Quando mi svegliai Rosso non c'era già più.
Dovevo essermi addormentata.
Mi trovavo distesa nel mio letto con una coperta sopra.
C'era un post-it attaccato al comodino.
"Per qualsiasi cosa chiamami,
ci vediamo questo pomeriggio.
Christopher."
"Lurido bastardo!" Urlò Maggie, quando venne a mattina inoltrata. "Cosa avrebbe dovuto spiegarti?"
Restai in silenzio.
"Che il suo minuscolo coso era per caso andato a finire dentro la vagina di quella puttanella da quattro soldi?" Continuò, furiosa.
Risi.
"Quando lunedì lo vedrò..." Disse, e strinse la mano in un pugno. "Se la vedrà con me."
Scossi la testa. "Lascia stare, è solo un coglione." Borbottai.
"E io che condivido aria con gente del genere." Bofonchiò, prendendo un cuscino.
Lo strinse al petto e si sdraiò sul mio letto.
"Scusami se non ho risposto ieri sera, l'avevo lasciato nello zaino e quando stamattina ho visto le tue chiamate..."
"Tranquilla" risposi in un sorriso.
"A proposito.." Disse, curiosa. "Chi ti ha portato a casa alla fine?"
"Rosso..."
"Chi?"
"Quello che mi avrebbe dovuto dare ripetizioni."
"Ah sì?"
"Già, è stato gentile nonostante l'abbia trattato male."
"Com'è?" Chiese con un sorrisetto malizioso.
"Mag, ho appena scoperto che il mio ex mi ha tradito con la ragazza più schifosa della terra, non sono pronta per una nuova relazione!"
"Volevo solo sapere com'era." Disse, ridendo.
"Ha i capelli rossi, gli occhi azzurri, porta un paio d'occhiali neri, da nerd.
È quel genere di ragazzo con un libro sempre in mano."
"Interessante..." Borbottò.
Gli tirai un cuscino in faccia. "Non pensarci nemmeno!"
Rise. "Non dovrei pensare a cosa?" Chiese tutta innocente.
"Lo sai!"
Scherzammo per il resto della mattinata, finché non arrivò Rosso.
Margareth stava proprio per andarsene.
Si incontrarono sulla soglia della porta.
"Ehm, Maggie, questo è Rosso." Dissi. "Rosso, questo è Margareth, una mia amica."
Si strinsero la mano e si scambiarono un sorriso.
"Beh, allora vado." Disse Maggie, che a metà strada si voltò e mi fece l'occhiolino.
Scossi la testa e risi.
Andammo in cucina.
"Scusami ancora per ieri." Borbottai, imbarazzata.
Sorrise. "Stai tranquilla, è tutto a posto."
"Comunque siamo arrivati a Carlo II, o per lo meno, è quello che ricordo."
Rise.
"Vuoi iniziare con inglese o scienze?"
"C'è qualche differenza? In tutti e due i casi dovrò studiare." Bofonchiai.
"Iniziamo con inglese, è meno pesate.
Vedrai che non è così male, sul serio." M'incorraggiò.
Non ne ero così sicura. "Ma tu sei sempre sui libri?"
"Hey, non prendermi per un nerd sfigato che non ha una vita sociale!
Solo perché vado bene nelle materie che studio non significa che non esco mai.
Una volta che hai una tecnica di studio efficace, bastano solo due ore di studio al giorno e sei a posto."
"Solo?"
Rise. "Dai, iniziamo!"
Emisi un lamento.
"So, what do you remember about Carlo II? "
"Okay, Rosso, calmiamoci." Dissi, non avendo capito una parola di quello che aveva appena detto.
Rise.
"Come on, I know you can.
Rack your brain!"
"Okay.
Carlo II was Carlo I's son.
When he died, the kingdom passed to his brother Giacomo II."
"Not bad, but you still have to improve and study hard."
Sorrisi.
Studiammo per un'intera ora.
"Va bene se ora ci prendiamo una pausa?" Chiesi, esausta.
Annuì. "Okay."
"Aranciata o coca cola?"
"Aranciata."
Gli passai un bicchiere e presi un pacchetto di popcorn dalla dispensa.
Mi sedetti accanto a lui e iniziai a mangiare.
"Allora? Raccontami un po di te, non so praticamente nulla, a parte il fatto che sei un genio in tutto quello che fai."
Rise. "Non sono un genio, sul serio.
Me la cavo e basta.
Sto frequentando il primo anno di università e studio ingegneria informatica."
Feci una smorfia. "Non minimizzare le tue capacità." Borbottai. "Me la cavo e basta."
Imitai la sua voce.
"Hey, ma io non parlo così."
"Oh, sì invece." Dissi lanciandogli un popcorn.
Rise e prese un libro per pararsi dai miei colpi.
"Okay, tu invece?"
"Mh, vediamo..." corrucciai la fronte. "Ieri sera ho visto quello che era il mio ragazzo, scopare con una delle ragazze che più odio al mondo.
A mio padre non importa nulla di me e probabilmente verrò bocciata.
In conclusione, la mia vita fa schifo."
"Effy..." Iniziò.
Sforzai un sorriso.
"Va bene così."
"Tuo padre ti vuole bene, davvero." Disse. "E ti assicuro che se ti impegnerai, non verrai bocciata, sul serio."
Non ero molto certa delle sue parole.
"In quanto a quel bastardo che ti ha tradito, se lo incontrassi..."
Risi.
"Lasciamo stare, è meglio." Borbottai.
"Effy.." Disse, prendendomi una mano.
Mi voltai verso di lui, sorpresa. "Dico sul serio, sei una persona intelligente, lo so, e se ti impegni, ce la farai davvero."
Sorrisi.
"Grazie, Rosso."
Ero felice che credesse in me.
Nessuno lo aveva mai fatto, a parte Margareth.
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RED (#Wattys2016)
Teen Fiction"Resta, per favore." Effy ha 17 anni. Orfana di madre ed essendo figlia unica, vive insieme al padre Bobby. Popolare tra i maschi, Effy, ama divertirsi e uscire la notte. Quando il padre scopre che la figlia rischia di ripetere l'anno, chiede aiu...