ONE SHOT JASPER

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- Piper! -
Quando Jason la vide cadere il suo cuore mancò di un battito.
La figlia di Afrodite se l'era cavata bene fino a quel momento, ma non avrebbe mai potuto difendersi da quel colpo alle spalle. Jason urlò, pensando che fosse davvero la fine. La sua ragazza era ferita e lui non aveva modo di medicarla o di chiamare aiuto, i nemici erano troppi per distrarsi dal combattimento. Piper era svenuta lì a terra. Improvvisamente per lei tutto si era fatto buio e doloroso e ora era in bilico fra la vita e la morte.
Jason continuava a lottare, instancabile, sia per se stesso sia per proteggere quella ragazza tanto speciale che amava con tutto il suo cuore. Allo stesso tempo però doveva escogitare qualcosa per avvertire i soccorsi, perché non avrebbe resistito tanto in quelle condizioni.
Allora una scarica di adrenalina lo invase. Disegnò un ampio cerchio con la spada, allontanando tutti i nemici. Poi si concentrò, chiuse gli occhi e strinse i pugni. Chiamò a sé tutta l'energia che ancora aveva. Il cielo diventò nuvoloso. Jason alzò le mani in alto e invocò un fulmine. Il lampo che tagliò l'aria fu seguito da un tuono assordante. Tutta quella potenza scagliò i mostri lontano e ne uccise gran parte. Poi Jason cadde in ginocchio, sfinito. Ora tutto intorno a lui era devastato ma tranquillo. Aveva fatto tutto ciò che poteva, ora non doveva far altro che sperare nell'arrivo degli altri. L'ultima immagine che riuscì a vedere fu Piper, distesa a terra e ancora ferita. Poi si fece tutto buio.

- Ehi, zitti, è sveglio -
- Will, controllalo -
- No, aspetta, fallo riprendere -
Jason vedeva tutto sfocato, i colori e le ombre si mescolavano in un grande quadro confuso. Era riuscito a captare le voci dei suoi amici, Leo, Percy e Will. Magari c'era anche Nico lì.
- Percy, tranquillizzati, almeno lui adesso è sveglio -
Era Annabeth. Il figlio di Giove iniziava a mettere a fuoco ciò che vedeva. Le figure si fecero più chiare, i colori più definiti, le forme più nitide.
Ora vedeva finalmente tutto. Era nell'infermeria del campo. Sulla porta c'erano quasi tutti i suoi amici. Percy, Leo, Annabeth, Nico e Will. Avevano una faccia preoccupata ma allo stesso tempo speranzosa. Leo si avvicinò.
- come ti senti? -
Jason trovò la forza di parlare.
- debole. Come se mi fossero state risucchiare tutte le forze -
A quel punto prese la parola Will
- Jason, sei svenuto per il troppo sforzo nell'evocare un fulmine. Non sei ferito né in pericolo, hai solo bisogno di riposo -
Di colpo gli tornò in mente tutto. Aveva combattuto contro un esercito infinito di mostri ma era riuscito a salvare sia se stesso che... Piper.
- ragazzi, posso farvi una domanda -
Il figlio di Giove non aspettò neanche il consenso degli altri.
- dov'è Piper? -
E improvvisamente nella stanza calò il silenzio.

- ragazzi davvero, mi dovete dire come sta -
Jason era seduto sul suo letto e da un po' continuava a chiedere notizie della sua ragazza. Will gli ripeteva che in quel momento non poteva vederla, che non stava poi così male e si sarebbe rimessa ma non ci credeva neanche lui mentre lo diceva. E non ci credevano neanche gli altri. Annabeth era appoggiata a una parete, con lo sguardo stanco e abbattuto, come se un carico di ansia e di preoccupazione la stesse assalendo. Leo non parlava, o comunque parlava poco. Non era il solito Leo, sorridente e sempre con la battuta pronta. Di solito non riusciva mai a star fermo, ora invece era seduto immobile ad ascoltare la conversazione. Poi c'erano Nico e Percy. Jason apprezzava il fatto che lo stessero rassicurando, ma era così evidente che le cose non stavano andando per il verso giusto. Il loro sforzo era inutile.
Era successo qualcosa di grave a Piper, Jason ne era certo, ma finché non convinceva gli altri a parlare non poteva fare nulla.
- amico rilassati -
- Jackson, giuro sullo Stige che se me lo dici un'altra volta ti faccio piombare un fulmine in testa, costi quel che costi -
- okey, okey scusa -
- Jason, Will ti ha già detto tutto il necessario, ora ti devi solo riposare, Piper starà bene -
- il necessario non è abbastanza per me,
Nico -
- Jason, ti prego, non rendere le cose più complicate di quanto non lo siano -
- quindi ammetti che in realtà sono complicate. Che Piper non sta bene e che potrebbe... -
Jason non ce la faceva. Stava soffrendo troppo, non sarebbe mai riuscito a finire la frase, ma sicuramente tutti in quella stanza avevano capito cosa intendeva.
- Jason, ora mi devi credere, non è così drastica la situazione -
Il figlio di Giove era invaso da un turbine di emozioni. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso e le lacrime agli occhi.
Ma non poteva piangere, doveva resistere.
Se poi la questione si sarebbe risolta nella peggiore delle ipotesi, allora sì, avrebbe pianto eccome. Ma ancora era presto. Quindi la tristezza e la preoccupazione si trasformano in rabbia e determinazione. Aveva bisogno di sapere, anche se questo significava probabilmente sentirsi ancora peggio.
- vi prego capitemi. Ho bisogno di sapere come sta la mia ragazza, di vederla. Questa situazione mi fa impazzire. -
- Jason, Will ha detto che per ora è meglio di no, sia per te che per lei.. -
- Percy come ti sentiresti se ti trovassi nelle mie condizioni. E sono sicuro che ti sarà capitato qualche volta una cosa del genere. Se Annabeth fosse sul punto di...
andarsene. -
- Piper non è sul punto di andarsene Jason - disse Leo con un filo di voce.
Percy intanto era rimasto incantato. Nel momento in cui Jason aveva nominato la figlia di Atena gli era presa una stretta al cuore. Perché era vero, al figlio di Poseidione era già capitato di trovarsi in circostanze simili. Ad esempio quando la sua ragazza era sparita buttandosi giù da una sporgenza per combattere contro una manticora. I giorni che seguirono a quell'avvenimento per lui furono i più lunghi e ansiogeni della sua vita. Oppure quando Annabeth si prese quella pugnalata per proteggerlo durante la battaglia finale contro Crono. Da una parte Percy si sentiva responsabile, dall'altra era preoccupatissimo per lei. Quindi capiva perfettamente ciò che Jason stava dicendo e forse si stava pure perdendo nei suoi pensieri, finché la voce del figlio di Giove non lo riportò alla realtà.
- facile per voi dire così, Leo. L'avete soccorsa, l'avete vista, sapete come sta. L'ultima immagine che ho di lei è il suo corpo inerme steso a terra, sporco di sangue e di polvere. -
Il ragazzo si rivolse a Will.
- sei tu il capo qui. La gestisci tu l'infermeria, fammela vedere, dimmi come sta. Will, se ti trovassi tu in queste condizioni non ti importerebbe delle conseguenze, di quanto potresti soffrire, credimi. Vorresti solo vederlo. Nico intendo. Non ti interesserebbe altro. -
Will e Nico si scambiarono una sguardo complice e addolorato. Il paragone li aveva colpiti non poco.
- Leo, tu dopo tutto quello che hai passato vorresti.. -
- okey, okey abbiamo capito -
Intervenne Annabeth.
- ragazzi vi prego. Ditegli come sta, spostatelo nel letto accanto al suo, o viceversa. Sa cosa vuole e noi non possiamo impedirgli di vederla. Poi questa discussione sta diventando pesante e direi che non siamo nella condizione di sopportarla ancora. -
Disse rivolta verso Jason, che le sorrise. Annabeth sapeva sempre cosa dire in ogni occasione. Percy, da parte sua, era davvero provato, così come gli altri tre semidei.
- Nico, dammi una mano. Lo aiutiamo ad andare di là - disse Will.
- sissignore -
Presero Jason sotto i bracci, uno da una parte e uno dall'altra e lo aiutarono a passare nella stanza accanto. Piper era lì, distesa su un letto, addormentata, ferma, immobile.

Jason si mise a sedere sul un letto di fianco a quello della sua ragazza con le lacrime agli occhi.
- potete spiegarmi meglio adesso? -
Will, con un tono calmo e pacato, cercando di infierire il meno possibile, rispose.
- Probabilmente Piper si trova in una sorta di sonno dal quale non sappiamo quando si risveglierà -
- Will, si chiama coma -
- si Jason, lo so, ma vedi, non so se questo sonno per i semidei sia uguale a quello dei mortali, per questo non lo chiamo coma -
- che intendi? -
L'atmosfera si fece ancora più cupa. Il figlio di Apollo lanciò uno sguardo a Nico, che rispose con un cenno del capo.
A quel punto Will continuò a parlare, come se quel gesto del suo ragazzo gli avesse dato la forza di andare avanti.
- allora partiamo dal fatto che noi semidei già quando dormiamo normalmente facciamo incubi
continui... -
- ...quindi figuriamoci quanti incubi sta facendo adesso lei che si trova in questo sogno infinito... questo significa che non solo è addormentata, ma che sta pure soffrendo tantissimo. - concluse Jason con la voce tremante.
- sì, ma allo stesso tempo noi abbiamo nettare e ambrosia che aiutano la guarigione e la dovrebbero far svegliare. -
- quindi si sveglierà sicuramente? -
- non lo sappiamo con certezza, come non sappiamo quanto tempo ci vorrà prima che si riprenda. Ma le probabilità che si svegli sono alte. -
Jason iniziò a fissare il volto di Piper. Era bellissima, pure in queste condizioni.
Percy intanto prese per mano Annabeth.
- ragazzi, è meglio se usciamo e li lasciamo soli -
E nel giro di pochi secondi tutti uscirono dalla stanza tristi e preoccupati.
Jason si sdraiò sul suo letto fissando il soffitto. Finalmente, dopo tanto tempo in cui si era tenuto dentro tutto il dolore e l'angoscia, fece uscir fuori tutte le sue sensazioni. Pianse davvero, mentre dentro si sentiva in preda a un'implacabile tempesta di emozioni. Poi, probabilmente a causa della stanchezza, si addormentò.

Jason non sognò nulla di particolare, solo qualche mostro e qualche ricordo della guerra contro Gea e i giganti. Aveva altro a cui pensare. Aprì gli occhi, era notte. Tutti dormivano al campo, lui era l'unico sveglio. Allora si alzò e andò a sedersi più vicino al letto della figlia di Afrodite. Jason intrecciò le dita con quelle della sua ragazza, chiuse gli occhi e strinse forte la sua mano.
- Piper, ti prego. Non ce la faccio senza di te, ti prego svegliati -
Niente. Il ragazzo accarezzò il volto della sua fidanzata. Quella situazione era estenuante, prima o poi sarebbe crollato davvero e a quel punto avrebbe dato di matto. No, non doveva accadere, non poteva accadere. Jason riprese a piangere. Si sentiva impotente davanti a tutto questo, lui che era abituato ad avere sempre il comando e la risposta a tutti i problemi, che aveva sempre risolto tutto e non aveva forse mai fallito. Si mise sul letto accanto a Piper, le appoggiò la testa sulla spalla e la abbracciò forte. La strinse come a volerla proteggere, come a voler dire che lei era sua e che non l'avrebbe mai lasciata andare così.
- Ti prego, ti prego. - sussurrava il figlio di Giove all'orecchio della ragazza.
Non succedeva nulla, nell'aria c'era solo la disperazione di un amore stroncato e di due cuori distrutti.

Poi all'improvviso Jason alzò la testa, sbalordito. Piper era lì, con gli occhi aperti e un sorriso stampato in faccia. Era bellissima come sempre. Ma soprattutto era sveglia. Ed era viva.

~by figlia di Atena
Si okey, è stata dura scrivere una jasper decente visto che ho un'antipatia incondizionata per Piper, ma ho pensato che prima o poi qualche one shot su di loro avrei dovuto farla quindi... eccola qua! È anche venuta enorme come storia infatti non so da dove mi sia venuta l'ispirazione per scrivere così tanto su una ship che non è neanche fra le mie preferite🤷‍♀️
Vabbè, grazie a tutti per aver letto la one shot e scusate se ultimamente non siamo state tanto attive, ma eravamo alle prese con le ultime verifiche a scuola. Bye bye people!

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