(15) - abuser

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abuser parte 2

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"Vai a portarlo fuori e torna immediatamente, capito?", le dita di Steven afferrarono duramente il mento di Olivia, mentre la ragazza annuiva spaventata.

"Se torna indietro con un solo graffio, credimi Olivia, quello che è successo ieri notte potrebbe accadere di nuovo, ma potrebbe durare più a lungo.", rabbrividì al pensiero di lui che la colpiva e la lasciava tutta la notte nel freddo seminterrato.

"Capito?", l'uomo alzò la voce mentre i suoi occhi blu penetravano quelli spaventati.
Olivia annuì ancora una volta e l'uomo ridacchiò, scuotendo la testa.
"Non impari mai, angelo, vero? Ho bisogno di parole."
"S-Sì, S-Steven.", guardò in basso e Steven la spinse via.

"Vai prima che ti punisca per balbettare come un fottuto idiota.", Steven scomparve nella sua camera da letto; non condividevano la stanza perché l'uomo pensava che lei occupasse tutto il letto. Olivia chiamò il cane, che cominciò a ringhiarle contro nel momento in cui i suoi occhi furono puntati su quelli di ella.

Il cane, sorprendentemente, non combattè contro di lei aggiustando il guinzaglio col collare.
Uscirono dalla casa abusiva, Olivia sapendo che il suo ragazzo avrebbe bevuto tutte le bottiglie di alcol che nascondeva nel ripostiglio - e si sarebbe probabilmente addormentato.

Il maglione leggero di Olivia copriva le sue braccia nude, mentre il vento gelido spostò i capelli dal viso pallido.
Le sue dita tenevano saldamente il guinzaglio nero, il cane molto più forte mentre i suoi movimenti la facevano inciampare leggermente.

I pochi minuti che avrebbe dovuto trascorrere fuori, si trasformarono in un periodo di tempo più lungo.
Era felice di trascorrere un po' di tempo all'aria aperta, senza dover contaminare i suoi polmoni con il fumo e il cattivo odore dell'alcol.

Pensò pacificamente a come non avrebbe dovuto preoccuparsi se avesse impiegato più tempo del dovuto, perché la ragazza sapeva che Steven - già adesso - sarebbe svenuto dal bere.

I pensieri le annebbiarono la mente quando una nuova aria fiorita entrò nei suoi polmoni, finché Roger iniziò ad abbaiare rumorosamente contro un'altro cane sconosciuto.

"Roger.", sibilò Olivia, il cane si voltò e la guardò torvo.
Il cane iniziò a tirare, finché il guinzaglio non sfuggì alla presa e Roger iniziò a correre dietro l'altro cane.

"Oh no", mormorò Olivia ed inaspettatamente il suo sguardo incontrò il proprietario dell'altro cane. Harry.
"Olivia.", sorrise leggermente, ma Olivia corse dietro ai due cani.

"Rallenta! Olivia, aspetta!", Harry iniziò a correre dietro di lei, già molto più vicino.
Il suo respiro iniziò a diventare instabile e Roger iniziò a perdersi dalla sua vista.
Le lacrime si formarono nei suoi occhi, mentre lo stress, il dolore e la paura si formavano nel suo petto.

All'improvviso, un corpo forte la spinse giù, la sua schiena incontrò l'erba mentre si udiva il forte suono di un camion.
"S-Spostati per favore.", aggiunse quando la realtà la colpì.
"Stavi per essere uccisa.", la sua voce era rauca, ma piena di preoccupazione.

"R-Roger.", la donna provò a spingerlo debolmente mentre le parole uscivano, balbettando pateticamente.
"Olivia.", Harry pronunciò severamente il suo nome.
"Calmati, anche il mio cane è da qualche parte in questo momento, ma tornerà", Harry cercò di aiutarla ad alzarsi.

