🌹 Capitolo 6 🌹

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Abbi fiducia in coloro che si sforzano di essere amati; dubita di quelli che cercano solo di sembrare amabili. 

Giacomo Leopardi 

"Ciao" sorride cordiale.

"Ciao"

"Non sapevo che per farti abbassare il volume bastava che suonassi alla porta"

"Sei molto divertente" lo fulmino con lo sguardo e indietreggio per chiudere la porta.

"Aspetta" mi blocca mettendo un piede fra il muro e la porta.

"Cosa vuoi?"

"Non senti questa puzza di .... bruciato o meglio, di sugo bruciato"

"Cazzo!"

Corro in cucina spegnendo il fuoco e notando che il coglione aveva ragione. Sbuffo e butto il sugo ormai vuoto in un contenitore che la proprietaria della casa mi a detto di gettarci i liquidi che devo buttare. Metto la pentola nel lavandino e mi giro verso la porta, dove trovo .... non so il nome, che mi fissa.

"Perché sei ancora qui?" avanzo verso di lui e spegnendo la luce in cucina che avevo lasciato accesa di proposito, per non dimenticarmi il sugo sul fuoco. Vado in salone mentre sento il suo sguardo seguire ogni mio movimento, mentre riposto in modo ordinato l'occorrente che ho usato per disegnare.

"Volevo capire se andava tutto bene" 

"So farcela da sola, grazie"

Mi rendo conto di essere fredda, ma se mi fermo a guardarlo il mio corpo reagisce in modo strano, e nei miei ventidue anni, ho preso troppe cotte, troppo forti, che duravano anni e anni, ma mai nessuna di esse è stata amore, e ho capito che se lo sguardo di quella persona su di me, mi causa che familiare fremito, non è per nulla buono. Ho sempre amato l'amore e l'ho sempre sognato, ma ora voglia di prendermi una sbandata per qualcuno che non mi cagherà non ne ho voglia, devo concentrarmi sui miei obbiettivi, poi se in questi mesi, anni o non so che starò qui a Parigi, l'amore busserà alla mia porta, io gli lascio via libera ma solo dopo che avrà lottato, almeno un pò per la mia fiducia, senza questo sono indifferente a qualunque tipo di rapporto.

"L'ho notato" scoppia in una leggera risata.

"Ti ripeto, sei molto spiritoso, come ti chiami..."

"Mi chiamo Ryan"

"Sisi"

Mi siedo sul divano con gli occhi ormai pesanti, prima o poi, com'è entrato così uscirà.

"Tu come ti chiami?" si siede accanto a me mentre io credo di aver assunto la faccia degli assassini dei film.

"Non ti riguarda"

"Non so se definirti stronza, apatica, introversa o timida, ma più ti osservo, e lo sto facendo da quando sei venuta in questa casa, penso che tua un'insieme di queste cose"

"Nessuno ti ha chiesto un parere"

Non curandosi della mia risposta tagliente, continua a parlare aggiustandosi meglio sul divano per guardarmi.

"Grazie a mia sorelle, ho imparato a capire le persone senza che loro parlino quindi potrei fare un lungo tema dove spiego, almeno alla prima impressioni il perchè di quei quattro aggettivi che ti ho attribuito" si ferma per ottenere da me una risposta che non riceve e sorridendo per il mio broncio infastidito sorride "Quelli che ti ho detto sono sia positivi che negativi, ma credo che ne hai molto positivi"

"Che non scoprirai mai"

"Perché?" 

"Te lo spiego dopo, ora raccontami questo fantomatico tema" mi siedo meglio sul divano ormai incuriosita.

Come una ROSA (Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora