ONE SHOT FRAZEL

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Dopo la guerra conto Gea Frank aveva promesso a Hazel uno weekend normale, senza questioni divine da affrontare, senza imprese da portare a termine. Solo loro due, adolescenti che si godono una giornata insieme. Il figlio di Marte perciò aveva deciso di portare la sua ragazza al mare. Dopotutto lì in California l'oceano era bellissimo.

Frank e Hazel partirono di mattina attrezzati di ombrellone, asciugamani e una borsa frigo per conservare al fresco i panini che la figlia di Plutone aveva preparato per il pranzo. Ovviamente poi non potevano non portare due pugnali, ben nascosti negli zaini, per difendersi da possibili attacchi dei mostri.
Uscirono dal Campo Giove e presero un bus che li portò nella località marittima più vicina. Camminarono per 10 minuti e poi arrivarono alla spiaggia, piantarono l'ombrellone, si misero a vicenda la crema solare, e stesero gli asciugamani. Dopo si sdraiarono all'ombra, rilassandosi. Era da tanto che non si sentivano così liberi da qualsiasi responsabilità, era da tanto che non si prendevano del tempo per loro da trascorrere insieme.

Sentivano gli schiamazzi dei bambini che giocavano sulla riva e il brusio delle chiacchiere degli adulti. In lontananza c'era un campo da beach volley, dove dei ragazzi stavano giocando. Si respirava un'aria di allegria e divertimento generale, per cui Hazel e Frank non potevano essere più felici. Quella giornata sarebbe stata sicuramente perfetta.

Dopo un po' che erano sdraiati lì la figlia di Plutone si rivolse al sui ragazzo.
- andiamo in acqua? -
Frank, che stava quasi per addormentarsi, aprì piano gli occhi e fissò Hazel. Era bellissima, con la sua carnagione scura, gli occhi dorati e i capelli ribelli e castani scompigliati. Il costume bianco che indossava faceva risaltare la sua corporatura agile e snella, tant'è che il figlio di Marte non potette resistere. Si sporse verso di lei e posò le labbra su quelle della sua ragazza, dando vita ad un tenero bacio che Hazel ricambiò. Quando si staccarono Frank si alzò in piedi e tese una mano verso la figlia di Plutone.
- allora? Vieni in mare? -
Hazel, con uno smagliante sorriso sul volto, prese la mano del suo ragazzo. I due così si avviarono verso la riva.

Frank si tuffò subito mentre Hazel ci mise un po' ad entrare, anche perché il figlio di Marte continuava a schizzarla con l'acqua. Quando poi entrambi si trovarono finalmente in mare iniziò in vero divertimento. Frank fece salire Hazel in piedi sulle sue spalle e da lì lei si tuffava agilmente in mare. Ad un certo punto la figlia di Plutone assalì da dietro il suo ragazzo, che, colto di sorpresa, sprofondò in acqua. Riemerse ansimando, mentre Hazel non smetteva di ridere. Frank allora, dopo essersi ripreso, attirò a sè la sua fidanzata facendo finta di abbracciarla. In realtà la prese in braccio e la lanciò in acqua, vendicarsi dello scherzo che aveva subito. Hazel tornò in superficie tossendo e sorridendo allo stesso tempo. Era da tanto che non si divertivano così.

Fecero una nuotata a largo e si allontanarono dalla confusione che c'era sulla spiaggia. Vedevano in lontananza la spiaggia e intorno avevano l'immensità blu del mare.
- è fantastico qui - affermò Hazel.
Frank sorrise in segno di approvazione, consapevole che, come lui, la ragazza si sentiva finalmente libera e rilassata.
Hazel scivolò dentro l'acqua per rinfrescarsi e il suo fidanzato fece lo stesso. Risalirono in superficie insieme, ad occhi chiusi, con le gocce salate del mare sulla faccia.
- torniamo là? Fra poco è ora di pranzo - parlò il figlio di Marte.
- okey andiamo - rispose Hazel, slanciandosi in avanti e iniziando a nuotare. Frank la seguì e in poco tempo erano arrivati sulla riva.

Stavano uscendo dall'acqua, quando sentirono delle voci infantili alle loro spalle che li fecero subito bloccare.
- ma che dici, non è possibile! -
- sì, una volta qui ho visto dei delfini -
- no, è impossibile. Quegli animali qui non ci sono! Non dire cavolate, sciocco -
Erano tre bambini che stavano discutendo sui delfini. Un ragazzino stava dicendo di averne visto uno qualche anno fà proprio là a largo, mentre gli altri due non lo credevano.
- basta, su, lo sappiamo che stai mentendo. Non ci sono delfini qui -
- ma.. io ne ho visto uno... -
- sei ridicolo, nessuno ti crede -
Il bambino quindi si rassegnò alle prese in giro degli altri due, consapevole che anche se stava dicendo la verità, non poteva contrastarli.

Frank e Hazel, a quella scena, furono assaliti da un profondo sentimento di tristezza. Frank ricordò il periodo del suo passato prima di scoprire di essere un semidio. Da piccolo non aveva molti amici, era sempre in compagnia di sua nonna che per quanto potesse essere stata brava, era stata anche severa e rigida. Poi la sua mente si concentrò su sua madre, un ricordo tristemente felice. Hazel invece rievocò dei momenti legati alla sua vita passata negli anni quaranta. Ripensò alla sua vecchia scuola, a quante sofferenze aveva passato e a tutte le prese in giro che aveva ricevuto. Le venne in mente Sammy, l'unico ragazzo che l'aveva difesa e l'unico di cui si era potuta fidare in quel momento.

Hazel quindi era immobile, che fissava il vuoto, assorta nei suoi pensieri, mentre i due ragazzini continuavano a prendere in giro il loro coetaneo. La figlia di Plutone guardò il suo ragazzo con un espressione afflitta in viso, come a dire "dobbiamo fare qualcosa". Frank, anche lui rimasto colpito dalla scena, annuì. Aveva già in mente un piano.
- okey, tu resta qui - disse a Hazel, poi si tuffò in mare.
La ragazza non aveva la minima idea di cosa avesse in mente il figlio di Marte, ma si fidava, quindi fece come lui le aveva detto. Dopo qualche minuto vide in lontananza una sagoma scura fra le onde marine. Era un delfino.

- GUARDATE! Avevo ragione io! - urlò all'improvviso il ragazzino che fino a quel momento era stato oggetto delle prese in giro degli altri bambini. Era felice, con un sorriso enorme in volto. Gli altri due, inizialmente sbalorditi, fecero qualche passo avanti come a vedere meglio e dopo sorrisero allegri. Lo spettacolo era bellissimo. Frank, sotto forma di delfino, si slanciava in alto saltando fuori dall'acqua e poi si rituffava giù, in profondità. Pian piano tutti si avvicinarono alla riva per veder meglio la splendida creatura marina.

Hazel intanto osservava incantata lo spettacolo. Con quel gesto Frank aveva rallegrato non solo quel ragazzino ma anche lei. Sembrava scontato da dire, ma Hazel era felice. Non aveva altra parola per descrivere cosa stava provando. Il figlio di Marte era un ragazzo dolce, premuroso, simpatico. Hazel lo adorava e adorava anche tutti quei suoi piccoli gesti, come quello che aveva appena fatto per il bambino. Con la sua semplicità e la sua bontà, lui riusciva a cancellare tutte le preoccupazioni. Lui per lei ci sarebbe sempre stato, Hazel lo sapeva, lo vedeva da come il ragazzo si comportava. Dunque assaporò quel momento con meraviglia e ammirazione verso Frank.

Il figlio di Marte, dopo circa un quarto d'ora di salti da delfino, si allontanò sempre di più nel blu del mare, fino a scomparire all'orizzonte. La gente si disperse di nuovo sulla spiaggia, tornando a fare ciò che prima aveva interrotto per vedere quello straordinario spettacolo, mentre i tre bambini ripresero a giocare insieme, questa volta con allegria e tranquillità.
Poco dopo Frank riemerse sulla riva nella sua forma umana. Hazel, non appena lo vide, gli lanciò le braccia al collo, lo strinse in un tenero abbraccio e lo baciò.
- ti amo da morire, Frank -
Il figlio di Marte sorrise a quelle parole.
- ti amo anche io - disse.
- ma ora andiamo a mangiare, che tutti quei salti mi hanno distrutto -

~by figlia di Atena

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