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Era giovane, alto, lunghi capelli biondi selvaggi, occhi color del mare, fisico atletico e scolpito e proveniva da un lontano pianeta di cui Loki non aveva mai sentito parlare.

Così il Grand Master aveva descritto il Contendente, l' uomo che, non appena giunto su Sakaar, aveva sgominato in poche mosse bande di ribelli e cialtroni, eliminandoli e, in modo del tutto ignaro, mettendo così al sicuro il loro Regno dai tafferugli che negli ultimi tempi lo stavano pericolosamente agitando. Probabilmente quell' uomo lo aveva fatto per salvarsi la pellaccia, aveva subito pensato Loki, ma senza dubbio aveva dimostrato di avere fegato. Il suo padrone gli sarebbe stato grato in eterno. L' avrebbe ricoperto di molti doni, gli avrebbe garantito una libertà fittizia all' interno del loro mondo assurdo, l' avrebbe intossicato con numerosi piaceri e delizie da far cedere anche le corazze più spesse e navigate. E poi... poi ci sarebbe stato il Torneo, il grande incontro nell' arena dove soltanto uno dei due contendenti sarebbe sopravvissuto. In molti ci avevano provato, ma il Campione Verde di Sakaar li aveva sbaragliati sempre tutti e quando non ci riusciva da solo, allora, in segreto gli veniva fornito un piccolo aiuto.

Non c' erano punizioni né repressioni su Sakaar. Chiunque fosse arrivato era il benvenuto. Poi però, tutti dovevano dare il loro contributo nel Torneo e a quel punto...era necessario correre il rischio di un sacrificio, la propria vita, un piccolo prezzo da pagare per la benevolenza offerta dal Grand Master ai suoi ospiti e avventori.

Loki affrettò il passo nei labirintici corridoi colorati del palazzo e si diresse verso il luogo in cui gli era stato chiesto di dirigersi. Mentre camminava pensò a quanto fosse stato fortunato, al contrario di tutti gli altri. Fuori, sulla piazza poteva udire le grida dei mercanti e gli schiamazzi della gente accalcata attorno a delle bancarelle e dei piccoli palchi. Era giornata di mercato quel mattino su Sakaar e tra cibi, stoffe pregiate della più incredibile fattura, gingilli provenienti da ogni dove, c'era la compravendita degli schiavi. Ma forse schiavi non era la parola adeguata per descrivere quegli uomini e quelle donne esposti agli occhi di tutti, che presto sarebbero stati accolti da qualcuno, divenendone proprietà ineluttabile ed esclusivo oggetto di piacere.

Semplici cose perdute e non volute, quelle persone, in qualche altra parte del Cosmo, laddove invece su Sakaar avrebbero potuto ritrovare un'identità, un senso e poter così diventare parte della vita di qualcuno.

Cose perdute e non volute, esattamente come lui quando, in un tempo lontano, doveva essere stato cacciato dal suo mondo e gettato da qualche parte nella galassia.

A volte ci pensava, Loki, da quale luogo provenisse, ma la sua mente, nel tentativo di quel viaggio a ritroso nei ricordi, si arrestava sempre lì, in quel punto indistinto e oscuro che si apriva come un gelido buco nero senza memoria.

Sì, lui era stato davvero fortunato. Fortunato perché l'aveva trovato il Grand Master in persona, uscito quel giorno per una delle sue passeggiate mattutine, con al seguito la sua coorte di servitori. E probabilmente, fin da allora, fin dal momento in cui lo aveva visto, indifeso, mezzo morto, riverso a terra, doveva aver provato tenerezza nei suoi confronti ed era stato lungimirante circa il suo futuro e le sue innumerevoli potenzialità.

Talmente preso dai suoi ricordi, almeno fin dove la sua mente gli stava concedendo di arrivare, Loki non si era neppure accorto di essere giunto a destinazione.
Digitò rapidamente le cifre del codice segreto e una grande vetrata sprangata a mo' di barriera si aprì scorrendo lentamente verso destro, permettendogli di entrare.

Quando fu dentro, prese a guardarsi intorno con stupore e convenne che anche in questo caso il Grand Master avesse superato se stesso in fatto di generosità.
La stanza designata per il nuovo ospite era una delle migliori e più confortevoli di tutto il palazzo.

LOST IN SAKAARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora