Capitolo 18

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Scelsi di provare.

Dovevo far qualcosa.

Standomene con le mani in mano, nulla sarebbe migliorato.

Iniziarono così, questo nuovo trattamento, che durante i primi giorni sembrò funzionare.

Continuai a sperare, senza mai arrendermi.

Se si vuole una cosa, si cerca di tutto pur di raggiungerla.

Così feci con mio padre, feci di tutto perché rimanesse in vita.

Non potevo perdere anche lui, no.

Papà riusciva ora anche ad alzarsi e andare in bagno.

Inoltre, sembrava che questo medicinale gli causasse una gran fame, e per questo motivo mangiava sempre tanto.

Migliorò giorno dopo giorno, finché non decisero finalmente di dimetterlo.

Era di nuovo in forma e pronto per fare qualsiasi cosa.

Durante quel periodo passato in ospedale, capii che dovevo passare più tempo con lui, nonostante fosse quasi impossibile.

Abbiamo solo una vita, e il tempo che ci hanno concesso è limitato e prezioso, per questo motivo, bisogna imparare a saperlo usare al

meglio.

Ogni giorno, ora, minuto e secondo che passa, non lo potremo più riavere indietro.

Alla dimissione di papà, preparai dunque una lista di cose da fare con lui durante la settimana.

Anche lui, nonostante il suo lavoro, da quel momento in poi, cercò di passare più tempo con me.

Quel fatto ci aveva cambiati radicalmente e ora, il nostro rapporto non era più basato su urla e incomprensioni.

Era ormai giunta la fine dell'estate e presto sarebbe cominciata la scuola.

Andavo spesso da Maggie e passavo molto tempo con Dafne, la quale cresceva a vista d'occhio.

Sorrideva sempre e non smetteva mai di muoversi e scalciare, proprio come quand'era nella pancia di Mag.

Dopotutto quello che aveva passato, Margareth era stata ricompensata con un dono che valeva tutte le sofferenze del mondo.

Rosso ed io, passavamo molto tempo insieme e più il tempo andava avanti, più ero sicura dei miei sentimenti nei suoi confronti.

Ricordo ancora, quando durante gli ultimi giorni di vacanza eravamo andati in montagna, per avere un po' di quiete e silenzio.

Papà si fidava ciecamente di Rosso ed era sicuro che non mi avrebbe mai fatto del male.

L'aria che c'era, era fantastica.

La natura, gli alberi, i fiori, il lago all'interno del bosco, gli animali, il cielo stellato di notte, senza nemmeno una nuvola ad oscurare le belle stelle e la luna splendente.

Mi piaceva, quando di sera, ci sdraiavamo sull'erba, l'una accanto all'altro, a parlare del più e del meno, ad ammirare il cielo e ascoltare i rumori della natura.

Rosso era quel pezzo mancante per completare il puzzle della mia vita che tanto avevo cercato.

"Non ti ho ancora perdonato sai, per quella volta che mi hai lasciato ad aspettarti per un'ora come uno scemo in cucina.

Mi ero pure preoccupato per te." Disse, voltandosi verso di me

"Ma quando?"

"La prima sera in cui ero venuto per darti ripetizioni."

Scavai tra i miei ricordi ed improvvisamente mi tornò in mente quella sera.

Arrossii. "Mi dispiace, sono stata proprio una stronza." Borbottai, sinceramente pentita.

"Ti perdono solo a una condizione." Affermò, sorridendo.

"Tutto quello che vuoi."

Avvicinò una guancia come se stesse aspettando un bacio.

Curvai le labbra e lo accontentai.

Appena fui più vicina, si girò e invece della guancia, le mie labbra si posarono sulle sue.

Sorrise.

Abbassai le palpebre e mi lasciai trasportare dalle emozioni in quel momento.

Mi avvolse la vita attorno al suo braccio e mi strinse forte.

Amavo quando lo faceva.

Mi faceva sentire la persona più protetta sulla faccia della terra.

Come se nulla e nessuno potesse farmi del male quando ero accanto a lui.

E forse è questo l'amore.

Quando non importa chi, ti senti al sicuro quando sei accanto ad esso.

Quando al termine casa, associ il suo nome.

Quando si ha una costante paura di fare del male all'altro.

Quando si pensa prima alla felicità di qualcun altro che al proprio.

Perché Rosso, era tutto questo e di più.

Che poi, l'amore, io non sapevo esattamente cosa fosse, ma ne ero certa, l'avevo finalmente trovato.

RED (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora