capitolo 4

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Tutte e volte che torno a casa spero di vedere la macchina di mia madre parcheggiata sul ciglio della strada.
Ma tutte le volte vedo solo la macchina di mio padre.
Se può definirsi una macchina.

La mi famiglia ha sempre avuto problemi con i soldi e io combattendo sto contribuendo con le spese.

I miei nonni sanno della nostra situazione e ci aiutano in tutti i modi possibili, ma sia io che mio padre sappiamo che non potranno aiutarci per sempre.

Prendo le chiavi di casa ed entro.

"Papà sono a casa..." nessuna risposta "PAPÀ!" urlo mentre salgo le scale.

Entro dentro la sua camera e lo vedo steso sul letto mentre dorme con un sorriso stampato in faccia abbracciato ai miei guantoni e al vestito che mia madre ha indossato il giorno del mio primo compleanno.

Sono passati anni ma lui non riesce ad  andare avanti.

Prendo il cellulare e gli scatto una foto, so che non è una cosa normale ma non ho mai visto mio padre dormire con il sorriso, anzi per colpa mia non dorme mai.

Tutte le volte che faccio quel dannato incubo lui è vicino a me che mi dice che va tutto bene.

Io e mio padre abbiamo un rapporto fantastico.

È lui che mi ha insegnato a combattere.

È lui che mi ha fatto salire per la prima volta sul ring.

È lui che mi ha visto vincere il mio primo incontro.

Lui è il mio tutto.

Gli rimbocco le coperte e vado in camera mia, prendo il mio computer e giro un po' sui social.

Controllo tra i profili che potrei seguire ma non la trovo.
È un fantasma.

Spengo il computer e mi sdraio un secondi, chiudo gli occhi.
mi addormento.

"Mamma...papà...dove siete?" Continuo a guardarmi intorno "mamma... mamma non mi piace questo gioco...MAMMAA" urlo ma sento soltanto la mia voce rimbombare dentro qiesta stanza buia.

Una luce acceca e vedo mio padre che piange mentre stringe il corpo di mia madre senza vita.

"MAMMA" provo a urlare ma non esce nulla, non riesco a muovermi, non riesco a parlare.
Sono immobilizzato.

Provo a correre ma qiesta voglia riesco a raggiungere i miei genitori.

Mi inginoccjio davanti a mia madre "mamma...MAMMA" urlo

"MAMMA" apro gli occhi ma non vedo nulla.

La porta si apre e mio padre corre nella stanza.

"ARCHER CHE SUCCEDE?" Mi prende il viso tra le mani e mi guarda "niente papà, torna a riposarti" lui mi sorrise "no, preparati che tra dieci minuti usciamo" lo guardo "Mi ha chiamato Zac, ha detto che ha trovato una persona perfetta per allenarti...sai, sto diventando vecchio" ridacchia e io lo seguo a ruota, esce dalla stanza e io mi vesto.

*****

Scendo dalla macchina e prendo il mio borsone.
Entro dentro la palestra e vede Zac appoggiato alla colonna mentre ride come un cretino.

Il solito.

Arrivo vicino a lui e gli tiro una botta sul collo "OUCH" urla massaggiandosi il collo mentre si gira verso di me "amico mi hai fatto male" dice abbracciandomi, ricambio per poi staccarmi "Ehehehe" lui sorride "vieni ti presento la tua allenatrice" mi blocco "Allenatrice?" Lui si gira "si, e una ragazza in gamba fidati se ti dico che è una macchina da guerra" sbuffo.

Una ragazza.

Una ragazza che allena me?
Ma per favore non scherziamo.

Entriamo nella sala dove mi alleno di solito.

Ci avviciniamo alla ragazza, è girata di spalle e sta sistemando i pesi.

"Archer ti presento..." la ragazza si gira.

Non ci credo...

"TU?"
"Ciao Archer..."

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