Capitolo VII: Følges

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Jane

Il bagno femminile della scuola era sempre stato un posto per fare gossip, per truccarsi, ma raramente qualcuno lo usava per rifugiarsi, anche perché non era il luogo più igienico del mondo.

Jane però in quel momento aveva bisogno di pace, aveva bisogno di pensare, e non poteva certamente farlo in corridoio.

Era rifugiata in bagno anche perché voleva evitare Asya.
Scoprire che anche lei era una varulv cambiava le cose.
Sapeva che c'era un branco in città ma non pensava che lei ne facesse parte.

Anche perché il suo odore era uguale a quello di qualsiasi umano.

Anch'io so camuffare il mio vero odore.........

Jane scosse la testa appoggiandola sul muro alle sue spalle.
Non sapeva come affrontare quella situazione.

Come avrebbe fatto a parlare, a ridere, a stare nella stessa stanza di Asya sapendo che era una come lei??

D'ora in poi avrebbe dovuto stare attenta a cosa diceva, alle parole che pronunciava.
Jane si diede mentalmente uno schiaffo: avrebbe dovuto capirlo prima.

Magari quando le aveva detto che viveva in un paesino in mezzo al bosco.
Magari quando le aveva detto che credeva che due persone siano legate.
O magari..... Beh, in tante altre occasioni.

Ho abbassato troppo le mie difese.

Ho dimenticato quale era il mio obbiettivo.
Ho dimenticato chi sono, cosa sono.

Jane fece una smorfia, mentre un dolore acuto le trapassava le tempie.
Si portò la mano su di esse e le massaggiò lentamente, nella speranza di far scemare il dolore.

Doveva pensare a qualcosa, e anche presto, la campanella sarebbe suonata a momenti.

Posso farcela.
Devo solo fingere.
Ed io sono molto brava a fingere.

Amplificò i suoi sensi per capire dov'era la sua amica.

Ma non percepì nulla.

Cercò di amplificarli ulteriormente, ma la campanella suonò in quel momento, e lei dovette portarsi le mano sulle orecchie per attenuare il suono.

Decise di alzarsi e di affrontare la cosa.

Scappare è da codardi.
E io non lo sono.

Riluttante si rimise in piedi, mettendo lo zaino su una spalla, uscendo da quel bagno in cui era rimasta per troppo tempo.

Appena uscì, comprese che il suo piano non avrebbe avuto una lunga vita.

Non sapeva mentire alle persone a cui teneva.
Poteva fingersi una persona completamente diversa senza essere scoperta da nessuno, ma non davanti a qualcuno a cui voleva bene.

Scosse la testa, lei era Jane Sterk, lei era forte, non poteva permettere a qualcuno di scalfire i muri che aveva costruito con grande fatica.

Respirò a fondo dirigendosi verso la classe, adesso aveva chimica, e la professoressa li divideva sempre in file da un solo banco.

Almeno per quell'ora avrebbe evitato Asya.

Quando raggiunse la classe, lei era già entrata e le sorrideva.

Jane accennò un sorriso e si andò a sedere due posti dietro di lei, in ultima fila.

Asya non fece in tempo a girarsi e a riservarle un occhiata interrogativa, che la professoressa era già entrata.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora