Capitolo 2 (parte 2)

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"Da dove vieni?" mi domanda curiosa.
"Pittsburgh, Pennsylvania, tu?"
"Io mi sono trasferita qui da Boston, Massachusetts, insieme ad un'altra ragazza che magari ti farò conoscere."
Mi siedo sul letto e nel mezzo della conversazione inizio ad aprire qualche scatolone.
"Deve essere una bella città Boston, vero?"
"Credimi lo è... È la città più grande dello Stato del New England nonché il centro economico e culturale più importante."
"Straordinario, spero di avere l'occasione di visitarla un giorno."
"Certo."
"Senti, io inizio a dare una sistemata qui, almeno mi levo il pensiero e via."
"Fai pure... Comunque stasera devo uscire con la mia amica di cui ti parlavo poco fa, ti va di venire con noi?"
"Mi piacerebbe molto, ma sono già le 18.30, una volta finito con questi scatoloni devo prepararmi perché sono già stata invitata da un ragazzo che ho conosciuto subito dopo che sono arrivata qui, starò con lui e i suoi amici, ma ci vediamo stasera appena rientri e magari facciamo un'altra volta."
"Sì, ci vediamo stasera tardi, prima o poi faremo un'uscita anche con Marselin, andremo molto d'accordo noi tre, ne sono convinta."
Appena Aria si reca fuori dalla camera, comincio con il collocare i vestiti nella mia metà dell'armadio e subito dopo faccio il letto con delle lenzuola pulite e fresche, con il solito odore di lavanda, lavate da mia madre questa mattina presto prima della mia partenza. A questo punto prendo il telefono e chiamo subito i miei genitori... Ovviamente risponde mia madre.
"Amore mio, che bello sentirti, come va? Come sono le cose lì? Il viaggio è andato bene?"
Immaginavo che mi avrebbe riempito di domande.
"Ciao mamma, qui tutto bene, ho già iniziato a sistemare; ho conosciuto la mia coinquilina, si chiama Aria, è molto simpatica e inoltre questa sera devo uscire con un ragazzo conosciuto un paio d'ore fa offertosi di aiutarmi a portare valigie e scatoloni in stanza, si chiama David, per giunta mi ha anche fatto fare un giro del college... Qui è tutto meraviglioso."
"Sono felice di sapere che stai bene e soprattutto che ti sei già ambientata con gli altri studenti."
"Sì, anche io... Ma Liam e papà?"
"Sono usciti un'ora fa per andare a fare la spesa e non sono ancora tornati, sai che quando escono se non stanno fuori una manciata d'ore non sono contenti, comunque sia te li saluto io e ci risentiamo presto."
"Certo, grazie mamma, dai un bacio enorme a tutti... Ci sentiamo!"
"Ti voglio bene amore."
"Anche io mamma."
La giornata è passata in un attimo, sono già le 19.00 e ancora devo farmi la doccia, scegliere cosa mettermi e fare qualcosa per la mia faccia orrenda, solitamente non penso a queste cose, ma se David ha detto che ci saranno anche i suoi amici e soprattutto ci sarà Evan, almeno al primo incontro dovrò essere presentabile, penso... Fortunatamente abbiamo il bagno in camera, ero convinta del contrario; accendo il riscaldamento per lavarmi e nel frattempo che aspetto metto subito la mia Playlist a tutto volume, partendo con la mia canzone preferita e continuare con le altre.
Esco dalla doccia e per prima cosa asciugo i capelli e indubbiamente dovrò farmi la piastra per non sembrare un leoncino. Non so davvero dove mettermi le mani per il provare i vestiti; fuori ci sono 43°F bene o male e per questo sceglierò un outfit caldo ed elegante.
Indosso una maglia di colore bordeaux velata sulle maniche e sul decolté e con una scollatura a cuore molto attillata che abbinerò al mio rossetto rosso castagno e calzerò dei tacchi alti, neri, anch'essi con decolté e un cinturino con una fibbia d'oro sulla caviglia per sembrare più alta rispetto agli altri ed i miei jeans preferiti.
Per finire, o meglio, per dare un tocco di classe, metterò degli orecchini a cerchio color argento, dei bracciali e una catenina, concludendo il tutto con una spruzzata del mio profumo delicato, ma al tempo stesso provocante. Sono le 20.55 e mi arriva un messaggio da David.
'Scendi, tranquilla ci sono solo io, gli altri non sono ancora arrivati.'
Mentre scendo le scale dentro di me ho solo un pensiero fisso, ovvero 'Come mi presento? Ciao, mi chiamo Hailey? No, troppo banale magari, piacere sono Hailey?' insomma sono davvero agitata.
Esco e noto David che mi attende seduto sul muretto accanto all'entrata del dormitorio.
"Sei molto elegante."
"Solitamente indosso la prima cosa che trovo dentro l'armadio, ma per stasera ho fatto un'eccezione perché devo fare buona impressione sui tuoi amici."
"Devi fare buona impressione sui i miei amici o su Evan?"
Per un momento le guance diventano infuocate e ripeto.
"No... È per fare bella impressione almeno la prima sera..." e faccio una risata imbarazzata.
"Sicura?"
"Sì..."
"Va bene, allora andiamo, mi è appena arrivato un messaggio da Evan e ci stanno aspettando al bar fuori il campo da hockey."
"Andiamo, non facciamoli attendere..."
Arriviamo e la prima cosa che penso è che sono davvero tanti, sono in piedi vicino a delle sedie e non sono sicura che siano arrivati tutti, sono molto dimeno rispetto ad oggi pomeriggio, non facciamo in tempo ad avvicinarci che uno di loro si fa avanti per presentarsi e salutare.
"Piacere Brandon."
"Piacere Hailey." Brandon non è troppo alto, ma sembra carino.
Una volta presentatosi il primo ragazzo di conseguenza iniziano a presentarsi anche gli altri, fanno tutti parte della squadra, di cui Brandon è il capitano.
"Piacere Hayden."
"Hailey."
Si avvicina Evan.
"Ciao, piacere, mi chiamo Evan." dice con molto imbarazzo.
"Ciao, mi chiamo Hailey."
"Si, ho sentito mentre ti presentavi agli altri."
"Sì..."
"Bel nome comunque."
"Grazie..." sorrido leggermente.
David con molta tranquillità si avvicina.
"Stiamo aspettando altri amici e le loro ragazze, poi decidiamo cosa fare."
"Va benissimo."
Mi metto seduta su una sedia distante dagli altri, è fredda e umida, inoltre c'è un leggero vento; vedo Evan prendere una sedia e sedersi vicino a me.
"Cosa ci fai qui tutta sola?"
"Non conosco nessuno, oltre a David è ovvio, e sono timida... Preferisco stare in disparte."
"Non conosci nemmeno me che sono il migliore amico di David, eppure sono qui seduto accanto a te e già mi hai detto una tua caratteristica, la timidezza, sbaglio?"
"In effetti non hai torto."
"Dai, vieni con me, andiamo."

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