Capitolo 28

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Era la vigilia di Natale e papà, per la prima volta dopo tanti anni, decise di passarla a casa con me.

Nonostante fossimo solo noi due, c'era un'atmosfera molto festiva.

Avevamo pure addobbato l'albero con le palle e tutto il resto.

Suonò il campanello, verso sera inoltrata, ma quando andai ad aprire, non c'era nessuno.

Mi sporsi un po' più in fuori, ma niente.

Mi accorsi qualche istante più tardi che avevano lasciato qualcosa per terra.

Era un pacco molto carino.

Lo raccolsi e, prima di entrare, diedi un'ultima occhiata nei dintorni.

Nulla da fare, sembrava proprio che chi l'aveva lasciato se n'era andato prima che lo potessi vedere.

Ritornai in camera e, con crescente curiosità, aprii il pacco.

Era un graziosissimo carillon con una ballerina dentro e aprendolo, ne veniva fuori una bellissima melodia di pianoforte.

Notai che c'era un bigliettino attaccato al fondo della scatola.

"Buon Natale Eff.

Spero che la melodia di questo carillon possa aiutarti a ritrovare la tranquillità in questo mondo pieno di caos e disordine."

Non c'era scritto il mittente, né nient'altro, solo quel biglietto.

Leggendolo però, mi parve di aver già visto da qualche parte quella calligrafia.

Mi venne subito da pensare a Rosso, ma non volevo illudermi e pensare che dopotutto quello che era successo, non mi avesse ancora dimenticata.

Mi sdraiai a letto e girai fra le mani il biglietto.

Più ci pensavo e più le mie idee si confondevano.

Alla fine mi alzai e andai a prendere il cellulare.

Telefonai a Margareth, la quale, nonostante l'ora, era ancora sveglia.

"Non puoi immaginarti ciò che è appena successo." dissi.

"Sputa il rospo."

"Mi hanno appena recapitato un regalo anonimo."

"Oh mio dio, chi pensi che possa essere?"

"Non lo so, ma dalla calligrafia mi viene da pensare a Rosso, però non penso che possa essere lui."

"E perché mai?"

"Perché penso che dopotutto quello che è successo, abbia iniziato ad odiarmi."

"Non dire cazzate, è ancora pazzo di te."

Rimasi in silenzio e fissai il carillon posto sulla scrivania davanti a me.

"Non lo so." borbottai assente.

Il giorno dopo, mi svegliai con la sorpresa di ritrovarmi in soggiorno Rosso e suo padre.

La prima domanda che mi saltò in mente fu ovviamente :"Ma che cavolo ci fanno qui?"

Ero ancora in vestaglia e pantofole.

Rimasi a fissarli immobile per qualche secondo finché papà non si alzò e disse :"Effy, ti sei svegliata finalmente!"

Rosso e suo padre, che erano seduti di fronte a mio padre e non avevano notato che ero dietro di loro, si voltarono immediatamente.

Accennai ad un sorriso imbarazzato.

Feci qualche passo indietro e ritornai immediatamente in camera.

Andai a lavarmi i denti e la faccia e mi misi qualcosa di decente come un maglioncino nero, un paio di jeans e stivali marroni.

Scesi che erano ancora in soggiorno.

Papà si alzò e mi presentò il signor Hirp, padre di Rosso.

Era la prima volta che lo vedevo ed era molto simile a papà.

Capelli grigi, faccia da brav'uomo, e molto cortese.

Scoprii in seguito che erano venuti perché papà li aveva invitati a pranzo fuori.

Il signor Hirp, divorziato dalla moglie da qualche anno, era single come papà e dunque avevano deciso di passare le vacanze natalizie insieme.

RED (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora