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 Kyungsoo stava camminando avanti e indietro sul piccolo ponte in pietra perso nei suoi pensieri. Quando tornò, per l'ennesima volta indietro, per via dello sguardò basso non si rese conto della presenza di qualcuno fino a quando non sbatté la testa.

<<Oh>> sospirò. Alzò lo sguardo e vide Jongin davanti a lui <<Oh, ahio, ahio>> si lamentò fintamente portandosi le mani alla testa, facendo sorridere Jongin.

<<Sei stato tu a sbattere contro di me>> gli fece notare il più alto, divertito facendogli finire la sceneggiata.

<<"Lui è mio"?>> parlò Kyungsoo canzonando le sue parole del giorno prima <<Perché parli così creando incomprensioni?>> si lamentò.

<<Non sai dire grazie?>> rispose Jongin prontamente <<Ti ho salvato da un pestaggio. Prima di discutere di quello dovresti ringraziarmi>>

<<Di solito ti comporti come se volessi uccidermi>> disse Kyungsoo <<Sono curioso di sapere perché questa volta mi hai salvato>> poi tossicchiò per schiarirsi la voce <<Grazie>> disse velocemente, biascicando quasi quella parola facendo sbuffare un sorriso d Jongin.

<<Perché avevi quel nastro?>>

<<Ti è caduto quando ci siamo incontrati nel bagno a palazzo>> rispose <<Tutto e successo perché dovevo star zitto sull'aver visto la tua faccia>> disse a denti stretti.

Jongin davvero non riusciva a capirlo. Lo aveva minacciato di ucciderlo più di una volta, era arrivato anche a puntargli la spada alla gola, eppure quel ragazzo si comportava con impudenza e perseveranza davanti a lui. Non mostrava alcun segno di cedimento e, nonostante quel tipo di comportamento gli avrebbe certamente creato problemi a Goryeo, Jongin lo apprezzava e ne era genuinamente divertito e interessato.

<<Non hai più paura di me?>> domandò.

<<Non sembri una persona che dovrei prendere alla leggera>> sbuffò Kyungsoo esasperato <<Ma non ho più paura di te>>

Jongin lo aveva capito, ma sentirselo dire lo aveva sorpreso non poco.

<<Tuttavia>> riprese Kyungsoo <<Non dire più che ti appartengo>> disse deciso.

<<Perché no?>> si ritrovò a dire spontaneamente Jongin, confuso.

<<Sono una persona non un oggetto>> lo riprese <<Non dire che ti appartengo con così tanta facilità>>

Jongin sorrise e, con le mani dietro la schiena, si chinò fino ad arrivare all'altezza del ragazzo con i loro volti separati da così pochi centimentri che Kyungsoo poteva sentire il respiro dell'altro infrangersi sul suo viso.

<<Allora>> sorrise Jongin <<Dovrei chiamarti "la mia persona"?

Kyungsoo sentì il cuore perdere un battito mentre la sua mente si chiedeva cosa passasse nella testa del ragazzo. Il giorno prima gli aveva detto di non farsi più vedere davanti a lui, il giorno dopo se ne usciva con quelle parole. Di colpo si sentì avvampare.

<<Non mi chiamare nemmeno così>> disse paonazzo <<Pensate a qualcos'altro>> disse inchinandosi e sparire il più velocemente possibile mentre Jongin, che continuava a guardarlo allontanare, sorrideca spontaneo.

***

Sehun, ancora una volta, aveva lasciato il palazzo indossando abiti comuni e si trovava a combattere per le strade della città. Era il suo piccolo sfogo. Gli era sempre piaciuto combattere, si allenava giorno e notte, ma nessuno a palazzo reagiva veramente ai suoi attacchi e lui questo non poteva sopportarlo. Solo in strada, con gli uomini che vivevano per la lotta fra loro combattevano senza riserve, e quello era ciò che desiderava Sehun.

Moon Lovers- KaisooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora