Tu mi ami?

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Accarezzo le mie ginocchia, tenute scoperte dal vestito blu che arriva a metà coscia. Sposto gli occhi su Justin, il quale gira per un attimo lo sguardo su di me, sorridendomi. 

"Non avresti dovuto indossare quel vestito." ripete per le decima volta. Alzo gli occhi al cielo. 

"Sei palloso." sbuffo facendolo ridere. 

"Poi però non lamentarti." sogghigna. 

Pochi minuti dopo ci ritroviamo nel vialetto di casa nostra (o sua?). Scendo dalla macchina, attendendo che lui faccia altrettanto. Mi raggiunge, incastrando le dita della sua mano con le mie. Stringo la stretta, seguendolo all'interno della casa, curiosa di sapere dove andremo a cenare. 

"Perchè mi hai portata qui?" chiedo chiudendo la porta dietro le nostre spalle. "Ceniamo qui?" continuo curiosa. Justin si limita a scuotere la testa, trascinandomi dietro di se. "Allora dove?" domando. 

"In giardino." a quelle parola faccio pressione sulle punte dei miei piedi, inchiodandoli a terra. Justin si volta verso di me  e mi guarda confuso. 

"Non ho intenzione di mangiare in giardino." lo avviso facendogli alzare gli occhi al cielo. 

"Avevi detto che mi avresti portata a cena fuori." lo rimprovero. 

"Ti sembra che io ti stia portando a cena dentro?" chiedo confuso. So di odiare i ristoranti, ma di certo non mi aspettavo di mangiare in giardino...

"No, non voglio mangiare in giardino, ci sono le zanzare, i moscerini..."

"Muoviti." sbuffa venendo dietro di me, costringendomi a camminare. Mette le mani davanti ai miei occhi, impedendomi di vedere nient'altro che il nero. Odio il buio. 

"Non vedo niente." lo informo, tentando di togliere le sue mani. Il biondo sogghigna. 

"E' questo il punto." dice continuando a spintonarmi con il suo petto. Sbuffo cercando di fare attenzione a dove metto i piedi.

"Togli le mani, ti prego." lo scongiuro, ma lui mi ignora. Alzo il piede e quando sto per riappoggiarlo a terra, sento il vuoto sotto di esso e subito dopo mi sento cadere, mentre una sensazione di vuoto si impossessa del mio corpo. Fortunatamente Justin circonda in tempo la mia vita con un braccio, attirandomi a lui, impedendomi così di cadere a terra. 

"Mi sono dimenticato di dirti che c'era lo scalino." sussurra ridendo a poca distanza dal mio viso. 

"Ti odio." sussurro guardandolo negli occhi. Almeno adesso ha tolto la mano dai miei occhi. 

"Andiamo." dice infine, ricoprendomi gli occhi. 

"Tanto ho visto tutto." mento facendolo ridere. 

"So che non è vero." mi ammutolisce. Accidenti a lui!

"Andiamo Justin, che ti costa..." le sue mani lasciano improvvisamente i miei occhi. Inizialmente vedo tutto appannato, ma quando la mia visione diventa più chiara, spalanco gli occhi e la bocca, assumendo un'espressione sorpresa e alquanto ridicola. 

Una piccola coperta è stesa sull'erba, attorno ad essa ci sono candele, poste in bicchieri di vetro, che illuminano debolmente quello che ci circonda. Justin prende con delicatezza la mia mano, facendomi sedere sulla coperta. Mi fiondo su di lui, stringendolo forte a me. 

Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me, forse non è il massimo, ma è una cosa bellissima. Lui ha solo tentato di essere romantico e ci è riuscito alla grande. 

"Mi dispiace..." sussurro contro la sua spalla. "Non so cosa mi sia preso." ammetto. Nell'ultimo tempo mi comporto in maniera strana, lo ammetto. 

Mrs. BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora