Chapter 15

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Sapete quando non volete cadere sempre negli stessi errori? Come una sorta di fioretto, quando non potete mangiare un pezzetto di cioccolato ma che esattamente tutti i giorni cadete in tentazione. Ecco, Niccolò sta diventando il mio fioretto, mi rende vulnerabile, mi tenta.

< Cosa c'è Niccolò?> gli risposi agitandomi ancora di più.
< Io...io non ce la faccio> disse guardandomi.
< Cosa?> continuai non capendo.
< Fare finta di niente> mi disse cogliendomi alla sprovvista.
< Cosa mi vuoi dire Niccolò?> gli chiesi anche se avevo paura della sua risposta.
< No nulla, lascia stare> mi rispose passandosi una mano sul volto.
< Okay, allora io vado> dissi voltandomi un po' delusa.
< È che tu mi piaci e anche tanto> rispose con voce flebile. Mi gelai sul posto, avevo per caso sentito male? Probabile.
< Come, scusa?> gli domandai girandomi con aria allibita.
< Hai sentito benissimo> mi rispose avvicinandosi a me facendomi mancare il respiro.
< Oh fanculo> dissi avvicinandomi a lui e baciandolo.
Lo so, ho fatto esattamente quello che non dovevo fare ma sinceramente, ora come ora, non me ne importa nulla, volevo solo godermi questo momento.
Ci baciammo intensamente, le sue mani calde mi stavano stringendo delicatamente il viso e le mie braccia erano legate intorno al suo collo. Era tutto perfetto, forse.

< Rebecca, ti prego, non pentirtene> disse con il fiatone Niccolò staccandosi dalla mia bocca.
< Baciami Moriconi> gli risposi guardandolo negli occhi. Mi mancava già terribilmente il suo tocco.
Cosa mi stava succedendo?
Lui fece subito quello che gli avevo ordinato senza nessuna esitazione, mi prese e mi portò verso la sua stanza, mi appoggiò delicatamente sul suo letto e iniziò a sbottonarmi con decisione la camicetta che indossavo. Presi i lembi della sua maglietta e gliela tolsi con qualche difficoltà per la posizione in cui eravamo.
Dopo poco tempo ci dividevano solamente i fini tessuti dei nostri intimi.

Quella sera finì così, i nostri corpi uniti da sentimenti contrastanti che però non facevano trapelare nessun senso di colpa, i nostri sospiri pesanti ma allo stesso tempo leggeri che andavano a tempo con i nostri calmi e scanditi movimenti e infine i nostri sguardi, nessuno dei due non aveva intenzione di parlare, ci bastavano solamente quelli che, sicuramente, comunicavano di più rispetto a mille parole.

Venni svegliata da un filo di luce che filtrava dalla tenda della finistra davanti a me. Mi sfregai gli occhi e sbadigliai, ero ancora stanca e la sera precedente non era stata molto d'aiuto. Mi girai verso Niccolò, stava dormendo beatamente mentre teneva un braccio lungo il mio ventre nudo.
Pensai alle ore precedenti, ero andata a letto con Niccolò, era stato tutto bello ma Federica? In questo momento non mi sentivo per niente in colpa ero assolutamente in pace con me stessa, forse perché stavo reagendo, ancora, a botta fresca.
< Cazzo> esclamai dopo aver guardato l'ora, erano le 8:30 di mattina e fra mezz'ora avrei avuto lezione in università. Dovevo letteralmente correre. Spostai il braccio di Niccolò con cautela senza svegliarlo, presi le mie cose sparse per la stanza e andai verso il bagno. Feci il più fretta possibile e uscii di casa lasciando un biglietto a Niccolò per informarlo e ringraziarlo.
Corsi verso la fermata prendendo al pelo l'autobus, mi sedetti e venni distratta dall'ennesimo squillo del mio cellulare.

< Hey Giulia> risposi alla chiamata con un po' di fiatone.
< Mi spieghi dove sei finita?> mi chiese con un tono un po' stizzito.
< Sono stata da Nic, perché?> le dissi vaga.
< Ah non so è praticamente da ieri mattina che non ti sento e non ti vedo> continuò.
Lei era così, doveva avere tutto sott'occhio tra cui anche le persone a cui voleva bene, si preoccupava e di conseguenza si agitava.
< Tranquilla sto bene, sto andando a lezione, magari ci vediamo là> le dissi dolcemente.
< Va bene Reb, allora ci vediamo dopo, sta attenta> mi rispose calmandosi.
< Si mamma non preoccuparti> esclamai ridendo. L'amavo di bene letteralmente.

Arrivai finalmente al campus, ero a pezzi, non vedevo l'ora di arrivare a casa e sdraiarmi sul divano.
Vidi Lorenzo e Giulia in lontananza e non esitai a raggiungerli.
< Viviamo sotto lo stesso tetto e non ti vedo da un giorno e mezzo, ci stai per caso nascondendo qualcosa?> mi chiese Lorenzo sorridendo.
< Nah abbiamo solamente orari di riposo diversi, sai com'è> dissi ridendo cercando di essere il più vaga possibile.
< Hai una cera non troppo brillante> intervenne Giulia scrutandomi.
< Sono un po' stanca, stanotte con il temporale non ho tanto dormito> dissi guardandola.
< Hai dormito da Niccolò?> continuò Lorenzo.
< Ma cos'è un interrogatorio?> gli risposi ridendo.
< Si comunque si, ho dormito da lui> continuai guardandoli.
< Oggi usciamo noi due e non voglio storie, sto iniziando a diventare gelosa di sto Niccolò> disse lei mettendo il muso.
< Promesso, oggi sono tutta tua mia cara Giulietta> le risposi abbracciandola.
< E sai che lo voglio conoscere meglio, devo sapere con chi va in giro la mia migliore amica> continuò guardandomi.
< Quando vuoi> dissi sorridendole.

Hey belli miei! Vorrei che foste più attivi, mi basterebbe una stellina o solo un commentino per farmi capire se la storia vi sta piacendo!
Vi ringrazio tantissimo<3

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