Ardendo di desiderio, per l'imminente ricchezza, il fratello di mezzo corse fuori dal palazzo, si fece portare un cavallo, galoppò fino allo sperone di roccia e, con la speranza nel cuore, si lanciò nel vuoto.
Esattamente come il maggiore.Spietato, da parte di Stiles? Forse sì. Ma se mai qualcuno ha meritato un tuffo di testa da una roccia alta trenta metri, quelli sono stati i suoi due fratelli.
Avendo esaurito la disponibilità di fratelli da distruggere, Stiles si mise a vagare per la Grecia, viaggiando di città in città, deciso a trovare Derek.
Controllò i suoi templi. Controllò gli altari sul ciglio delle strade.
Controllò ovunque potesse controllare ma non ebbe fortuna.
Questo perché anche Derek era alle prese con i suoi bei problemi.
Dopo aver abbandonato Stiles, l'unico piano che aveva era allontanarsi il più possibile dal matrimonio ormai distrutto, e magari trovare una caverna dove nascondersi per qualche secolo, finché ad Afrodite non fosse passata l'arrabbiatura. Ma il dolore alla spalla divenne ben presto insopportabile.
Un'unica piccola goccia di olio caldo non avrebbe dovuto fare così tanto male. Ma quella bruciava proprio nel profondo, corrodendogli l'essenza divina. Il dolore era peggio di qualsiasi altro avesse mai provato... tranne forse il dolore al cuore quando aveva messo per la prima volta gli occhi su Stiles.
"Le due cose potrebbero essere correlate" pensò Derek.
Potrebbe essere una metafora, o una cosa del genere!"Sta di fatto che Derek era così debole che non riuscì ad andare molto lontano. Volò fino alla più vicina casa per le vacanze di Afrodite, una villa sulla costa del mar Adriatico, e crollò sul letto, perdendo i sensi nel momento esatto in cui toccò le lenzuola.
Ora vi direte senz'altro: vuole evitare sua madre, e va proprio a casa di Afrodite? Che volpe.
Ma credo che avesse inserito il pilota automatico. Oppure voleva il proprio letto, come succede quando si sta male. O forse aveva pensato di affrontarla e di chiudere definitivamente la faccenda.
Comunque sia, in un attimo si diffuse il pettegolezzo che un fanciullo mortale aveva spezzato il cuore al grande Dio dell'amore Eros. Probabilmente gli spiriti dei venti non erano riusciti a tenere la bocca chiusa, perché erano un bel gruppetto di teste vuote.
E poi si sa che le notizie viaggiano meglio con l'aiuto del vento.
Comunque, quando sentì che il figlio era diventato lo zimbello del cosmo, Afrodite era in vacanza a Citera, l'isola a lei sacra.
Ovviamente si precipitò a cercarlo, in parte perché era preoccupata per lui, ma soprattutto perché tutta quanta la faccenda faceva fare brutta figura a lei.
Arrivò alla villa sull'Adriatico e irruppe nella stanza di Derek.
«Di chi si tratta?» chiese lei con fare un po' stizzito, spalancando la porta violentemente con una mano.
«Mamma... tu non bussi mai?» borbottò lui da sotto le coperte.
«Chi è la sgualdrinella che ti ha spezzato il cuore?» chiese la dea.
«Non sono stata messa in ridicolo così tanto da un mortale fin dai tempi di quello stolto di Stiles, qualche mese fa!» continuò lei, ignorando le lamentele del figlio.
«Ecco, in effetti, a questo proposito...» fece lui abbassando la voce.
E così Derek le raccontò tutto.
Afrodite saltò per aria, come era ovvio.
Letteralmente. Mandò in briciole il soffitto con una delle sue esplosioni rosa molto
seducenti, col vantaggio però che diede a Derek il lucernario che aveva sempre voluto.
«Razza di ingrato!» gridò su tutte le furie.
«Mi hai sempre dato problemi! Non ascolti mai. Ti impicci dei sentimenti di tutti, persino dei miei! Dovrei ripudiarti. Dovrei privarti dell'immortalità, dell'arco e delle frecce, e consegnarle a uno dei miei servi. Qualsiasi schiavo mortale può fare il tuo lavoro, non è poi così difficile. Non ti applichi. Non fai mai quello che ti viene detto. Non...» iniziò lei una predica talmente lunga e noiosa.
Faceva sempre così, ogni volta che Derek non faceva esattamente quello che lei gli ordinava, dava di matto e faceva partire il monologo. Sempre lo stesso. Da diverse migliaia di anni.Bla bla bla.
E via di questo passo per quasi sei ore.
Alla fine notò che il viso di Derek era sudato e pallido, cosa che normalmente agli immortali non succede. Nonostante le coperte, tremava e aveva lo sguardo appannato.
«Cosa c'è che non va?» chiese allora Afrodite decisamente preoccupata, avvicinandosi al letto, poi tirò indietro le coperte e vide la ferita gonfia e ormai in
necrosi sulla spalla del figlio.
«Oh, no! Il mio povero bambino!» squittì lei sconvolta.
Buffo come l'umore di una madre possa cambiare così repentinamente. Prima vuole strangolarti e poi "BUM!" una piccola ferita, appena appena mortale, ed ecco che si mette a piagnucolare sul proprio piccolo.
Gli portò subito una pezza fresca, un po' di alcol per una frizione e un rotolo di cerotto, oltre che un brodino di pollo all'ambrosia (il cibo degli Dei).
Poi evocò Apollo, il Dio delle scienze mediche, che davanti alla ferita rimase parecchio perplesso e disse:
«Di solito, una goccia di olio bollente non causa una devastazione del genere neanche sui mortali»
«Grazie, dottor Genio» mugugnò Afrodite quasi ringhiando.
«Figurati!» replicò Apollo sorridendo.
«Scusa, ma ora devo tornare alle mie fan... cioè, al mio concerto sull'Olimpo» e così dicendo si dileguò in una nuvoletta dorata.

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Amore e Psiche ~ Sterek
RomanceChi non ama "Amore e Psiche" di Canova? Eros che stringe fra le braccia la sua amata Psiche per portarla via con sé, i loro sguardi persi gli uni negli altri... Ed è forse con la stessa intensità che Derek ama Stiles... forse anche di più. Decisam...