"Non capisci", rifiutò la sua calda mano ed immediatamente iniziò a cercare ovunque il cane.
"Stai bene?", le chiese Harry.
"H-Ho bisogno di trovarlo.", iniziò ad allontanarsi, ma Harry le prese la mano e fermò ogni movimento che stava per compiere.

"Ehi, Olivia.", le lacrime si formarono di nuovo nei suoi occhi ed iniziarono a cadere.
Ricordava ad Harry del giorno al ristorante.
Allora, lei pianse per tristezza, ora era paura.

"D-Devo-", i suoi singhiozzi non le permisero di continuare ed il cuore di Harry si spezzò.
"Mi piacerebbe abbracciarti, è appropriato?", Olivia scosse la testa.

Harry sapeva che se una donna avesse detto no, avrebbe dovuto rispettare la sua risposta, ma c'era qualcosa che gli diceva di dimenticare le sue convinzioni.
Così l'abbracciò. Lui avvolse le sue braccia attorno al suo corpo tremante, e lasciò poggiare la testa contro il suo petto.

Nei primi secondi, le mani di Olivia erano sul suo petto, cercando di allontanare tutta quella connessione. Sapendo che non poteva respingerlo, lasciò che il suo calore penetrasse nel suo stesso corpo.

"Mi ucciderà...", mormorò contro il suo corpo.
Harry capì che le parole non furono dette solo per essere dette.

"Non ti toccherà, non lo lascerò", la rassicurò Harry.
"Non capisci, Roger significa tutto per lui: se lo perdo, posso anche uccidermi in questo momento.", allontanò il calore e le sopracciglia di Harry si corrugarono.
"Sei la sua ragazza...", disse lentamente l'uomo, ed Olivia annuì leggermente mentre i suoi occhi cercavano il Bull Terrier.

"Perché qualcuno dovrebbe... fare del male alla loro altra metà?"
"Perché può.", salutò. "M-Mi dispiace", Harry scosse la testa.

Un Golden Retriever fu visto arrivare e dietro di lui: Roger.
"Finalmente", mormorò Olivia e corse verso di lui.
"I-Io sono così dispiaciuto", cercò di abbracciarlo, il cane ringhiò contro di lei ed abbaiò.
La donna fece un passo indietro, assicurandosi che il guinzaglio fosse saldo tra le dita.

Harry si avvicinò al suo cane e accarezzò la sua testa d'oro.
"Bravo ragazzo.", sorrise ed il cane abbaiò felicemente.
Lo sguardo dell'uomo si spostò su quello della ragazza.

"Dobbiamo andare, grazie, Harry.", disse Olivia con esitazione, salutò brevemente ed iniziò ad allontanarsi con il suo cane.

"Olivia.", il modo in cui pronunciò il suo nome la fece smettere di camminare.
"Non lasciargli fare niente. Per favore", non aveva bisogno di girarsi per capire dalla sua espressione quanto fosse serio.

"Farò del mio meglio. Arrivederci.", con ciò se ne andò con il Bull Terrier, lasciando Harry e il suo Golden Retriever.

Non sapeva che Steven non fosse svenuto dal bere.
Non aveva idea che non aveva nemmeno toccato una bottiglia della tossica bevanda.
Olivia non poteva nemmeno immaginare, che fosse completamente sveglio, in attesa che lei tornasse a casa.

Un'altra cosa che non poteva sapere era che la sua punizione era pronta.
I coltelli erano affilati e le cinture erano nuove di zecca, nuovi ratti e altre creature correvano nel seminterrato, aspettandola.

Ruppe la sua promessa e così fece Harry.

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Vi ringrazio per aver letto un'altro capitolo dal #VenerdìDiHarry! xx

Spero che la continuazione di 'Abuser.', sia stata a vostro gradimento. :)

Se il capitolo vi è piaciuto, considerate di lasciare una stellina d'oro e magari anche un commento! xx

Vi voglio bene,

belle. xx

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Pubblicato il 24 Maggio 2019.

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