🌹 Capitolo 3 🌹

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Ripercorro il  viale che continua  fino ai tre gradini che ti portano all'ingresso dell'edificio centrale, per poi varcarlo e dirigermi al bancone che funge da segreteria. 

Mi guardo intorno cercando qualcuno che mi possa aiutare ma sembra tutto completamente vuoto, sembra quasi vedere le balle di fieno che rotolano sul pavimento.

"Alison!" mi giro verso la direzione della voce, vedendo Agatha accompagnata da una donna un pò più giovane di lei.

"Ciao" 

"Lei è Brigitte" indica la donna accanto a lei, che sembra somigliargli in alcuni tratti del volto "è mia sorella ed è la direttrice" 

"Oh, piacere signora, io sono Alison Brown" allungo la mano in sua direzione.

"Piacere mio Alison" mi sorride stringendomi la mano.

"Le ho parlato di te" 

Sorrido imbarazzata d'avanti all'occhiolino sfacciato di Agatha.

"Vero" conferma Brigitte "So che vuoi lavorare, o meglio vuoi essere d'aiuto per chi ne ha bisogno, soprattutto per i bambini, che vuoi farlo anche senza ricevere un centesimo, che sei italiana ma hai sempre amato la Francia e Parigi, che sei laureata in psicologia infantile..."continua ad elencare tutto quello che gli ho scritto nell'email quando gli ho inviato il mio curriculum vitae.

"Brigitte, penso che Alison sa cosa ti ha scritto, è inutile che lo ripeti"

Sorrido cordiale ad Aghata per poi prendere la parola.

"Si signora, è vero, tutto quello che le ho scritto e che lei ora sta dicendo"

"Bene, allora io ti prendo in parola" mi guarda per poi riprendere a parlare "Dato che non mi sarà possibile pagarti, o almeno non ora, ti voglio mettere alla prova"

"In che senso?"

"Ti darò libero accesso quando vuoi tu per venire qui, se vedrò che le persone con cui hai interagito stanno bene sono disposta anche a cercare un modo per pagarti o offrirti qualcosa in più"

"Non si preoccupi, a me basta essere utile e aiutare, è un modo per riprendere in mano la mia vita"sorrido.

"Allora vieni, ti mostro i "settori" , non ho mai capito come definirli"

"A dopo" 

"A dopo Aghata"

Usciamo dalla porta e fermandoci sui gradini la direttrice inizia a parlare.

"Allora, qui, dove siamo appena state, ci sono la segreteria, il mio ufficio, la sala con gli attrezzi per le pulizie, una camera che usiamo per le sedute di terapie, che come hai tu hai scritto nell'email, non vuoi occupartene ma sai alcuni metodi e le sai affrontare, una grande biblioteca dove puoi trovare libri di ogni genere, grazie ad alcune mie conoscenze anche quelli più nuovi o appena pubblicati"

Resto in silenzio ascoltando tutto quello che mi sta spiegando. 

Scendiamo i tre gradini dando le spalle all'enorme cancellata in ferro.

"Tutti gli edifici hanno la stessa struttura esterna da come ti è possibile notare, all'interno ci sono le camere, la sala pranzo, un'ampia stanza per i pomeriggi che trascorrono inseme, ovviamente gli è possibile uscire dall'edificio ogni volta che vogliono, noi vogliamo solo aiutarli, per quanto riguarda i bambini con un'età inferiore ai 18 anni abbiamo qualche regola per gli orari, poi ci sono sempre due guardiani fuori la cancellata"

Con la mano indica uno degli edifici guardandolo.

"Nel primo edifico a sinistra, partendo dall'estremità, si trovano i più anziani che sono rimasti soli, che non hanno nessuno che si occupa di loro, con storie tristi alle spalle, passati turbolenti , come tutte le persone di cui ci occupiamo" prende una pausa guardandomi dritta negli occhi "Ci sono un paio di loro che soffrono di determinati disturbi come il delirio, mentre gli altri sono semplici e normali persone un pò su di giri per la loro età"

Come una ROSA (Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora