🌹 Capitolo 2 🌹

773 89 89
                                    

Una volta in camera, con in sottofondo una nuova canzone, inizio a mettermi il pigiama che consiste in una pantalone della tuta e una maglietta bianca di qualche taglia più grande di me.

Lego i capelli in un coda alta disordinata e con i piedi scalzi accontento il mio stomaco che inizia a produrre strani rumori.

Passando per il piccolo salotto alzo il volume mentre parte un'altra canzone.

"Non ho bisogno più di niente"

Apro il frigorifero estraendo da esso la prima cosa che i miei occhi percepiscono.

"Adesso che"

Con il budino a cioccolato in una mano mi muovo per la piccola cucina alla ricerca del cassetto contenente le posate.

"Mi illumini d'amore immenso fuori e dentro"

E dopo aver aperto l'ennesimo cassetto trovo finalmente ciò che mi serve.

"Credimi se puoi
Credimi se vuoi "

La cosa più brutta e trasferirsi in una casa, dove la tua dolce mamma ti ha già fatto sistemare tutto quello che ti serve da una sua amica.

"Credimi e vedrai non finirà mai "

Mi siedo al piccolo tavolo con la superficie in vetro e inizio a mangiare il mio buonissimo budino.

Quando manca l'ultimo cucchiaino, sento suonare il campanello.

"Vivimi senza paura" urlando a squarciagola il ritornello prendo l'ultimo cucchiaino di cioccolato e vado ad aprire.

Una volta aperta la porta, senza guardare chi mi si presenta d'avanti, tolgo il cucchiaino dalla bocca, facendo una faccia sognate per poi puntarla a chi ho difronte con sguardo omicida.

"Puoi abbassare la voce?" una voce roca mi fa alzare di scatto lo sguardo che avevo precedentemente abbassato sui bottoni della camicia sbottonati.

Con le guance completamente rosse incateno i miei occhi ai suoi.

Occhi che mi fissano con un sopracciglio inarcato e con le labbra che formano un sorriso divertito e sghembo. Occhi di un verde così intenso da non riuscire a distogliere lo sguardo da essi. Occhi che sembrano rispecchiare tutto quello che gli si pone davanti. Occhi che con il dilatarsi della pupilla si accentuano ancora di più le venature marroni che la circondano. Occhi che ora si sono abbassati sulla mia mano che pian piano si sta abbassando grazie alla spinta della sua.

Sbatto le ciglia riprendendo a respirare e..... ma le figure di M, le devo fare solo io?

"Ti prego abbassa la voce"

"Certo, scusami" entro dentro spingendo la porta alle mie spalle per far si che si chiuda e vado ad abbassare la voce dello stereo.

"Non che non mi piacesse la canzone, ma ho un mal di testa assurdo"

Sobbalzo per lo spavento e puntandogli di nuovo il cucchiaino contro come se fosse una potente arma, sospiro.

"Allora, io sono una persona abbastanza calma, ma poi basta una cosa piccolissima per farmi diventare tutt'altra persona" avanzo verso di lui "Quindi partendo dal presupposto che sei un coglione perché non era il caso che entravi in casa mia, facendomi inoltre prendere un cazzo d'infarto" continuo la mia camminata verso di lui, facendo toccare la punta del cucchiaino con il suo petto scoperto "Cosa aspetti ad uscire da casa mia?" inarco un sopracciglio mentre lui mi guarda divertito.

Stacco il cucchiaino dal suo petto e sorpassandolo vado in cucina per poter posare il cucchiaino nel lavandino e con la speranza che lui se ne vada, ma a quanto pare oggi, come tutti gli altri giorni, sono tutti contro di me.

Come una ROSA (Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora