ONE SHOT THALUKE

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Thalia stava combattendo ormai da ore. I mostri continuavano ad apparire e come lei ne uccideva uno, ce ne erano nuovamente altri da sconfiggere. Era un lavoro stremante, infinito e lei non ce la faceva davvero più. Era rimasta sola. Come capo delle cacciatrici aveva infatti ordinato alle ragazze di dividersi in gruppi per setacciare più velocemente il territorio. Il suo gruppo si era imbattuto purtroppo in una quantità di mostri davvero numerosa e molte ragazze ne erano rimaste uccise. Le uniche sopravvissute erano, per ora, lei e altre due cacciatrici. I soccorsi tardavano ad arrivare, probabilmente perché anche le altre ragazze stavano lottando per sopravvivere agli attacchi continui dei mostri. Non potevano neanche contare su un aiuto divino dato che in quel momento Artemide non era presente. Erano spacciate.
Thalia continuava a lanciare frecce con l'arco, eseguendo azioni quasi meccaniche. Individuava il mostro, estraeva la freccia e la incoccava, mirava e lasciava la corda dell'arco. Era sfinita, le gambe le cedevano e in quel momento fu sicura di essere arrivata alla fine. Mentre combatteva iniziò a pensare a tutti i suoi amici, Percy, Annabeth, Grover, a suo fratello Jason e a tutte le sue compagne cacciatrici che continuavano a lottare, instancabili. Era come dare un ultimo saluto a tutti, consapevole che probabilmente non sarebbe mai più riuscita a rivederli. Proprio in quel momento Thalia sentì un dolore lacerante al fianco. Abbassò la testa e si rese conto di esser stata appena trafitta dall'appuntita lama di un pugnale. Si distrasse un secondo per osservare la ferita e subito venne colpita dallo scudo di bronzo celeste di un mostro. L'impatto fu così potente che cadde all'indietro, sbattendo la testa contro un albero. All'improvviso tutto per lei si fece buio e silenzioso, ma ugualmente caotico. Rimase incosciente per qualche minuto e quando riprese conoscenza la situazione non era migliorata. Vide delle compagne combattere, ma erano in grande difficoltà e in netta minoranza. Si tastò il fianco. La ferita era aperta e profonda. Considerando la situazione, dedusse che non aveva speranze. Non aveva bende con cui fasciarsi e le altre cacciatrici non potevano aiutarla. Ormai non sentiva neanche più dolore. Vedeva le immagini offuscate, un misto di forme indistinte che si univano e davano vita a un quadro inquietante e terribile. I suoni gli arrivavano ovattati, ma era sicura di aver sentito delle cacciatrici gridare il suo nome piangendo. Trasse un respiro profondo, consapevole che stava morendo. L'immortalità donatale da Artemide non l'avrebbe salvata dato che si trovata in un combattimento. In quell'ultimo momento della sua vita scelse di pensare a una persona, una che non aveva mai dimenticato. Quando era morta la prima volta (si, quando venne poi trasformata in pino da suo padre) aveva pensato a una sola persona, per cui le sembrò giusto ripetersi. Era colui che amava e che non aveva mai smesso di amare. Era Luke. Quando lui morì lei non ebbe neanche l'occasione di salutarlo un ultima volta. Non lo rivedeva dall'estate della grande battaglia contro i Titani, e di tempo ne era passato parecchio. È vero, nel periodo in cui si era alleato con Crono non era più il Luke che lei ricordava. Aveva pure avuto una violenta lite con lui sul Monte Otri. Era lì che capì che nonostante fosse passato dalla parte del nemico lei lo avrebbe amato lo stesso, perché malgrado in quel momento lei dovesse provare solo odio per lui, in realtà nel profondo, lo continuava ad amare. Non poteva cancellare tutto ciò che avevano passato insieme da bambini, girando per la città, cercando di sopravvivere ai mostri e prendendosi cura di Annabeth. Si erano sempre guardati le spalle a vicenda, si erano sempre amati. Dopo che Thalia morì Luke giurò di vendicare la sua morte. Pensò che fosse colpa degli dei che non gli avevano aiutati, che non si erano mai fatti vivi, che li avevano lasciati soli e in pericolo fin dalla nascita. Se erano veramente i loro genitori non avrebbero dovuto comportarsi così. E quindi Luke giurò, giurò che la morte della ragazza non sarebbe stata insignificante, promise a se stesso di vendicarsi con gli dei per tutte le difficoltà che gli avevano causato. Ma non poteva farlo da solo, doveva trovare qualcuno con i suoi stessi obbiettivi. E quando si rese conto di aver sbagliato era troppo tardi e Crono si era già impossessato di lui. Luke alla fine era morto sacrificandosi mentre lei si era unita alle cacciatrici. Prendere parte a quel gruppo per lei era stato un atto dovuto. Dietro al giuramento di fedeltà ad Artemide c'era una ragione così immensa e triste che solo Thalia sapeva. Si era alleata alle cacciatrici per prendersi del tempo per se lontano dalle altre questione divine, per concentrarsi su un unica cosa, ma c'era anche un altro grande motivo. E quello era Luke. Lui infatti era passato dalla parte nemica, per cui Thalia non lo avrebbe mai potuto avere. Allendosi alle cacciatrici non si sarebbe mai potuta mettere con nessuno. Prender parte a quel gruppo era stata un po' la metafora della sua vita sentimentale in quel momento. O con lui o con nessuno, aveva pensato. E ora si ritrovava lì, ferita e stanca. Stanca di una vita complicata e desiderosa di passare oltre. Avrebbe potuto rivederlo dopotutto. In quel momento le sembrò una cosa fantastica. Poi piano piano sentì quel poco di energia che le era rimasto abbandonarla, così si rilassò, consapevole di ciò che stava succedendo. Chiuse gli occhi e percepì una strana sensazione, che aveva mai provato prima. Non era dolore, era come se un brivido di adrenalina si muovesse dentro il suo corpo, dalla sua testa alla punta dei piedi. Poi capì. Era il filo che si tagliava. Il filo che le Parche avevano assegnato alla sua vita. Lo sentiva indebolirsi e lacerarsi lentamente.

Poi tutto si fece buio. Le Parche avevano tagliato il filo.

Thalia si risvegliò su una barca, guidata da Caronte, nel bel mezzo degli inferi. Le era stato assegnato l'Elisio. La visione degli inferi le trasmise un' incredibile tristezza e disperazione, ma non ci pensò troppo. Avrebbe rivisto Luke. Le dispiaceva aver lasciato la sua vita, essere morta, ma ormai il suo destino era quello e doveva affrontarlo. La barca si fermò e Thalia scese. Si trovava in un immensa radura, dove regnava la pace e la tranquillità. Iniziò a camminare dirigendosi verso un'alta collina che si trovava proprio di fronte a lei. E fu allora che se ne accorse. Era un'anima. Non aveva una forma, non era una creatura fisica, era uno spirito. La cosa la turbò non poco inizialmente, poi decise che non doveva farsi impressionare, doveva essere forte e proseguire. Raggiunse velocemente la vetta della collina e rimase senza fiato quando vide cosa c'era dall'altra parte di quella. Una grande distesa di casette si estendeva lungo un'immensa pianura ricca di vegetazione. Si poteva intravedere un corso d'acqua in lontananza: il Lete. Thalia si promise di non buttarsi mai in quel fiume. Non avrebbe mai voluto dimenticare tutte le emozioni che aveva provato e tutte le esperienze che aveva affrontato durante la sua vita terrena. Sarebbe rimasta nell'Elisio, lì sarebbe stata bene e in fondo non vedeva motivo di rinascere. Avrebbe aspettato gli altri suoi amici. Poi la assalì un enorme dubbio. E se Luke nel frattempo fosse rinato? Non lo avrebbe rivisto mai più. Ma decise di non farsi troppi film mentali inutili e iniziò a scendere giù per la collina, addentrandosi nel paese. Mentre camminava osservava gli spiriti. Apparivano tranquilli, vagavano per le strade e parlavano fra loro. C'erano voci che si mescolavano continuamente.
Ma a Thalia non interessavano. Lei ne cercava solo una di persona e continuava a sperare di incrociare il suo sguardo. Ad un tratto apparì accanto a lei un vero e proprio scheletro, vestito con uno smoking nero. Aveva un grosso tablet in mano, un po' sullo stile di Thanatos e continuava a smanettarci sopra.
-Bene, vediamo un po' chi abbiamo qui. Allora..... Thalia Grace, ecco!! Benvenuta nell'Elisio, intanto. Ti accompagnerò al tuo alloggio, su andiamo.-
Disse tutto ciò senza staccare gli occhi dallo schermo. Iniziò poi a sfrecciare per le strade del paese così velocemente che Thalia dovette correre per stargli dietro. Finalmente arrivarono alla casa. Era piccola ma sembrava abbastanza accogliente.
-Allora, la tua è una situazione particolare. Di solito accompagnamo le anime in alloggi singoli e loro, dopo aver ritrovato i loro cari, come mariti o parenti, scelgono di andare a vivere con chi li pare. Bhe ecco, per quanto riguarda te c'è stata questa persona che ha richiesto di stare con te fin dal tuo arrivo nell'Elisio. Noi abbiamo detto di no, ma lui è stato davvero insistente, quindi abbiamo fatto un' eccezione, via. Poi se non ti trovi bene sei libera di andare agli alloggi singoli. Penso che dentro casa troverai che ti ha tanto richiesto. Addio.-
E scomparve.
Quello scheletro era davvero un tipo buffo, sempre impegnato e con un modo di parlare (e di camminare!!) così veloce che non c'era verso stargli dietro. Comunque Thalia entrò, speranzosa di trovare la persona che tanto desiderava di rivedere. Non poteva nascondere che voleva davvero che fosse stato Luke a richiederla subito in casa sua.
Varcò la soglia dell'abitazione e la ispezionò. Era piccola, c'era un salotto, una cucina, un bagno (perché anche gli spiriti serve??) e una camera con un letto matrimoniale. Poi, all'improvviso, sentì cingersi la vita.
-Ti aspettavo, sai. Ti ho sempre aspettata. Credevo che non ti avrei mai più rivista.-
Subito le lacrime cominciarono a farsi strada sulle guance di Thalia. Era lui, era veramente lui. Lentamente si girò per guardarlo. Il viso era lo stesso, la cicatrice c'era sempre e i lineamenti non erano stati cancellati dal suo essere uno spirito. Rimase lì, bloccata a fissarlo finché lui non annullò le distanze fra loro con un bacio, all'inizio dolce e delicato, poi sempre più passionale.
-Mi sei mancato- disse dopo un po' Thalia al ragazzo.
-Siamo insieme ora. Non dobbiamo più preoccuparci. Staremo insieme per sempre. Non ti abbandonerò più.-
-Neanche io Luke, neanche io-
Rimasero così abbracciati a lungo, poi si sdraiarono sul letto. Iniziarono a raccontarsi fatti e avvenimenti della loro vita terrena, scambiandosi, di tanto in tanto, qualche bacio. Finalmente erano tornati insieme come un tempo. Ora erano due innamorati che avevano davanti l'eternità felice e allo stesso tempo tenebrosa della vita dopo la morte.

~by figlia di Atena
Piccolo appunto da fare: la nostra cara figlia di Ade NON approva questa one shot perché Luke DEVE essere solo suo cit. Figlia di Ade

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