Frankenstein

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Caro Papà,
Hai mai sentito parlare di Frackestein?  Ecco, anche tu, come lui, hai dato vita ad un mostro.

Il cuore che batte nel mostro non è un cuore normale, così come il volto, le gambe, le mani.
Il mostro di per sé, si sa, non è normale.

Ma lui questo non lo sapeva.
Hai nascosto tutti gli specchi in cantina per non permettergli di vedersi. Non volevi che sapesse la verità.

Convinto di essere normale si è sempre comportato in modo normale.
Ha sempre camminato normalmente, ha sempre vissuto normalmente,
ha sempre amato normalmente.

Finché, la gente non gli disse che lui, in realtà, era un mostro.

Lui non voleva crederci, all'inizio. Non era possibile.
Lui non ci credeva.
Il problema arrivò quando la gente cominciò a trattarlo come un mostro. C'era chi scappava, c'era chi urlava, chi lo prendeva in giro, chi gli sputava addosso...

Sai cosa successe poi? Poi cominciarono i problemi, perché il mostro si convinse di essere effettivamente un mostro.
Cominciò così a comportarsi come tale. Cominciò a fare veramente paura. Diventò la rappresentazione del male.

Ma lui, no, non era felice. Neanche per sogno. Si sentiva tremendamente solo.
Nessuno lo sapeva, e a nessuno importava saperlo.
Neanche a te, è poi importato così tanto.
D'altronde, era un mostro.

Lui fece poi una richiesta, lui voleva qualcuno come lui, qualcuno che lo capisse. Cercava un altro mostro.

Tu non gli hai concesso neanche questo. Non hai avuto il coraggio di amarlo, non hai mai fatto niente per lui.
Non hai neanche voluto lasciarlo andare.
Tu, papà, lo stai odiando fino in fondo, impedendogli di essere felice.

A questo punto mi chiedo: chi è il vero mostro?

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