Due vite diverse

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Nella realtà:

Sono le 8:32 di mattina e esattamente un ora fa stavo facendo colazione con un toast alla marmellata.
Addosso ho le mie Vans nuove, i miei Mom Jeans e il mio largo maglione nero.
Le lezioni sono cominciate 22 minuti fa; ora il professore di filosofia ci sta leggendo ad alta voce un testo di Kant. Intorno a me i miei compagni, con la testa bassa, seguono attentamente la lettura senza intervenire. Fuori c'è il sole, i padroni portano a spasso i cani, gli uccelli cinguettano: è quasi primavera finalmente.
In classe si sta bene; i termi sono caldi, i banchi sono puliti, le tende sono tirate.
Tra 5 ore e 3 minuti suonerà la campanella che ci permetterà di uscire da scuola, e tra 6 ore sarò a casa a mangiare con i miei genitori.

Nella mia testa:

Buio totale.
Sono nuda. Tutti possono vedere le mie insicurezze, i miei difetti, i miei errori, le mie cicatrici.
Intorno a me il silenzio lascia spazio all'urlo di strazianti pensieri che mi torturano da anni.
Ho freddo; non ci sono rassicurazioni che riescano a scaldarmi.
Ho fame; non ho amore di cui nutrirmi. Il mio ventre è come un buco nero, che risucchia tutto ciò che mangio e tutti i sentimenti positivi, facendo rimanere solo Angoscia e Nostalgia.
Da anni mi ritrovo tremendamente sola, non ho nessuno con cui parlare. Rinchiusa nella mia lurida e gelida cella, aspetto con ansia di uscire, anche se so che non sarò mai libera.

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