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Questo capitolo è per farvi conoscere meglio la storia della protagonista, il suo passato...
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Ero stesa sul letto: aver conosciuto Mark aveva risvegliato in me qualcosa di strano, ma di bello. Quella notte non riuscivo a prendere sonno, tanti erano i pensieri che affollano la mia mente, tanti erano i ricordi che piano piano stavano riaffiorando...
«Ora ho 13 anni, dovrei frequentare la scuola media, ma studio a casa da un anno. Sono una ragazza normale, almeno è quello che credono gli altri, pochi conoscono la vera me. Quando ero più piccola avevo i capelli molto chiari, quasi bianchi, ora, sono più scuri, biondi sulle punte e neri sopra, anche se non hanno un colore ben preciso. Invece ho sempre avuto gli occhi molto scuri, anche se spesso possono sembrare gialli, per via del riflesso delle luci. Sono magra, alta, sono una ragazzina come tutte le altre, insomma. Molti mi definiscono una persona molto sicura di se, realista, testarda, irascibile, ma in realtà sono solo molto timida, e faccio molta fatica a fidarmi delle persone. Sono poche le persone che conoscono la vera me. Posso sembrare una ragazza molto sulle sue e scontrosa, ma in realtà sono molto socievole, ambiziosa, adoro passare il tempo a ridere, con i miei amici, e sono anch'io capace di provare emozioni. Alle volte so di essere più come la maggior parte delle persone mi descrive, che, invece, come in realtà sono, o meglio ero.Tutto è iniziato 10 anni fa. Avevo solo 3 anni, ero molto piccola, ma già amavo alla follia il calcio. Mio fratello maggior James, Ji, aveva già 6 anni e già giocava in una squadra: la Royal Academy. Era un piccolo talento, era stato chiamato a giocare lì da un certo Mr. Dark; lui mi ha insegnato tutto quello che so sul calcio. Ricordo che un giorno, ormai avevo anch'io 6 anni, mio fratello 9, mi trovavo allo stadio interno della Royal, James mi aveva invitato a guardare un suo allenamento: mentre lui si allenava, io dalle tribune lo guardavo e cercavo di imitarlo. Tiravo calci ad un pallone immaginario, driblavo avversari invisibili, e provavo a fare una di quelle acrobazie che tanto Ji amava fare. Sentivo che qualcuno mi stava osservando. Ad un tratto un pallone da calcio mi sfiorò la testa, per fortuna riuscì a bloccarlo: poggiai le mani a terra, mi alzai in verticale, e bloccai il pallone con i piedi. Poi lo lanciai in aria, mi rimisi dritta e lo colpì prima con la testa, per poi stopparlo con il piede destro. Tutto questo accadde in una frazione di secondo. In breve tempo gli occhi di tutti i bambini in campo, passarono da terrorizzati ad increduli. Ero ancora piccola, non capivo bene cosa avevo appena fatto, ma quel giorno segnai per sempre il mio futuro.
Erano passati due anni da quel giorno, e mio fratello faceva carriera come giocare titolare nella Royal Academy; io, invece, giravo il Giappone, seguendolo durante tutte le sue partite, e iniziando a frequentare e a giocare a calcio prima nell'Alpine Jr. High, ma fu solo per un breve tempo, poi anche nella Kirkwood Jr. High, e altre squadrette sparse per il continente, apprendendo diversi stili di gioco, e perfezionando il mio. Io mi divertivo molto, ma in realtà non sapevo che ero solo la pedina di un gioco ben più grande.
Ormai avevo 7 anni. Venni anch'io presa a giocare nella Royal Academy, nonostante non avessi mai fatto selezioni o domanda di iscrizione. Inizialmente ero davvero felice: giocavo nella stessa scuola di mio fratello. Il primo giorno di allenamento conobbi un uomo: si chiamava Ray Dark, ma voleva che io lo chiamassi semplicemente Mister D. Lui mi definiva un talento. In quel periodo la squadra di mio fratello non se la passava bene: non aveva vinto le ultime 5 partite, e con l'avvicinarsi del Football Frontier una cosa simile non era più accettata. James iniziò a diventare freddo e silenzioso, quando tornava a casa la sera tardi era sempre sudato, pieno di lividi, dolorante. Io mi divertivo a giocare a pallone con i miei compagni: David Samford e Jude Sharp erano diventati due dei miei più cari amici, così non mi preoccupavo molto di cosa stava succedendo a mio fratello, e quelle poche volte che trovavo il coraggio di guardarlo in faccia e fargli qualche domanda, lui rispondeva solo vagamente, o cambiava discorso, cercando di farmi credere che tutto stesse andando bene. Quando venni a sapere la verità era ormai troppo tardi.
Era il primo del mese di Ottobre, dello stesso anno, ed era la finale delle eliminatorie per il Football Frontier. Io come sempre ero sugli spalti a fare il tifo per mio fratello. Inizialmente la Royal non riuscì a toccare palla, e già alla metà del primo tempo era sotto di 3 goal. Vedevo in lontananza i volti dei compagni di squadra di mio fratello rattristirsi, e anche loro come James erano pieni di lividi, e quasi non riuscivano più a respirare per la fatica. Vedevo anche Ray Dark, Mister D, aveva una brutta espressione sul volto, aveva la mascella serrata, e i pugni stretti, ma nonostante questo sembrava essere calmo. Iniziavo a preoccuparmi seriamente.
D(Dark): Stark, Mira, vieni con me.
In un lampo lui era lì accanto a me. Come era possibile? Vidi la faccia di Jude, mi faceva ridere, sembrava aver visto un fantasma.
Io: Mister D, ma dov-
Non mi fece finire la frase. Mi portò giù, in campo, e mi fece accomodare sulla panchina. Cercavo di sorridere, volevo ringraziarlo, infondo sedersi in panchina durante una partita di mio fratello era sempre stato un mio piccolo sogno: mi immaginavo reggergli la borraccia con l'acqua, urlare il suo nome a squarcia gola, saltare per la gioia quando prendeva il pallone. Ma avevo un brutto presentimento, sentivo come se qualcosa di davvero brutto stesse per accadere. E così fu...
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Scusate se mi fermo, ho deciso di dividere il capitolo in due parti. Grazie per essere arrivati fin qui. Mi raccomando commentate, e fate girare la mia storia.
Domanda:
Come vi immaginate Mira? (Nel prossimo capitolo ci saranno delle immagini di come dovrebbe essere, vediamo se qualcuno indovina)
Altra domanda:
Vi sta piacendo la storia???
Baci
L'autrice ^^
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Una nuova luce in quel campo da calcio...
FanficMira è una ragazza molto particolare. Ama il calcio alla follia, non potrebbe vivere senza pallone. Un'infanzia non molto felice, segnata dalla presenza di Ray Dark, la perseguita, una passione incontrollabile la sta distruggendo, un'oscurità sta pr...