Chapter 43

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Giulia's pov
< Rebecca, ti prego> urlai tenendo la mano esile e senza vita della mia migliore amica che si trovava stesa sulla barella priva di sensi.

Stavamo correndo verso il reparto dell'ospedale dopo essere scesi dall'ambulanza.
Era successo tutto in un attimo, il tempo di andare in bagno che la ritrovai lì inerme affianco alla vasca che si stava lentamente accasciando per terra. Chiamai subito Lorenzo che dopo la disperazione più totale decidemmo di chiamare i soccorsi.
Immaginai subito che fosse un calo di zuccheri, lei ne soffriva quando era in un periodo particolarmente stressante, ma la mia idea venne subito stroncata dalla chiazza giallastra di vomito che si trovava vicino alla vasca accompagnata da rimasugli di cibo.
Era ricaduta nel tunnel che l'aveva rovinata per tanto tempo.

Entrò insieme alla troupe di infermeieri in una sala completamente bianca colma di macchinari, temevo il peggio.
Lasciai la sua mano e mi aggrappai spaventata a Lorenzo che in quel momento cercava di sostenermi sia fisicamente che moralmente.
< Giù ce la farà, ce la sempre fatta> disse mentre mi abbracciava dolcemente.
< Non me ne sono accorta, mi ero promessa di starle accanto> bisbigliai mentre qualche lacrima scendeva sulle guance.
< Non fartene una colpa, ti prego> mi rispose baciandomi subito dopo la fronte.

Dopo minuti di agonia finalmente comparì un dottore all'uscio della porta bianca.
Gli andai incontro con tutta la speranza che giaceva nel mio corpo.
< Dottore, come sta?> chiesi cercando di ascoltare un prossimo discorso del signore.
< Ha una lacerazione allo stomaco> disse senza peli sulla lingua.
< Spesso è causata da vomito continuo, però da quanto accertato non ha nessun sintomo di un attacco virale> continuò guardandomi cercando di capire la situazione.
< Ha sofferto di bulimia in passato e abbiamo paura che ci sia ricaduta> parlò Lorenzo al posto mio.
< Si potrebbe essere una probabilità, ora si sta svegliando ma dovrà essere ricoverata per almeno una settimana, dobbiamo assicurarci che la lacerazione guarisca da sola, altrimenti dobbiamo operarla> disse con una voce speranzosa.
< Grazie mille Dottore> gli risposi sorridendo per poi ricevere da lui un sguardo di comprensione.

Niccolò's pov
Mi svegliai di soprassalto a causa della fastidiosa suoneria del telefono, guardai lo schermo e mi allarmai quando visualizzai il nome del mittente.

< Giulia dimmi> risposi subito con voce ancora impastata dal sonno.
< Niccolò devo dirti una cosa importante indipendentemente da quello che è successo fra te e Rebecca> mi rispose facendomi preoccupare.
< Rebecca è in ospedale, è stata male stanotte, pensavo che fosse giusto avvisarti> continuò con voce debole.
Appena sentì quelle parole strabuzzai gli occhi e scesi dal letto iniziandomi a vestire.

< Cosa è successo? Giulia arrivo subito aspettatemi> dissi mentre cercavo di sistemarmi una manica della camicia.
< Si ti aspettiamo> mi rispose buttando giù il telefono.
Presi la giacca di pelle che si trovava sul bicipite del divano e mi fiondai verso l'ospedale dove si trovava Rebecca.

Tanto per cambiare il traffico non mi aiutò nel tragitto facendomi alzare il livello di preoccupazione e di ansia.
Ma una volta arrivato andai subito alla ricerca di Giulia nel reparto che mi aveva indicato per messaggio un attimo prima.

< Giulia dov'è? Che è successo> le andai contro appena la vidi in lontananza.
< È dentro, è in stato di dormi veglia, più tardi possiamo entrare> disse avvicinandosi mentre Lorenzo andava a prendere qualcosa alle macchinette.
< Ha una lacerazione allo stomaco e probabilmente è svenuta dal dolore> continuò guardandomi.
< Cazzo> dissi mettendomi le mani fra i capelli mentre le lacrime minacciavano di scendere.
Mi sentivo terribilmente in colpa.
< Com'è successo?> chiesi avendo paura della risposta mentre cercai di sedermi sulla sedia di metallo che si trovava ad un passo da noi.
< Temo che ci sia ricascata Nic> disse lei sospirando.
Restai in silenzio, mi mancavano le parole.
< Tu sai perché l'ha fatto?> mi domandò un attimo dopo con incertezza.
< Si, credo di sapere il perché> dissi guardando per terra.
< Riguarda te?> mi chiese subito dopo cercando di avere un contatto visivo con me.
< Era venuta a parlarmi per sistemare le cose, aveva tutta l'intenzione e anche io, credimi> dissi alzando lo sguardo verso di lei.
< Ma in quel momento è comparsa Federica che era a casa mia> continuai sospirando.
< Certo che sei proprio un idiota> disse sbuffando.
Aveva proprio ragione, ero uno stupido idiota.
< Si vede che tu a lei ci tieni, altrimenti non saresti corso subito qua da lei> continuò sorridendo lievemente.
< Ma perché Federica era da te?> disse poi seria.
< Era venuta a ridarmi dei vecchi maglioni che avevo lasciato da lei ma io non ne sapevo nulla, è arrivata un attimo prima che arrivasse Rebecca> le risposi sincero per poi sospirare.

< Ora io non so cosa lei pensi anche perché non ho avuto il modo di parlarle, è successo tutto così veloce. So solo che non si riprenderà subito anche perché è una malattia che quando ti colpisce, ti colpisce veramente con forza, sia mentalmente che fisicamente e per guarire ha bisogno del nostro sostegno ma soprattutto del tuo> disse inginocchiandosi alla mia altezza e mettendomi le mani sulle spalle come per confortarmi.
< Nic stalle vicino ti prego, falle capire che la vuoi, che la desideri e che la ami> parlò poi guardandomi con serietà ma al tempo stesso con amore.
< Lei ha bisogno solo di questo> continuò sorridendo leggermente per poi scompigliarmi i capelli.
Sorrisi come per ringraziarla, aveva ragione, Rebecca aveva bisogno di me e di sicuro lasciarla non era fra i miei pensieri, né prima e nemmeno adesso.
< Ora vai che ti aspetta> disse alzandosi.
Annuii e mi avviai verso la stanza che ospitava la mia ragazza con l'intento di riavere quello che, infondo, era mio.

Hey, tutto bene? Come promesso ho aggiornato!
Le cose per Rebecca non stanno andando benissimo, cosa succederà??
Ditemi la vostra!
Have a nice day, belli miei!

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