Erano settimane che tutta la fortezza veniva preparata per l'arrivo della famiglia reale. Arya aveva un vestito nuovo, verde, che quasi le impediva di muoversi. Si era dovuta svegliare alle prime luci dell'alba, per prepararsi ad incontrarli, e aspettare che la carrozza reale entrasse tra le mura al fianco di sua sorella la stava uccidendo. Le avevano impedito di stare sulla strada del re in modo da essere la prima a vedere l'arrivo dei Baratheon, e ora doveva restare con la propria famiglia, nel suo vestito verde che odiava e con i piedi ormai doloranti per le scarpe strette che la madre la aveva costretta ad indossare.
Fu gioia quando videro arrivare i primi cavalieri della guardia reale attraverso i cancelli. Arya iniziò a sentire di nuovo i piedi, vedendo i cavalli bardati con lo stemma dei Baratheon. Le avevano insegnato a cavalcare, ma non le era mai piaciuto usare i cavalli; da quando Robb, dopo una battuta di caccia, le aveva portato in dono un cucciolo di metalupo, Nymeria, stava cercando di addestrarla, in modo che, quando fosse cresciuta, diventata della stazza di un cavallo, sarebbe riuscita a cavalcare lei.
Stava pensando a Nymeria quando vide il principe entrare a cavallo, poco prima della carrozza rossa della regina. Si fermò a guardarlo, con gli occhi spalancati. Guardare il principe Gendry entrare a Grande Inverno sul suo cavallo bianco, vestito d'oro, con lo sguardo trionfante, ebbe su di lei un effetto strano. Forse era il nuovo taglio che aveva dato ai suoi capelli corvini, forse la barba corta che iniziava a crescere; non sapeva cosa, ma qualcosa le impediva di togliere i propri occhi da quelli blu di lui.
Fu solo quando lui distolse lo sguardo per scendere da cavallo che Arya si rese conto di quanto fossero idioti i pensieri che le passavano per la testa. Guardò la carrozza e vide la regina Cersei scendere insieme ai suoi figli. I capelli biondi dei quattro quasi riflettevano il poco sole che splendeva sulla fortezza, e la loro vista irritava gli occhi di Arya come nient'altro mai.
Il re scese da cavallo, Arya non l'aveva nemmeno visto arrivare, ma si ritrovò a doversi inchinare, strattonata a terra da sua sorella. Quando vide che si stavano alzando tutti, si risollevò anche lei, e ascoltò il padre parlare con il re. Si parlavano come vecchi amici, finché Robert non si rivolse ai suoi fratelli. Prima parlò con Robb, chiedendogli se si sentisse pronto a sostituire il padre, poi chiese a Rickon e Bran di fargli vedere i muscoli. Si avvicinò a Sansa, e apprezzò la sua bellezza; come non farlo, si chiese Arya quando, alzando gli occhi sul sovrano lo vide guardarla con un sorrisetto divertito:-E qual è il tuo nome?
-Arya.- rispose la ragazza fissando i propri occhi in quelli dell'uomo. Lui annuì e si rivolse di nuovo verso lord Stark, chiedendogli di accompagnarlo nella cripta. Arya li guardò allontanarsi e si rivolse poi alla sorella:-Bene, ora che si fa?- chiese sorridendole, mentre con la coda dell'occhio vedeva la regina avvicinarsi e parlare a sua madre.
-Tu fai ciò che vuoi, io mi devo preparare per la festa di questa sera.- le rispose Sansa, fredda come il ghiaccio, senza nemmeno abbassare lo sguardo verso di lei. Probabilmente stava guardando la regina, che però non sembrava avere alcun interesse per loro. Era bella, Cersei Lannister. Arya era sicura che Sansa, un giorno, sarebbe diventata come lei, forse anche più bella, che i suoi fratelli avrebbero tutti trovato delle mogli bellissime, e lei sarebbe stata costretta a sposare un lord, sperando di essere abbastanza carina per lui, perché non tornasse a casa dopo le guerre con tanti bastardi quanti i giorni di assenza dalla fortezza.
Scosse la testa, facendo in modo che quei pensieri cupi si allontanassero dalla propria testa, prima di vedere con la coda dell'occhio Robb sciogliere le righe, quando Cersei chiese a lady Stark di accompagnare lei e i suoi figli dentro. Iniziò quindi a correre, verso la fucina vuota almeno per quel giorno, dove aveva nascosto Nymeria, e raggiunse il suo metalupo in qualche minuto.
Non si rese conto di essere seguita finché il mantello dorato di Gendry non fece un tonfo sordo, quando il principe lo appoggiò su un tavolo. Arya voltò lo sguardo scocciata e spalancò gli occhi quando si ritrovò davanti il ragazzo. La testa le diceva di inchinarsi, di rispettare le formalità, ma il suo corpo non si muoveva. Sentiva gli occhi di lui addosso, e i suoi muscoli non volevano più risponderle.
-Lady Stark... non pensavo che vi avrei trovata qui... di solito le fucine non sono posto per una lady.- le disse Gendry appoggiandosi ad un tavolo, le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso su di lei, come se non avesse mai visto una ragazza. Arya si ritrovò ad alzare le spalle. Sapeva di non essere una lady, ma sarebbe stato strano dirlo ad un'altra persona, soprattutto al principe.
-Fa... più caldo qui dentro.- rispose senza spostare gli occhi dai suoi. -Anche se sicuramente non è nemmeno il posto di un principe... cosa... cosa ci fa lei qui?- chiese poi quasi sorridendo. Nella sua mente, sua madre le diceva di farsi gli affari suoi, ma la curiosità era troppo forte. E Gendry lo capì.
-Dovevo sgranchirmi le gambe, sono stato a cavallo per tutto il giorno e... mi hanno portato qui giù.- spiegò il principe scuotendo la testa divertito dalla bugia che le stava dicendo. La verità era che aveva espressamente chiesto dove fosse la fucina, non prendeva in mano un martello da quasi un mese ormai, e gli mancava il calore del fuoco e il rumore del ferro battuto.
-Quindi... nessuno di noi dovrebbe stare qui... ma spero che nessuno di noi farà la spia. Io di sicuro non..- iniziò a farfugliare Arya distogliendo lo sguardo dal principe, prima di essere interrotta da lui:-Mio padre non sarebbe sorpreso di scoprirmi qui, e alla regina non interessa. Credo che sia più importante che lord e lady Stark non lo scoprano. E vi prometto che non sarò io a fare la spia. Ma penso che dovreste andare a prepararvi... so che ci sarà un banchetto questa sera e se ci mettete tanto quanto la regina, siete già in ritardo.
-Io non sono una lady... di sicuro non la regina. Non ci metterò più del dovuto. E mi sono già preparata abbastanza questa mattina per il vostro arrivo, insomma, questo vestito mi sta uccidendo, e non si vede nemmeno, sotto la pelliccia.- rispose Arya senza pensare, senza rendersi conto di cosa stava dicendo al principe, finché non si rese conto della sua risata.
La sua risata così cristallina che interruppe il flusso di pensieri nella testa della ragazza. Pensieri che avevano finalmente trovato il tempo e la persona a cui essere rivelati, anche se ovviamente era la persona sbagliata. Arya credeva che sarebbe stato un disastro confidarsi con sua sorella o con i suoi fratelli, ma forse era riuscita a trovare una persona peggiore per confidarsi.
Gendry scosse la testa, cercando di fermare le proprie risate. Sotto lo sguardo imbarazzato di Arya, però, il principe non riusciva a comandare la sua risata, come non era mai riuscito a comandare niente e nessuno nei diciannove anni della sua vita da principe. Fu quando Arya tentò di andarsene, che la risata di Gendry si fermò, e la sua mano corse verso quella di lei, per impedirle di scappare; aveva appena trovato qualcuno che non sembrava pensare a lui come al principe, e non aveva intenzione di lasciarla scappare.
-Non... non intendevo ridere di voi, lady Stark... perdonate la mia insolenza, ma credo fosse dovuta alla profonda verità che avete detto.- le disse Gendry facendo voltare la ragazza di nuovo verso di se. Arya sapeva che si riferiva al fatto di non essere la regina. Probabilmente era famosa in tutti i sette regni per la sua goffaggine, i suoi modi da maschiaccio e la sua bruttezza. -Credo sia veramente un peccato che la vostra pelliccia nasconda il vestito che avete messo per l'occasione. Deve essere veramente incantevole.
Arya rimase interdetta dalle parole del principe, guardò le sue labbra sorriderle, cercando di assicurarle che era ciò che davvero pensava. La ragazza si ritrovò a sorridere a sua volta, come per dimostrare apprezzamento al commento del ragazzo:-In realtà è di un colore orrendo e credo mi stia malissimo, ma... apprezzo la fiducia, mio principe.
Gendry le annuì, lasciandole la mano, e si rimise sui propri piedi, poco lontano da lei. Stava per dire qualcosa, qualcosa di troppo smielato, tipo che non poteva credere alle sue parole, ma fu interrotto da Jon Snow, che stava chiamando Arya per portarla nelle sue stanze a prepararsi. Quando entrò nella fucina, Jon non fece lo stesso errore della sorellastra, inchinandosi brevemente al principe prima di chiamare di nuovo Arya e pretendere, in nome della lady di Grande Inverno, che la seguisse.
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The Wrong One
RomanceRiconosciuto dal padre, Gendry è l'erede al Trono di Spade, e deve trovare una moglie. Nonostante l'ampia scelta di ragazze, finisce per innamorarsi di quella sbagliata.