3. ONE SHOT: Incontri

1.8K 42 1
                                    

L'immagine si dissolve ed io sono risucchiata nuovamente negli Inferi.
Sembra che di questi tempi Thanatos si rifiuti di fare il suo dovere perché molte anime riescono, anche se solo per pochi minuti, ad uscire dall'Ade. Alcuni si insinuano nelle vite altrui, come creature assetate di respiro vitale, e tormentano le persone sulla Terra lamentandosi per la loro infelice condizione; altri invece, come me, preferiscono utilizzare questo tempo prezioso per perdersi nei ricordi, siano essi i propri o quelli degli altri, e rivivere con nostalgia momenti passati.
Secondo me, il ricordo è una parte stessa del presente. Quest'ultimo non esisterebbe senza la memoria del passato, motivo per cui io preferisco poter osservare nuovamente vicende già avvenute, che passare il tempo a stretto contatto con una vita che non mi appartiene più. Non mi lamento, ormai ci ho fatto l'abitudine, ma ogni giorno mi capita di rivedere anime disperate che non trovano di meglio se non sfogarsi su chi possiede ancora ciò che loro hanno perso. Li trovo un po' egoisti da questo punto di vista, infatti talvolta, superata la fase di sconforto iniziale, qualcuno si rassegna e smette tormentare i vivi, accettando finalmente l'universo di cui ora fa parte. Altri invece si ostinano ad infiltrarsi nelle esistenze altrui pur di non vivere più la propria, ormai rovinata dalla morte.
Si potrebbe dire invece che io sono una codarda, una povera anima che ha semplicemente paura del futuro, di ciò che non conosce e dunque si rifugia in momenti che già ha vissuto, storie di cui già conosce il finale, affinché il mistero non riveli spiacevoli sorprese. Poiché è proprio per il problema di non conoscere l'ignoto che sono finita qui. Per un patto che ho deciso di stipulare, un'arma a doppio taglio che si è rivelata per me letale. Così sono diventata uno spirito che si nasconde in schegge di memoria, sogni o frammenti di immagini che sono rimaste ferme nel tempo e alle quali si può assistere come spettatori di un film.
Questa sono esattamente io.
Oltre a ciò, si potrebbe stare ore intere a parlare del grande regno dei morti, di tutte le caratteristiche che presenta, anche quelle che i vivi non conoscono poiché, appunto, non vi sono mai concretamente stati.
C'è però un angolo in tutto il territorio di Ade, come un granello su un intera spiaggia, una porzione talmente minuscola che se ne conosce il nome solo perché è il luogo dove tutti i morti vorrebbero andare. Si tratta dell'Elisio, dove le anime degli spiriti che hanno compiuto opere buone nel corso della loro vita possono garantirsi una degna dimora per l'eternità. È un luogo sicuramente meno caotico delle Praterie degli Asfodeli, dove si trovano le anime di coloro che non hanno fatto niente di particolarmente buono o cattivo nel corso della loro vita. Sono la terra di mezzo, una sorta di limbo. Vi è un tale sovraffollamento di anime che si è capaci di camminare per queste enormi distese pianeggianti per sempre, senza mai incontrare spiriti di persone conosciute. Si può definire una condizione deprimente, motivo per cui le anime che fuggono nelle vite altrui sono spesso quella condannate a vivere nelle Praterie, che cercano di scappare via, appena se ne presenta l'occasione, dalla loro monotona esistenza.
Ancora peggiore è la situazione dei morti nei Campi della Pena, dove coloro che si sono macchiati di grandi peccati scontano la loro punizione eterna. Secondo alcuni è crudele, per altri significa fare giustizia, ma non c'è un opinione che prevalga su tutte le altre.
È così e basta, e nessuno dei traditori nei Campi osa più protestare contro il duro tiranno e le sue regole ferree.
Nel complesso il mondo dei morti funziona in modo diverso rispetto a quello dei vivi ma, col tempo, tutti finiscono per abituarsi.
Ad interrompere le mie riflessioni è la comparsa di un ombra, il profilo di un ragazzo che si staglia in lontananza.
Sospiro:
- Si abituano tutti, tranne lui.

Rimango immobile ed osservo la sagoma del ragazzo farsi sempre più nitida ed avvicinarsi a me.
Sospiro, e vedo il mio fiato condensarsi davanti ai miei occhi.
Molti pensano che negli Inferi ci sia sempre un caldo atroce, per via di chissà quale assurda leggenda, ma non sanno che il respiro di un morto è quanto di più gelido possa esistere. È come una doccia ghiacciata, che lava via dal corpo di una persona tutti i residui di vita. Per fortuna, questo accade solo nell'Ade, dove gli spiriti dei defunti hanno maggiore forza, perché è l'unico luogo in cui siano considerati migliori dei vivi e in cui abbiano più potere di loro.
- Di nuovo qua, eh - dice il ragazzo con un mezzo sorriso. È incredibile come, nonostante il regno dei morti sia vastissimo, si finisca sempre per incontrare le stesse persone.
- Già, pare che per ora non mi abbiano ancora cacciata dall'Elisio...
- Non dire così, so che vorresti scappare dagli Inferi, ma non lo ammetterai mai.
Lo dice con un tono che non ammette repliche, e so che in parte ha ragione.
Anche se mi sono rassegnata da tempo alla mia condizione di spirito, continua ad affascinarmi l'idea di perdermi nei ricordi quando posso farlo. È il mio modo per distrarmi, che non significa necessariamente "scappare", ma si riferisce di più al non voler dimenticare i momenti più importanti della vita di qualcuno. Se mi è concessa l'occasione di rivivere il passato non solo attraverso la mia limitata memoria, non c'è motivo per cui non debba sfruttarla al massimo.
- Sono sempre gli stessi discorsi, e lo dici solo perché è quello che vuoi anche tu. La libertà, la fuga, non è quello che mi ripeti tutte le volte? -
- La libertà è una condizione ed un insieme di emozioni complesso, che sicuramente io non so esprimere a parole. Però si, mi piacerebbe potermene andare, ricominciare tutto da capo. Sai, come se non fosse successo nulla. -
Capisco benissimo cosa intende. L'ho provato anche io, a volte, quando gli eventi si susseguivano intorno a me in un turbine di forme e colori ed io mi sentivo frastornata.
Ho cercato di farmi forza ma non sempre è servito. Sono riuscita ad impedire la caduta di qualche pietra, ma non l'intera valanga.
Mi sono sentita impotente, incapace di proteggere i miei cari. Così una mattina mi sono svegliata in camera mia, e la sera stessa non vi ho più fatto ritorno. Alla fine ho scelto la strada più semplice: me ne sono andata.
Ricaccio subito indietro le lacrime. Tutto questo lui purtroppo lo sa, se ha memoria del passato, ma non dovrebbe saperlo.
Non dovrebbe conoscere i demoni che infuriano adesso nella mia testa perché potrebbe solo spaventarsi, ed abbandonarmi, come già è successo in passato. Quello che ho vissuto è servito a rinforzarmi e a formare la mia personalità, creando un animo ribelle, combattivo, da guerriera. Tuttavia basta un alito di vento per far crollare subito la barriera fragilissima che mi difende dal resto del mondo. Ed è così sottile che chiunque potrebbe provare ad abbatterla. Ma nessuno si ferma, nessuno ci prova. Per ora, un'unica persona è riuscita ad oltrepassarla davvero. Ed è proprio lui.

~by Una Figlia Di Atena
Io volevo sottolineare che devo ancora riprendermi dal momento della ceretta nella one shot solangelo, che ha scritto l'altra figlia di Atena, e sono molto basita.

One-shots, headcanon & immagina || Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora