L'ospedale

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Sono passati già dieci giorni dall'incontro con Jude. Dopo quel giorno non l'ho più rivisto, né lui, né David, né Joe, e per fortuna nemmeno Dark. Sono 10 giorni che non esco di casa: dopo essere svenuta, sempre quel giorno, Axel mi ha portata in ospedale: ipertensione, semi paralisi dei nervi, convulsioni, perdita di orientamento... queste sono state le parole del medico. Ora va molto meglio, e finalmente posso tronare a scuola! I ragazzi sono stati così gentili in queste settimane, sono passati spesso a trovarmi a casa, ormai la mia camera è ricoperta dai mille bouquet di fiori che mi hanno regalato. Loro non sanno la verità, e non sospettano niente, ho detto loro che quel giorno ero molto stanca, e che da un po' non mi sentivo bene -sembra che ci hanno creduto-

Tutti: Bentornata!!!

Tutti i ragazzi della squadra mi avevano accolto calorosamente davanti alla sede del club di calcio. Infondo, mi erano mancati.

M: Come stai? Lo sai che ci hai fatto spaventare molto?

K: Mark ha ragione. Sparire dagli allenamenti, svenire al fiume...Come ti è saltato in mente?

N: A parte tutto questo, ci sei mancata molto!

Io: Ragazzi, calmi. Mi siete mancati anche voi. Ora sto meglio, vi avevo detto di non preoccuparvi.

M: Ok, ok. Ma/

Io: Ma niente Allora che facciamo? Restiamo qui a festeggiare o andiamo ad allenarci??

Ovviamente la risposta era scontata, subito Mark prese in mano il primo pallone che trovò accanto a lui ed eccolo in mezzo al campo.

La partita contro la Occult era sempre più vicina, e l'aria che tirava in campo non era delle migliori. Dal risultato della partita dipendeva il futuro della squadra di calcio della Raimon, e la pressione pesava tutta sulle loro spalle.

A: Pensierosa?

Io: Axel! Stavo solo pensando alla p/

A: Partita contro la Occult... Giusto? Abbi fiducia, Mark sembra essere un buon capitano. Tu come stai?

Io: Tutto bene. Devo ringraziare soprattutto te, grazie.

A: Tranquilla. Ormai sono giorni che non fai che ringraziarmi, tranquilla. Siamo amici, no? Tra amici ci si aiuta- E poi dovevo ricambiare il favore, no?!

Qualche giorno prima dell'incontro con Jude, ero andata in ospedale per prendere delle medici a James. Mentre stavo per andarmene incontrai per caso Axel, non sapevo ancora niente della situazione della sorella. Non aveva una bella cera, e avevo saputo del piccolo litigio al fiume con due ragazzi più grandi che avevano disturbato l'allenamento dei bambini delle elementari, così avevo deciso di seguirlo e magari vedere se stava bene. Non feci in tempo a fargli alcuna domanda che lui entrò repentino in una stanza dell'ospedale: fuori dalla porta c'era scritto Julia Blaze, la sorellina di Axel. Un'infermiera passava di lì, la riconobbi, era Maddalena, visitava spesso James quando ancora era in ospedale.

M(Maddalena): Mira, per fortuna non te ne sei andata!

Aveva l'aria sollevata.

Io: Stavo per andarmene ma/

M: Va bene. Ho dimenticato di darti queste. Sono le pillole per tuo fratello, in caso i dolori dovessero aumentare bruscamente, sono molto potenti quindi usale solo in casi estremi.

Io: Le ha prescritte il dottore?

M: Beh, sì. Sostiene che, insomma, si... Tuo fratello sta bene, ma dalle ultime analisi sembra che il sistema osseo di tuo fratello sia messo sottopressione. Così, se dovessi sentire troppo male...

Una nuova luce in quel campo da calcio...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora