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Il viaggio era stato più facile del previsto, le era bastato andare alle fortezze dei nobili, fare il nome di suo padre, e tutti erano stati più che felici di aiutarla, come nelle locande. Una volta raggiunta la Porta di Bronzo aveva deciso che avvisare Gendry del suo arrivo sarebbe stato almeno carino, così aveva scritto sia a lui che al padre, per rassicurarlo della prorpia incolumità.

Da lì era solo un giorno per arrivare a Capo Tempesta, e passò piuttosto velocemente. Ancora prima che se ne potesse accorgere, era davanti alle mura della fortezza, aspettando che i cancelli si aprissero. Non si aspettava di certo un comitato d'accoglienza, ma fu quasi delusa dall'assenza del re al suo arrivo. Che non fosse arrivato il corvo?

Scese da cavallo, lasciandolo ad uno stalliere, e venne subito raggiunta da una ragazza, che avrebbe potuto avere la sua età, forse qualche anno in meno, troppo sorridente per i gusti di Arya. Sapeva che Stannis Baratheon aveva una figlia, ma non avrebbe mai immaginato che lei sarebbe stata la prima persona ad incontrare una volta arrivata a Capo Tempesta.

-Lady Stark, è un onore conoscerla.- esordì Shireen avvicinandosi a lei e facendole un piccolo inchino quando la raggiunse. -Io sono Shireen Baratheon, e vi do il benvenuto a Capo Tempesta.

-Il piacere è mio, lady Baratheon...- rispose Arya guardandosi intorno senza prestare troppa attenzione alle parole della ragazza. -Credo vi stiate chiedendo dove sia il re... permettetemi di portarvi da lui.- le disse, sempre sorridendo, Shireen incontrando il suo sguardo quasi perso.

-Non dovrei... porgere i miei omaggi a lord Baratheon prima?- chiese Arya mentre iniziava lentamente a seguire la ragazza verso le mura della fortezza. A molti poteva non sembrare così, ma Arya ricordava ogni singola lezione di buone maniere che aveva dovuto seguire da piccola, e queste prevedevano che, una volta arrivata in una fortezza, si dovesse parlare con il lord come prima cosa.

-Credo che mio padre stia dormendo. E comunque il re mi ha chiesto di portarvi da lui appena foste arrivata...

-Quindi perché sua maestà non mi ha accolta di persona?

-Perché volevo sapere prima di lui il motivo della vostra visita. Dovete riportarlo nella capitale?

-Ospitare il re vi reca così tanto disturbo?

-Non serve che ci rechi disturbo perché capiamo che c'è bisogno di lui nella capitale.

-Devo solo parlare con lui... nessuno è qui per riportarlo a casa, soprattutto se lui non vuole. Mio padre è in grado di occuparsi del regno.

-Di cosa dovete parlare, se posso chiedere?

-Nulla di tanto importante da riguardarvi, lady Baratheon.- concluse Arya con un'occhiata che fece capire a Shireen che non sarebbe stato il caso di farla irritare. Continuarono a camminare sulle mura della fortezza per qualche minuto, prima di arrivare al punto più vicino al mare, dove stava Gendry, appoggiato ai bastioni, lo sguardo perso nelle onde del mare.

-Vi lascio soli.- disse Shireen ad Arya prima di allontanarsi silenziosamente e dare il tempo ad Arya di osservare il re. Non le sembrava vero averlo davanti a se, da solo. Era passato troppo tempo dall'ultima volta in cui aveva potuto veramente parlare con lui, senza che nessuno li ascoltasse. Senza che nessuno dei due sentisse il peso del proprio titolo sulle spalle.

-Volete stare laggiù ad osservarmi o siete venuta per dirmi qualcosa, milady?- le chiese Gendry senza spostare lo sguardo dal mare. Sperava che non le portasse brutte notizie, che non fosse lì per ordine del padre, che non volesse riportarlo nella capitale. Sperava di non doverle chiedere di andarsene.

Arya fece un passo verso di lui, poggiando una mano sui bastioni delle mura, senza spostare lo sguardo da lui. Stava osservando il suo profilo, il modo in cui i muscoli della sua mascella si contraevano, anche involontariamente, ogni volta che il vento cambiava direzione, gli occhi che sembravano riflettere il blu del mare e il rosso del tramonto allo stesso momento, i capelli neri ormai definitivamente spettinati a causa della brezza marina.

-Pensavo di avervi già chiesto più volte di non chiamarmi in quel modo, quando siamo da soli, Vostra Grazia.- rispose quasi in un sussurro. Arya sentì la sua voce tanto flebile che ebbe paura lui non riuscisse a sentirla. Stava per ripetersi quando lo vide abbassare lo sguardo e arricciare le labbra in un sorriso divertito.

