Perché? Perché sono qui? Non sapevo rispondere a questa domanda.
La sede del club di calcio della Raimon non è altro che una rimessa abbandonata con una piccola insegna in legno incisa. Non pensavo che qui il calcio avesse così poco importanza.
X: Contro la Royal? Quella Royal?
Sentì un urlo provenire dall'interno della struttura. Qualcuno doveva essere molto preoccupato.
M: Sta tranquillo Kevin. È solo un'amichevole. Una normalissima partita di calcio.
Avevo appoggiato il mio orecchio alla porta per sentire meglio.
K(Kevin): Ok, ma è la Royal, la squadra numero uno del Giappone, come potremo riuscire a vincere. Poi siamo solo in 7. Il club è spacciato...
M: Vuol dire che ci alleneremo. Andiamo, a dei nuovi giocatori penseremo dopo.
L'ottimismo di Mark era lodevole ma rimaneva comunque la Royal Academy, e solo l'ottimismo non bastava per batterla. E per di più senza giocatori... C'era qualcosa che non mi quadrava: a cosa mirava veramente Dark? Che cosa voleva veramente con quella partita?
Non feci in tempo a spostarmi che qualcuno aprì la porta. Quasi caddi addosso a Kevin.
K: Ragazzina cosa vuoi? Sei una spia? Sei venuta a ridere di noi?
Doveva essere frustrante per loro sapere di dover giocare una partita persa in partenza.
Io: Scusa, scusate... Passavo e....
M: Mira. Va tutto bene? Cosa ti porta qui?
Mark mi aveva teso una mano con fare amichevole e mi aveva aiutata a ritrovare l'equilibrio. In quel momento avrei tanto desiderato scappare, ma l'unica cosa che riuscì a fare fù quella di strappare dalle mani di Mark un pallone e portarlo davanti alla mia faccia.
Io: Beh, pensavo... Vi va se divento una vostra manager? Non sono in grado di giocare e diventare l'8 giocare di cui avete bisogno, ma voglio comunque far parte di questa squadra.
Cosa mi era saltato in mente. Io, manager? Le mie parole mi sembravano una battuta di un clown, quasi mi venne da ridere. Ma a Mark, quelle che per me sembravano solo parole dette a caso, fecero molto piacere. Ora rivedevo il suo sorriso a trentadue denti.
M: Certo. Lo sapevo che non potevi resistere al calcio.
Dopo le presentazioni ci dirigiemmo verso il campetto della scuola: doveva essere un campo da calcio ma per motivi del tutto ignoti era diventato un campo da baseball, anche se continuavano ad esserci le linee bianche del campo e le porte. I ragazzi si misero subito a centro campo. Mark sembrava un piccolo allenatore che cercava di fare del suo meglio per motivare la sua squadra, e ci riusciva bene. Ero seduta su una panchina a bordo campo insieme a Silvia. Silvia era una mia compagna di classe e molto amica di Mark. Era una ragazza simpaticissima, con capelli e occhi scuri, e con una grande voglia di fare. Mentre piegavo gli asciugamani dei ragazzi vidi arrivare dal cortile antistante al campo una ragazza dai capelli corti, di un nero particolare, quasi sembrava blu, con due occhiali rossi. Mi sembrava un volto conosciuto.
C(Celia): Ciao!
Aveva alzato la mano con la quale impugnava una penna per salutarci. Quel viso mi sembrava famigliare.
S(Silvia): Ciao, hai bisogno di qualcosa?
C: Oh scusate forse ho interrotto l'allenamento -nel frattempo i ragazzi si erano fermati- volevo fare delle domande al capitano della squadra. Ma magari torno un'altra volta. Ciao!
Che strana ragazza. Il viso mi ricordava molta quello di Jude, anche la fisionomia. No, non poteva essere. Celia? La sorella di Jude? I miei occhi diventarono due enormi cerchi spalancati per la sorpresa. Non la vedevo da tanto, l'ultima volta era così piccola, e l'unica foto che Jude mi aveva fatto vedere ritraeva una bambina di 6 anni con due occhiali rossi, proprio come quelli. Ma non ero sicura fosse lei.Dopo qualche giorno
La partita con la Royal si avvicinava e alla squadra mancava ancora un giocatore; nel corso della settimana si sono iscritti tre nuovi ragazzi, Nathan, Max e Jim.
