos'ha combinato lui... Cosa ho passato a causa sua, cos'ho dovuto superare da sola oltretutto.
"Sei sicuro che devo parlare?" provo ad insistere nuovamente.
"Voglio sapere la storia..." insiste lui "... Quindi si, ti ascolto."
Si sdraia sul mio letto ed io accanto a lui iniziando l'immenso discorso.
"Sono passati due anni, l'ho conosciuto al liceo, sai il tipico ragazzo tutto palestrato... Capitano della squadra di baseball, molto popolare... Mentre io sono totalmente il contrario, in carne, non troppo bella, inoltre non avevo tanti amici, erano pochi ma buoni."
M'interrompe.
"Che stupida che sei... Continua."
"... Beh come dicevo eravamo due opposti e neanche ci facevo caso a lui, ma Jack un giorno verso la fine di giugno si fece avanti dicendomi una marea di cazzate come ad esempio 'ti ho sempre voluto parlare', 'sei davvero bella, ma mi vergognavo' e nonostante ciò ci ho creduto, perché comunque non avevo mai ricevuto attenzioni e non sembrava vero che un ragazzo, comunque dall'aspetto abbastanza carino, potesse provare qualcosa per me... Abbiamo passato un'estate insieme fino ad arrivare a novembre..."
"Cos'è successo a novembre?"
"Stavo a casa, decisi di andare da lui senza preavviso, pensavo gli avrebbe fatto piacere, ma era con un'altra ragazza, non si è degnato neanche di guardarmi in faccia o di chiedermi scusa, me ne sono andata senza dire una singola parola."
Mi giro verso David e lo guardo negli occhi mentre mi scende una lacrima, è il passato lo so bene, ma sono stata davvero male per lui e certe volte ricordare è triste, ho la voce che mi trema. Con una faccia da bambino triste e le labbra all'ingiù mi abbraccia forte e mi dice di stare tranquilla.
"Basta piangere, sai che sono sensibile, sennò mi faccio trasportare anche io e scoppio a piangere come un bambino poi."
Mi scappa una risata e con la manica della felpa mi asciugo le lacrime.
"Poi chi ci ferma più." gli rispondo sempre ridendo.
Adoro David, ci conosciamo da un paio di mesi, ma è fantastico, una di quelle persone che puoi chiamare anche alle 3.00 di notte, prima magari si lamenta un po dicendo che ha sonno, ma poi c'è; spero davvero di continuare così con lui e di non perderlo, sarà sicuramente il mio migliore amico.
"Grazie, davvero." gli dico con la voce soffocata ancora dalle sue braccia che mi avvolgono.
"Quante volte ti devo dire che non c'è bisogno di ringraziarmi, mi dispiace di averti costretto a raccontare la storia."
"Ve bene, sto bene." mi sorride.
Il pomeriggio passa in fretta e David aveva degli impegni, ormai è sera, sono le 21.30 e a momenti arriverà Evan, anche se l'ho visto questa mattina mi manca davvero tanto, mi mancano i suoi abbracci, i suoi baci dolci all'angolo della bocca, quando mi accarezza i capelli e mi sfiora dolcemente il viso con le sue belle mani, insomma mi manca e basta.
Viene a vedere un film, ancora non so quale, ma sono sicura che il film non lo vedrà nessuno dei due, mi faccio alcuni pensieri perversi... Ma c'è un problema, dovrò anche dirgli della spiacevole visita di oggi, sarà dura...
Bussano alla porta e davanti mi trovo Evan con un sorriso sfavillante; ha un jeans nero, una felpa grigia e le sue scarpe da ginnastica preferite... È davvero bello e il suo profumo invade le mie narici all'istante facendomi perdere la testa, ma riuscendo al tempo stesso a mantenere la calma; ha portato le caramelle gommose, le mie preferite, da mangiare durante il film e non vedo l'ora.
Ci stendiamo sul letto e neanche il tempo di accendere la televisione che lui mi sta già baciando il collo mentre mi stringe a lui...
"Amore fermati..."
"Cosa c'è piccola?"
"Devo parlarti un attimo."
Da sdraiati, ci alziamo e ci sediamo, si vede che sta iniziando a preoccuparsi, gli prendo le mani... Dire a qualcuno 'devo parlarti' non è mai una buona cosa.
"Dimmi..."
"Non mi va di girarci troppo intorno, dunque andrò dritta al punto... Oggi Jack è venuto qui."
Mi lascia le mani e le chiude in pugni stringendole forte dalla rabbia.
"Cosa voleva?" i suoi occhi hanno uno sguardo di fuoco.
"È venuto a farmi gli auguri, si ricorda ancora del mio compleanno, gli hanno detto, non so chi, quale fosse la mia stanza ed è venuto qua."
Si vede che vorrebbe spaccare qualcosa però cerco di tranquillizzarlo, di certo non voglio che faccia danni, che si mette nei guai o addirittura che si faccia male. Gli prendo di nuovo le mani e lo fisso negli occhi.
" Ehi, amore, tranquillizzati... Io sono con te non con lui, okay? Voglio te non lui, sei tu che sei seduto qui davano a me non lui e io... Io amo te non lui!"
Il suo volto cambia totalmente, i suoi occhi diventano lucidi tutto d'un tratto e il suo magnifico sorriso torna su quel bel viso, mi prende la faccia con le sue mani calde e delicate e mi bacia, non si stacca, perdo battiti ogni volta che mi passa la mano tra i capelli e non accorgendomi di nulla cadiamo dal letto per finire a terra in una risata enorme; mi guarda ancora una volta negli occhi con la testa appoggiata al lato del letto... È bellissimo, i suoi lineamenti sono oro per i miei occhi, non faccio altro che guardarlo, come se ne avessi bisogno... Come se fosse l'unica ragione per il quale continuare a vivere.
"Hailey Walker..."
"Si...?"
"Ti amo."

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