-Se voi insisterete a chiamarmi vostra grazia, penso che continuerò a dovervi chiamare milady.- rispose il re portando finalmente gli occhi su di lei. -Quindi credo sarebbe meglio per entrambi se, almeno quando nessuno può sentirci, iniziassimo a darci del tu.

-Come volete, mio..- Arya si bloccò, sotto uno sguardo divertito di Gendry rendendosi conto del suo errore. -Come vuoi, Gendry.- si corresse subito, lasciando trasparire un sorriso.

-Perché lord Stark ha mandato te a riprendermi?

-Mio padre non sapeva che sarei venuta qui finché non ho raggiunto la Porta. Saresti dovuto venire a prendere il tuo mantello quando ti ho chiesto di farlo.

-E non avrei mai dovuto lasciare mio padre da solo nei boschi, ma eccoci qui. Un re e una lady che non riesce a sopportare le domande della sorella.

-Lo dici come se non fossi corso qui per evitare l'ira dei tuoi fratelli anche tu.

Gendry distolse lo sguardo dagli occhi di Arya e scosse leggermente la testa. Sperava che nessuno avesse capito il vero motivo del suo viaggio, quanta paura avesse veramente per la sua vita. Le guardie che l'avevano accompagnato non ce l'avevano fatta, ed era stata Arya a capirlo.

-Sarei scappata anche io se mio fratello fosse stato come Joffrey.- aggiunse Arya vedendo il re in difficoltà. Sapeva di essere scappata per molto meno che una minaccia di morte, ma non le sembrava il caso di mettersi a parlare dei suoi problemi con un uomo che sembrava sull'orlo di una crisi.

-Non ho mai considerato Joffrey mio fratello... come non ho mai considerato qualcuno a corte come un amico, o come la mia famiglia.- le rispose Gendry lasciando che lei facesse un passo verso di lui, trovandosi troppo poco lontani perché chiunque potesse vederli. -Ho sempre avuto solo Shireen... ma lei ha sempre vissuto qui. Poi ho conosciuto te, e ho pensato di aver trovato... un'amica?- continuò guardandola incerto. -Ma credo che quel mantello abbia rovinato ogni nostra possibilità di avere di nuovo una conversazione normale, vero?

-La stiamo avendo ora.- rispose Arya cercando di guardare i suoi occhi, provando a capire perché lui le stesse dicendo quelle cose, se anche lui avesse capito, mentre le pronunciava, il motivo per cui era andata a Capo Tempesta. Non ci aveva mai pensato, non aveva mai voluto pensarlo. Ma in quel momento, sulle mura della fortezza, il vento nei capelli, il sapore di salsedine tutt'intorno e gli occhi di Gendry che la guardavano, forse con una luce diversa, si ritrovò a pensare a come sarebbe stata la sua vita se fosse stata lei al posto di Sansa.

-Questa non mi sembra normalissima...- mormorò Gendry. Arya non poteva dargli tutti i torti, non era normale quello che stava provando, quello che stava pensando era sbagliato, se qualcuno li avesse visti sarebbe dovuta scappare da sua sorella per sempre. Tutto quello che stava passando per la sua testa era sbagliato in quel momento, e cercava di convincersi a fare un passo indietro, di fare la cosa giusta.

Non aveva mai odiato sua sorella, non l'avrebbe mai fatto. Non avrebbe mai voluto fare qualcosa per infastidire suo padre. Sansa l'avrebbe sicuramente odiata, se fosse venuta a sapere di cosa stava per succedere nelle Terre della Tempesta, e probabilmente avrebbe avuto l'appoggio del padre, ma Arya sapeva di non poter controllare a lungo i propri istinti, non era mai stata brava in quello.

Guardando gli occhi del re la sua mente la pose davanti ad un bivio, fare quello che avrebbe voluto fare o fare quello che sarebbe stato giusto fare. Scegliere di provare, di assecondare il suo cuore, o restare in silenzio, allontanarsi e correre via. Affrontare le conseguenze dei suoi sentimenti o scappare dai Sette Regni.

Non fu facile, ma riuscì a decidere. Sapeva che era sbagliato, che per lui, lei era sbagliata, che non avrebbe cambiato nulla nei suoi doveri verso le lady di corte, ma decise di provare comunque. Probabilmente gli avrebbe solo fatto cambiare idea su di lei, le avrebbe chiesto di lasciare la capitale e le avrebbe fatto sposare qualche lord, ma non si sarebbe potuta fermare così.

Era abbastanza vicina per posare le mani sul suo mantello, costringendolo a piegarsi, alzarsi sulle punte e posare le labbra sulle sue, e così fece. A Gendry ci volle qualche secondo per rendersi conto di cosa stava succedendo. Si allontanò da lei, la guardò e, consapevole che fosse la ragazza sbagliata sotto ogni punto di vista, si rese conto che non ci sarebbe mai stata una ragazza più giusta per lui, e riprese quel bacio di cui nessuno sarebbe mai dovuto venire a conoscenza.

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