Strana Presenza

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La partita contro la Occult era iniziata. Quel giorno ero seduta in panchina, accanto a Silvia e Selia. Come al solito, Mark spruzzava gioia ed energia da tutti i pori, ma così non si poteva dire per il resto della squadra. Tutti erano preoccupati dalle voci che circolavano sulla Occult, maledizioni, incantesimi, e cose così, ed erano tutti agitati perché, infondo, era la loro prima vera partita di calcio. Al fischio di inizio tutto sembrava andare regolare, la partita sembrava essere equilibrata.

Io: Dai ragazzi!! Forza con quelle gambe! Siete troppo lenti!

Ero molto presa dalla partita. Qualche giorno fa, il neo allenatore Seymour Hillman mi aveva chiesto di tenere d'occhio tutti i ragazzi della squadra, anche fuori dagli allenamenti, e durante la partita di aiutarli con le strategie di gioco, ma ancora non ne avevo capito il perché.

Si: Mira puoi andare a riempire le borracce dei ragazzi?

Inizialmente non avevo sentito la voce di Silvia, nonostante fosse proprio davanti a me, ma ero troppo sovrappensiero.

Se: Che cosa ti preoccupa?

Era la voce di Selia, che aveva iniziato ad osservarmi con quel suo solito sguardo da giornalista qual era, mentre teneva in mano la videocamera con cui stava riprendendo la partita.

Io: E? Io, no, no, sto bene. Sto solo pensando. Anche a voi sembra che i ragazzi si muovano molto più lentamente del solito?

Le ragazze mi fecero spallucce; mi alzai e presi quante borracce potevo e mi diressi verso gli spogliatoi. Mentre camminavo per i corridoi bui della scuola Occult sentivo come una presenza oscura dietro di me: è solo immaginazione, cercavo di dirmi. L'acqua sgorgava chiara e limpida dall rubinetto nello spogliatoio, così ne approfittai per sciaquarmi la faccia, tentando di lavare via quella brutta sensazione.

X: Va tutto bene?

Mi girai di scatto, facendo schizzare le gocce d'acqua ovunque, ma dietro di me non c'era nessuno. Ero sicura di aver sentito una voce, e anche familiare, dire stavo impazzendo.

X: Strano! La talentuosa Mira Stark non è in campo, a giocare con la sua squadra, ma invece si comporta come una cameriera. Divertente! Ahahaha.

Mi misi a correre, veloce. Quella risata mi sembrava troppo familiare. c'era solo una persona che ogni volta che rideva in quel modo mi faceva raggelare il sangue, e il solo pensiero mi faceva salire un conato di vomito attraverso la gola.

X: I tuoi nuovi amici faranno la stessa fine che hanno fatto tutte le squadre che si sono messe sulla mia strada. Con o senza il tuo aiuto! Magari chiediamo una mano a Jude?

Dark. Ray Dark. Lo sentivo, ma non lo vedevo. Ti stai immaginando tutto, sta calma. Mi dicevo.

X: Ciò che non vedi o senti non può farti del male. Ricordi queste parole?

Io: Ma è proprio tra i sensi che si insidia il male.

X: Quel che non puoi percepire fa ancora più male di quel che puoi vedere, sentire o toccare.

Quella frase la conoscevo a memoria, era come un mantra per quell'uomo.

X: E se li capitasse un piccolo incidente in campo? AHaha

A quelle parole corsi ancora più veloce, fino a raggiungere l'ingresso allo stadio. Quando uscì alla luce del giorno lasciai cadere le borracce che avevo in mano e con loro io mi inginocchiai a terra. Poi ci fu il fischio dell'arbitro, il primo tempo era terminato: la Raimon stava perdendo.

Silvia e Selia: Mira! Che hai?!

Entrambe corsero verso di me ma le stoppai con un gesto secco della mano prima che potessero essermi troppo vicine. Mi alzai, da sola, e cercai a tentoni un appoggio nel vuoto: stavo per cadere di nuovo, ma una mano si poggiò sulla mia spalla, e subito mi sentii più stabile.

Una nuova luce in quel campo da calcio...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora