Dopo la quiete arriva la tempesta.

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Parte Justin

"Cosa?!" chiediamo tutti e tre in contemporanea, guardando la ragazza in pieno smarrimento.

"Non partirò." si limita a dire stringendosi nelle spalle.

"Cosa vuol dire questo?" domando deglutendo, spaventato per quello che potrebbe dire.

"E' così difficile da capire?" sbuffa cominciando a mangiare un cornetto. Jim glielo toglie dalle mani rimettendolo nel piatto, per poi guardarla in modo serio. "Il mio cornetto..." si lamenta guardando male il fratello.

"Jen..." la richiamo.

"Tranquillo, tornerò a casa." mormora facendomi sospirare sollevato. "Solo non ora." continua. "Siamo a New York, voglio visitare questa città e passere un po' di tempo con il mio caro fratellino prima di partire." sorride riprendendosi il cornetto, ma lo ributta nel piatto.

"Ma che cavolo c'è qui dentro? Jim dove hai comprato questi cornetti? Fanno schifo!" si lamenta alzandosi da tavola, tornando in camera. Guardo i ragazzi scioccato, chiedendomi il perchè di questo suo strano comportamento.

"L'ho sempre detto che le ragazze sono strane." borbotta Lil facendomi sospirare. "Vado a cambiare i biglietti." sbuffa alzandosi da tavola.

"Vuoi che venga con te?" chiede Jim. Lil annuisce ed insieme escono. Sospiro finendo di fare da solo la mia colazione nell'assordante silenzio che regna in questa casa.

"Justin!" sento chiamarmi dopo qualche minuto.

"Cosa?" grido alzandomi da tavola, cominciano a sparecchiare.

"Andiamo a mangiare un gelato?" chiede entrando in cucina. La guardo confuso, inarcando un sopracciglio.

"Ma abbiamo appena finito di fare colazione." sbuffo. Jennifer alza gli occhi al cielo.

"Vuol dire che andrò da sola." si incammina verso la porta e, quando sta per uscire, la raggiungo bloccandola. Chiudo la porta, facendole appoggiare la schiena su di essa, premendo poi il mio corpo contro il suo.

Accarezzo con dolcezza la sua guancia, fissando i suoi bellissimi occhi color cioccolato.

"Va tutto bene?" chiedo preoccupato per il suo strano comportamento.

"Voglio solo un gelato." sospira guardandomi dal basso. Sorrido baciandole dolcemente le labbra. "Mh... andiamo?" domanda. Annuisco intrecciando le nostre dita, uscendo poi di casa.

Camminiamo per le strade di New York, sperando di trovare un camioncino dei gelati, ma per ora sembra non essercene nemmeno uno.

Tengo il suo corpo attaccato al mio, senza mai lasciarle la mano, spaventato di poterla perdere in mezzo a tutti questi estranei che ci circondano.

"Eccolo!" esclama all'improvviso indicando un camioncino poco lontano da noi. Ci affrettiamo a raggiungerlo. Aspetto che Jennifer scelga i gusti per il suo gelato, pago e ci incamminiamo verso Central Park, dove ci sediamo sull'erba, sotto l'ombra di un grande albero. Faccio sedere Jen tra le mie gambe, abbracciandola da dietro.

"Mi piace New York." sorride mangiando il suo gelato. Appoggio la testa sulla sua spalla, accarezzandole il ventre. "Mi fai il solletico." ride facendomi sorridere, ma nonostante ciò non smetto. "Vuoi?" chiede improvvisamente, avvicinando il gelato al mio viso, senza però guardarmi. Poco dopo mi ritrovo il suo gelato sulla mia fronte.

"Jen!" la rimprovero allontanandomi da lei. Si volta verso di me scoppiando a ridere.

"Non lo sai che il gelato si mangia con la bocca?" ride scuotendo la testa. Sbuffo spingendola all'indietro, sedendomi a cavalcioni su di lei. Blocco i suoi polsi all'altezza della sua testa.

Mrs. BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora