VI

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Così facendo li portò a fare un giro dell'immenso palazzo.
Raccontò di come il Dio del vento l'avesse portato lì mentre stava cadendo e di come aveva conosciuto suo marito.
Come si immaginava, sapendo che aveva trovato marito e non sembrava affatto spaventato dal mostro, storsero il naso e si guardarono scettici.
Dopotutto la profezia era stata chiara, perche allora loro fratello ne parlava con tanta gioia?
Ovviamente Stiles si scusò per essere sparito senza lasciare traccia, si scusò per non aver scritto e non essersi fatto vivo dopo, ma c'era tutta quella storia della sentenza di morte in cui lui era il sacrificio, ed era di vitale importanza che i mortali lo considerassero morto.
All'inizio del tour i fratelli erano troppo sbalorditi per dire anche solo una parola, ma nel corso delle ore successive passarono dall'essere disorientati a solo leggermente sollevati che il fratello fosse ancora vivo, e anche segretamente furiosi per come Stiles si fosse sistemato nonostante la profezia.
Stiles mostrò loro le varie piscine e vasche idromassaggio, i ristoranti al coperto, i numerosi buffet sempre pieni e fumanti e le infinite stanze che ogni giorno Stiles andava scoprendo.
Senza contare i giardini interni ed esterni, i soggiorni e le sale teatrali munite di popcorn e poltrone comodissime.
«E qui cosa c'è?» disse suo fratello maggiore aprendo la porta di una stanza armadio, finendo quasi schiacciato da una valanga di diamanti, rubini, lingotti d'oro e vestiti ornati.
«Oh quelli, beh sono solo un po' di scorte»  provò a minimizzarre Stiles, cercando di chiudere il tutto all'interno, un po' imbarazzato.
Il fratello di mezzo rimase a guardare quella stanza con occhi sognanti per tutto il tempo, realizzando che l'intero suo castello non valeva comunque quanto quel tesoro.
«E ne hai tante, di queste scorte in casa?» quindi disse, facendo il finto tonto. Come se lo chiedesse tanto per e non per invidia.
«Ecco... non le ho mai contante davvero. Una dozzina, forse? Ma non è importante» rispose decisamente imbarazzato per la reazione dei fratelli, sapendo che se gli avesse detto la verità, ovvero che la casa era strapiena di tesori, probabilmente avrebbe scatenato l'ira dei due.

Dopo quel veloce tour, Stiles offrì ai suoi fratelli di rinfrescarsi in delle suite private, per poi pranzare tutti insieme.
Gli spiriti del vento si occuparono di loro, non facendogli mancare niente, proprio come Stiles aveva ordinato.
Nel frattempo che gli ospiti si rilassavano nelle vasche private, il padrone era andato nella sua per confrontarsi con Scott.
«Stai attento Stiles, quei due non mi piacciono per niente» disse il ragazzo guardandolo negli occhi.
«Neanche a me, ho sbagliato a farli venire qui, ma tranquillo, finito oggi non li rivedremo mai più» rispose Stiles abbracciando il suo migliore amico.

I tre si ritrovarono in veranda per un pasto veloce, tramezzini e bevande fresche.
I fratelli sembravano ringiovaniti di cinque anni, avevano fatto un ciclo completo di bellezza, tra fanghi e massaggi. Poi erano stati vestiti con i vestiti migliori che avessero mai indossato e gli erano stati anche portati dei gioielli tanto preziosi da rendere il tutto ancora più bello.
«Allora?» chiese il maggiore, mandando un'occhiata complice al mezzano senza farsi vedere da Stiles.
«Cosa?» chiese innocente il più piccolo, non capendo.
«Non ci hai ancora detto chi è tuo marito» rispose il mezzano.
«E sopratutto come può permettersi tutto questo» aggiunse il maggiore.
«Oh, emmh... vedete, lui è un mercante» disse Stiles con un sorriso falso, dopotutto non stava davvero mentendo. Per quel che ne sapeva lui, suo marito poteva davvero essere un mercante.
Certo voleva omettere che fosse invisibile e che lo andasse a trovare solo nel buio più oscuro della notte.
Anche perchè gli aveva promesso che avrebbe raccontato meno dettagli possibili a quei due.
«Un mercante dici...» ripetè il fratello di mezzo.
«Un mercante che controlla il vento e ha della servitù invisibile» constatò per niente convinto.
«Beh, fa ottimmi affari» rispose Stiles sorridendo.
«E non ce lo fai conoscere?» chiese allora, il fratello maggiore.
«È via... per lavoro» rispose secco, poi si alzò di scatto dalla sedia.
«Bene, è stato meraviglioso rivedervi! Ma ora devo proprio tornare a... alle mie faccende!» così facendo, Stiles riempì i fratelli di costosissimi regali e li scortò nel posto in cui Isaac li aveva fatti atterrare.
«Stiles, lascia almeno che torniamo a trovarti. Ti porteremo notizie da casa» disse il fratello di mezzo.
«Ci manchi tanto, sai? Vero, fratello?» continuò con un sorriso falso.
«Ma certo, non immagini neanche quanto, ti prego, lasciaci tornare a farti visita Stiles!» disse il maggiore annuendo e cercando di non conficcarsi le unghie nel palmo delle mani.
«Non so...» tentennò Stiles, cedendo per un attimo al suo carattere troppo buono e permissivo, sapeva che aveva sbagliato a far salire quei due, però era pur sempre la sua famiglia.
«...però ho promesso a mio marito che...» provò a dire il ragazzo per rifiutare senza offendere quei due.
«Di certo non ti avrà proibito che i tuoi familiari vengano a trovarti!» lo interruppe il fratello di mezzo, usando l'astuzia.
«Non è mica un mostro?» concluse, dandogli il colpo di grazia.
«Un mostro?» iniziò a ridere nervoso Stiles.
«Assolutamente no» disse poi convinto.
«Bene, allora ci vediamo la prossima settimana alla stessa ora!» disse il  maggiore, poi Isaac li portò via con una folata di vento, ma fu Stiles quello a sentirsi imprigionato in un tornado.

Amore e Psiche ~ Sterek Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora