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Era passato quasi un mese dall'arrivo della famiglia reale al nord, gli annunci erano stati fatti e cose erano capitate. Cose come la caduta di Bran dalla torre, che lo aveva costretto a letto, nella speranza che si potesse svegliare. Cose come le scenate del principe Joffrey che non sopportava più il freddo di Grande Inverno, e cose come la prima cavalcata di Arya a cavallo di Nymeria. Era appena tornata dai boschi, la piccola lady, e aveva trovato la propria stanza piena di servitori che stavano facendo le sue valigie.

Sarebbe partita per Approdo del Re la mattina seguente, insieme alla sorella e al padre, e ancora tutti i suoi abiti erano nel grosso armadio di legno addossato alla parete, come quella mattina quando era uscita. Catelyn avrebbe voluto che Arya imparasse a fare le proprie valigie, ma era troppo occupata a pregare per il risveglio di Bran per costringerla, così era riuscita a convincere il padre che da sola non ce l'avrebbe fatta e si era fatta una passeggiata mentre gli altri lavoravano per lei. Era un comportamento egoistico, ma non voleva partire e non avrebbe fatto le proprie valigie, se questo avesse potuto ritardare il viaggio verso sud.

Era seduta sul proprio letto quando Jon entrò nella sua sala. Mandò via tutti i servitori, che ormai avevano finito, e decise di passare un po' di tempo con il proprio fratello. Sapeva che non avevano la stessa madre, ma lo considerava suo fratello quasi più di quanto considerasse Sansa sua sorella. Avevano un legame speciale, lei e Jon. Era l'unico dei suoi fratelli che si rendeva conto di quanto lei faticasse a fare la lady, di quanto volesse allenarsi con loro. Ed era stato lui a darle le prime lezioni, ad aiutarla con i primi allenamenti, ovviamente di nascosto.

E sarebbe stato lui, proprio in quel momento, a darle la sua prima arma. Era quello il motivo per cui era nella sua stanza, per farle il suo regalo di addio. La mattina dopo sarebbe partito per la barriera, per diventare un guardiano della notte, e non avrebbe più rivisto la sua sorellina. Aveva fatto costruire Ago - così Arya decise di chiamare la sua spada una volta ricevuta - dal fabbro di Grande Inverno apposta per lei, cercando di tenere il segreto. Nessuno degli Stark doveva saperlo, o avrebbero subito detto che non poteva farle un regalo del genere, che non era adatto ad una lady.

-E ricordati... Infilzali con la parte appuntita.- le disse ridendo Jon mentre si sedeva con lei sul letto. Arya si ritrovò a sorridere divertita, ricordando che quella fu la prima cosa che aveva sentito una volta presa in mano la sua prima spada. -Credo di poterci arrivare da sola, Jon...- rispose scuotendo la testa mentre guardava e si rigirava Ago tra le mani.

-Arya...

-Sansa è fantastica ma non posso diventare come lei, vero?

-Ti stavo chiedendo di non scordarti di me e di scrivermi quando puoi, ma si, anche quello...

-Come potrei dimenticarmi di te, Jon? Sei stato il mio fratello preferito per quattordici anni, mi scorderei prima di Rickon... E poi il nord non dimentica, lo sai anche tu.

-Ma tu stai andando a sud...

-Sono comunque Arya Stark di Grande Inverno. Sono una lady del nord, Jon.

-Pensavo che non volessi essere una lady.- Jon alzò le sopracciglia guardando la sorella, divertito e confuso dalle sue parole. Arya si sentì arrossire e distolse lo sguardo dal suo scuotendo la testa. -Credo di starmi abituando all'idea che questo sia il mio unico destino.

La verità era che Arya si stava lentamente rendendo conto dei vantaggi di essere una lady. Aveva passato parecchio tempo nei villaggi circondanti la fortezza, sempre di più da quando la famiglia reale era arrivata, e si era resa conto che non tutti avevano i privilegi di cui godeva lei. Privilegi come pasti caldi tutti i giorni, vestiti puliti, un tetto resistente. Non era da egoisti rendersi conto di ciò che si ha e smettere di rinnegarlo, giusto?

Il principe Gendry le aveva risposto di no. Anche lui non sarebbe mai tornato alla povertà in cui era nato, se avesse potuto scegliere. Gli aveva posto quella domanda qualche sera prima, immersi nelle piscine termali sotto la fortezza. Arya era andata laggiù per cercare di far sbollire la rabbia dopo una lite con il padre sul viaggio che non voleva fare, ed era stata raggiunta dal principe una volta già immersa nelle piscine. Le aveva chiesto se fosse un problema condividere il calore della piscina con lui e alla risposta negativa di lei, si era infilato a sua volta nella vasca.

Arya si era resa conto in quel momento che un'altra cosa di cui non avrebbe fatto a meno erano le conversazioni con il cognato, con l'altra persona - oltre a Jon - che non la trattava solamente da lady, ma da persona. Si era obbligata a non pensare al fatto che fossero nudi nella stessa piscina per potergli parlare come avevano fatto più volte tra i corridoi della fortezza, per non pensare a quanto sua sorella e sua madre si sarebbero arrabbiate se avessero saputo dei suoi modi poco opportuni con il principe, e alla fine, superato l'imbarazzo e il silenzio iniziale, avevano iniziato a parlare del più e del meno, compreso il sentimento di egoismo di Arya.

-Potresti sempre scappare e diventare una nomade... una guerriera. Le possibilità sono infinite, Arya.- le rispose Jon allontanando i suoi pensieri da quella sera, dal vapore dell'acqua e riportandola alla realtà. Arya scosse la testa e gli sorrise, apprezzando l'incoraggiamento.

-Non tutti possiamo unirci ai Guardiani per scappare al nostro destino. Anche se non capisco perché ancora non lascino le donne entrare nella guardia.

-Non credo che le donne entrerebbero al Castello Nero anche se potessero... Comunque sono venuto qui, oltre che per salutarti, per avvisarti di iniziare a vestirti per il banchetto di stasera. Manca poco al tuo ultimo pasto a Grande Inverno, devi godertelo.

-Probabilmente me lo godrei meglio stando qui.- borbottò Arya roteando gli occhi e alzandosi subito in piedi. -Poi dovrebbero aver sistemato tutti i miei abiti in valigia, come dovrei vestirmi?

Jon le indicò un abito blu appoggiato su una sedia poco distante dal suo letto mentre si alzava ridendo:-Credo che quello vada bene, milady. Il principe resterebbe incantato.- le disse andando il più velocemente possibile alla porta. Non riuscì ad essere tanto veloce da schivare un cuscino lanciatogli da Arya, ma lo fu abbastanza per evitare di sentirla urlare che lui fosse promesso a Sansa.

Era un mese che Jon riusciva ad arrivare a metà delle conversazioni tra Arya e il principe, e aveva deciso completamente da solo di iniziare a stuzzicarla, dando per scontato che lei si fosse innamorata e trovasse ogni modo possibile per avere qualche secondo con lui.

Quando uscì dalla porta, Arya scosse la testa e decise di rendere sua madre felice almeno per una sera, anche se sapeva che lei sarebbe rimasta al capezzale di Bran, e iniziare a vestirsi e pettinarsi. Fu pronta appena prima di essere chiamata dalla sua septa per scendere al banchetto.

The Wrong OneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora