ONE SHOT SOLANGELO

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🎶Se a qualcuno interessa, io me la immagino con Never Be Alone di Shawn Mendes🎶
(non si nota che sono fissata con shawn mendes e che scelgo le canzoni che non conosce nessuno, NAAAH)

Nico era sulla spiaggia, da solo. La brezza gli sferzava i capelli corvini mentre arrivava alle narici l'odore della salsedine.
Era malinconico e quasi supplichevole quello sguardo che rivolgeva verso il mare. Come se potesse aiutarlo a superare ciò che ancora, dopo due anni, non era riuscito ad accettare. Will Solace non c'era più, ed era tutta colpa sua. Non avrebbe dovuto lasciare che affrontasse quei mostri da solo, nell'impresa che era stata affidata da Chirone ad entrambi. Dopo aver disintegrato tutti i mostri che i due riuscivano ad attirare per permettere all'altro di rimettersi in forze e di viaggiare così nell'ombra, Will si era molto indebolito.
Nico era appena sveglio quando si presentò anche quell'ultimo gruppo di segugi infernali. Will era distrutto, per le condizioni in cui era ridotto Nico sapeva che non ce l'avrebbe fatta ad uccidere anche quei mostri. Ma qualcosa, Nico non sapeva cosa e ancora cercava di capirlo, lo aveva bloccato e Will era stato brutalmente colpito da uno dei quattro segugi proprio di fronte ai suoi occhi. Senza che Nico facesse niente per intervenire. Era stato fermato dalla paura, il suo corpo si era immobilizzato. Si sentiva un vigliacco quando ci ripensava. Era stata tutta colpa sua, inutile negarlo.
Si rigirò tra le dita le pillole. Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza, se se ne fosse andato. E poi avrebbe potuto finalmente rivedere Will. Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, ma un bagliore tenue e nerastro lo distrasse. Li riaprì e vide dinanzi a lui Ade, il Signore delle Tenebre.
- Padre... io... - balbettò Nico stupefatto. Cosa aveva fatto per attirare l'attenzione del dio?
Ehm... le pillole...
"Sta' zitta coscienza" brontolò fra sè e sè.
- Non cercare di trovare delle scuse. Le tue intenzioni sono chiarissime - il tono di Ade era freddo ma pungente, come una lama affilata di ferro dello Stige.
Messo alle strette, Nico cambiò strategia e partì subito all'attacco.
- Io devo vederlo, padre. Lo amavo e lo sai. Non ho altro modo di stare con lui oltre questo - disse Nico disperato.
- Figliolo, non ti permetterò di toglierti la vita così. Vivrai quanto ti spetta di vivere, solo infine potrai riabbracciare Solace. -
Senza che se ne rendesse conto, Nico cominciò a singhiozzare sommessamente, mentre le lacrime minacciavano di uscire.
- Nico, non puoi alterare il corso degli eventi -cercò di persuaderlo Ade. In quell'ultima frase a Nico era parso di percepire una sorta di supplica, come se Ade volesse istruire il proprio figlio su quanto sia giusto e quanto sia sbagliato e gli stesse chiedendo di non suicidarsi solo per il suo bene, in segno di affetto paterno.
Ma non gli pareva possibile, non sarebbe stato un comportamento da Signore degli Inferi.
Esitò nuovamente, con le pillole in mano.
Il dio lo fissò con sguardo di rimprovero.
- Io ti ho avvertito. Se vuoi morire lo stesso prima del tempo, fa' pure. Sappi solo che non ti porterà a ciò che speri di ottenere. Adesso, se non ti dispiace, ho altre faccende divine da sbrigare. -
Nico rimase a fissare il punto in cui fino ad un secondo prima si trovava suo padre, ripensando a quante cose avrebbe potuto dirgli anziché rimanere pressoché muto come un pesce. Cominciò a riflettere.
Non ti porterà a ciò che speri di ottenere
Il messaggio era chiaro. Ma Nico non ne era del tutto convinto. Non ancora, almeno.
All'improvviso sentì delle voci lontane. Notò che il cielo si era tinto di sfumature dal giallo all'arancione al rosa e creava un quadro perfetto con il mare sottostante. Al tramonto tutti già cominciavano ad avviarsi verso i tavoli della mensa per la cena. Qualcuno sarebbe presto venuto a cercarlo e l'avrebbe sicuramente richiamato a tornare con gli altri.
Come si era immaginato, sentì la voce di Percy farsi sempre più forte man mano che si avvicinava.
- Mai una volta che riesca a portare questa storia in fondo - sbuffò Nico.
Fece scivolare le pillole in una tasca del giacchetto da aviatore. Aveva perso il momento per agire, avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di rimanere di nuovo solo.
Sospirò, mentre controvoglia si univa alla calca di semidei che si recavano di fretta verso il padiglione della mensa.
Mentre cenava da solo al tavolo della cabina 13, un rumore attirò la sua attenzione. Qualunque fosse la fonte del suono, Nico si chiese come avesse fatto a sentirlo considerato il chiasso che proveniva dai tavoli accanto al suo.
Si trattava di una malinconica melodia (la melodia secondo la mia idea era Never Be Alone) , la cui origine era una lira suonata da uno dei figli di Apollo. Nico conosceva il ragazzo in questione: si chiamava Tom, ed aveva capelli biondo cenere e degli ipnotici occhi azzurro ghiaccio. Era piuttosto timido e riservato, a differenza del suo genitore divino. Pizzicava le corde della lira con dolcezza e la melodia che ne veniva fuori era difficilmente udibile perché suonata a volume molto basso.
Nico però la riconobbe subito: era la canzone che Will gli suonava sempre. Un motivetto semplice, dato che nonostante fosse figlio del dio della musica Solace non aveva ereditato dal padre questo tipo di doti. Però, quelle poche e semplici note, strimpellate alla meglio su un qualsiasi strumento a corde, bastavano a far sentire Nico protetto fra le braccia del suo fidanzato. Bastavano a fargli ritornare in mente i momenti passati con Will, le emozioni che solo lui gli aveva fatto provare.
Si chiese come facesse Tom a conoscere quella melodia dato che, per quanto ne sapeva lui, Will non la aveva mai insegnata a nessuno. Poi capì e sorrise, facendo un movimento che i muscoli della sua bocca avevano ormai dimenticato. Certo, il figlio di Apollo gli mancava ancora, ma adesso con quella canzone gli aveva mandato un segno. E questo bastava a farlo tornare sulla sua decisione, a convincersi che avrebbe dovuto vivere con tutto se stesso questa vita, senza cercarne un'altra migliore. Perché sapeva che Will era ancora lì con lui, anche se non poteva vederlo.

~by Una Figlia di Atena
Ero indecisa se buttare o meno la one shot nel Tartaro perché non so quanto abbia senso di stare a questo mondo. Alla fine però, anche sotto consiglio dell'altra figlia di Atena, ho deciso di pubblicarla quindi spero che vi sia piaciuta comunque

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