N(Nathan): Mira puoi passarmi la palla?
Nathan era un bravo ragazzo, molto simpatico, ero entrata subito in sintonia con lui. Mi avvicino al pallone e lo prendo in mano: improvvisamente mi passarono per la testa immagine sfocate di una me con un pallone al piede, in mezzo ad un campo da calcio. Mi ero iscritta alla Raimon perché sentivo che forse in questa scuola sarei potuta tornata a giocare a calcio, normalmente, ma ancora qualcosa mi bloccava. Nonostante tutto, però, ero vicina ad un campo e facevo parte di una squadra.
N: Mira?
Io: Ah sì, scusa Nathan. Ecco!
Lanciai il pallone in aria e lo calciai con il piede destro proprio in direzione di Nathan, facendo attenzione a non far del male a nessuno, e a non sembrare una giocatrice professionista. Vidi la faccia di Nathan un po' perplessa ma nessuno fece domande.Dopo l'allenamento seguì Mark in giro per la scuola, in cerca dell'ultimo membro per la squadra. Iniziavo a leggere sul suo volto una leggera preoccupazione: da questa partita dipendeva il futuro della sua squadra di calcio.
C: Ehi!! Ciao Mark Evans!
Di nuovo quella ragazza. Ora che la vedevo da più vicino mi sembrava ancora di più Celia, riuscivo ad intravedere nei suoi occhi lo stesso sangue di Jude. Era venuta a fare delle domande a Mark in merito alla partita contro la Royal che si sarebbe tenuta il giorno successivo.
C: Grazie mille - si inchina- il giornalino della scuola sarà fiero di me...
Io: Giornalino?
C: Si! Mi chiamo Celia Hills, scrivo per il giornalino da poco, e adoro raccontare quello che succede all'interno di questa scuola
Era proprio lei! Credo che in quel momento la mia faccia sia diventata rossa, non so bene il perché, e credo di aver anche sorriso. Ora riuscivo a intravedere Jude in quella ragazza. Non vedevo l'ora di dirlo a lui.Il giorno dopo
M: Lui è William Glass ed è l'ultimo membro della nostra squadra. Potremo giocare questa partita!
Mark sembrava felicissimo, io un po' meno. Avevo una brutta sensazione, e mi faceva paura vedere Jude giocare su un campo, ancora nelle mani di Ray Dark, contro la mia nuova squadra.I ragazzi scesero in campo e andarono ad accogliere la Royal. Negli ultimi anni sembra che Dark non abbia badato a spese per quanto riguarda le entrate trionfali. Non volevo vedere Jude, e non volevo incrociare lo sguardo di Dark, perciò decisi di non sedermi in panchina con Silvia, e vestita con un pantaloncino di jeans e una felpa nera con cappuccio, mi nascosi dietro un albero. Volevo comunque guardare la partita ed essere in qualche modo d'aiuto alla squadra.
Chester:
Calcio di inizio.Palla della Royal, Jude Sharp si avvicina all'area avversaria, non risparmia nessuno e butta a terra i primi giocatori della Raimon. Ora è davanti alla porta, si sta preparando al tiro. Ed è GOAL!
La violenza del giocatore sembra aver centrato la rete, ma il capitano della Raimon, Mark Evans, sembra non essere più in grado di alzarsi da terra. Sarà in grado di continuare a giocare?
Su Mark alzati. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena visto. Quello era Jude? Il vero Jude?
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Grazie per essere arrivati qui, e grazie a tutti quelli che stanno votando la mia storia. ;)
A presto con un nuovo capitolo.
(Potrebbe cambiare l'aspetto di Mira quindi vi consiglio di tenervi aggiornati e riguardare il secondo capitolo)
Baci,
L'autrice.
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Una nuova luce in quel campo da calcio...
FanficMira è una ragazza molto particolare. Ama il calcio alla follia, non potrebbe vivere senza pallone. Un'infanzia non molto felice, segnata dalla presenza di Ray Dark, la perseguita, una passione incontrollabile la sta distruggendo, un'oscurità sta pr...